PESCARA Per qualcuno il tempo della riflessione è già scaduto. Entro la giornata di domani i sindaci che intendono candidarsi alle regionali dovranno dimettersi dalla carica di primo cittadino. Archiviato il caso Biondi, a L’Aquila, la faccenda riguarda soprattutto il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani. Sino all’ultimo ha atteso il via libera dal suo partito per la candidatura alla presidenza della Regione. Il Pd, come è noto, sta lavorando su un altro nome: quello di Giovanni Legnini, candidatura autorevole che sbarrerebbe il passo a qualsiasi altra proposta, o pretesa. L’ex vice presidente del Csm non ha però né scadenze di legge, né la fretta di scoprire le carte. E le ragioni sono tante: il suo partito sta lavorando per garantirli quello che lui ha chiesto dopo avere rivestito una delle più alte cariche dello Stato, cioè una coalizione e una condivisione ampia attorno al suo nome. E da alcuni rumors dovremmo quasi esserci. Leu, il partito di Pierluigi Bersani a cui Legnini è stato sempre legato dai tempi della comune militanza nel Pd, si è già fatto avanti con Marinella Sclocco per dire che quello di Legnini è il nome giusto per l’Abruzzo. Allo schieramento del centrosinistra dovrebbe poi unirsi almeno due liste civiche (forse tre) e una ambientalista. C’è poi il centro moderato rappresentato dall’ex sottosegretario Federica Chiavaroli e c’è il Psi, che con il suo segretario regionale, Giorgio D’Ambrosio, avverte: «Nulla è scontato sulla nostra collocazione, masaremo della partita». PREMESSA La prima premessa dei socialisti riguarda la scelta della data del voto (il 10 febbraio) che D’Ambrosio contesta intanto per ragioni climatiche: «Non si è tenuto conto dei numerosi comuni montani che sono spesso interessati in quel periodo da abbondanti nevicate». Poi di opportunità: «E’ stata dimenticata la legge 111 del 2011 che consente l’election day mediante l’accorpamento alle elezioni europee, fissate per il 26 maggio». Il segretario del Psi ricorda a questo proposito che l’accorpamento delle regionali con le europee avrebbe prodotto un risparmio di 8 milioni di euro, risorse che potevano essere destinate per incentivare il lavoro a tempo indeterminato: da 1.800 a 2.000 nuovi contratti. Ecco perché, a detta di D’Ambrosio, rischia di essere “tardivo” l’invito del Pd a creare un progetto ampio nell’ottica Legnini: «Noi siamo piccoli - spiega il segretario del Psi - ma conserviamo la dignità che ci fa riflettere in base ai rapporti, totalmente inesistenti, delle ultime elezioni regionali». Come dire: il nostro partito ci sarà ma solo a determinate condizioni. Stesso discorso per la lista civica degli ex assessori regionali Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo, ancora nel limbo rispetto alla scelta di campo (centrodestra o centrosinistra) da adottare alle prossime regionali.