PESCARA Estensione dell'area dei biglietto unico da 12 a 31 comuni, e via, dalla prossima primavera, alla sperimentazione dei bus a metano sulla Strada Parco, per collegare Montesilvano all'università di Viale Pindaro, a Pescara. Una scelta che secondo indagini realizzate da una società specializzata, produrrà un travaso dal trasporto privato a quello pubblico di 8 milioni di viaggiatori, con la riduzione di 35mila auto in ingresso ogni giorno a Pescara. Sono gli obiettivi prioritari che il presidente Tullio Tonelli ha illustrato ieri mattina per spiegare perché ha deciso di rinunciare al doppio incarico dimettendosi da Pescara Energia e rimanendo in Tua. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il vice presidente di Tua, Guido Dezio, che da ieri è tornato a ricoprire anche l'incarico di direttore generale del Comune di Pescara, e il dg di Tua, Giuseppe Cassino.
LE DIMISSIONI. Tonelli, sull'onda delle polemiche, si è dimesso da Pescara Energia. «Mi dispiace lasciare questa società perché ci ho lavorato per 11 anni. In questo lungo periodo, una sola volta, nel 2011, il bilancio è stato chiuso con un limitato disavanzo di 113mila euro», ha detto.
IL PRESENTE E LE SFIDE. Ma a 76 anni ha deciso di restare in Tua per razionalizzare ulteriormente l'azienda. «Innanzitutto siamo tra le pochissime aziende italiane che sono riuscite a ottenere l'affidamento in house, sottraendo il personale ai rischi conseguenti al risultato di una gara. In secondo luogo abbiamo dimostrato una buona efficienza gestionale, poiché, a fronte di un taglio dei contributi in un biennio di 11 milioni di euro siamo riusciti a chiudere il bilancio 2017 con un piccolo utile (circa 200mila euro) avendo effettuato una riduzione dei costi dello stesso importo». E poi la stoccata al forzista Mauro Febbo, che ha contestato cifre e doppio incarico: «I bilanci», ha aggiunto, «vanno letti con attenzione».
CARO-GASOLIO. A pesare sui conti «il forte aumento del costo dei carburanti e delle materie prime, che hanno registrato un incremento di poco superiore al milione di euro». Poi c'è la questione del «mancato trasferimento a Sangritana S.p.A. delle linee commerciali dal 1° gennaio 2018, parzialmente rimesso in discussione dalla risoluzione della seconda Commissione del Consiglio regionale con la quale la Regione si impegna a mantenere nel Tpl le linee Giulianova-Teramo-Roma e L'Aquila-Roma, e anche quelle che dall'area della Marsica e dalla Valle Peligna vanno verso Roma. Ciò ha comportato un costo aggiuntivo di 1.1 milioni di euro».
I PRECARI. L'interruzione del rapporto di lavoro con 55 operai con contratti interinali, ha spiegato Tonelli, è stata una scelta obbligata legata a un parere di Asstra, l'associazione nazionale delle imprese di trasporto pubblico, secondo la quale "l'applicazione del recente decreto dignità avrebbe potuto creare problemi sull'iter programmato per le assunzioni". Il riferimento è al concorso bandito per l'assunzione di 55 figure professionali, per il quale sono arrivate 1.400 domande. La settimana prossima verranno pubblicati i nomi degli ammessi alla seconda prova, ma nel frattempo è stato posto un quesito al ministero sulla questione degli interinali assunti in attesa della conclusione del concorso: «Ovviamente, qualora vengano chiariti positivamente i quesiti», ha assicurato, «ci sarà la loro riammissione in servizio».
BOTTA E RISPOSTA. Sulla vicenda è intervenuto anche Maurizio Di Nicola, consigliere regionale delegato ai trasporti, che ha dato disponibilità a incontrare i 55 lavoratori interinali lunedì mattina, a Pescara. «Purtroppo, le modifiche apportate alla disciplina che regola il mercato del lavoro con il Decreto dignità», dice Di Nicola, «stanno generando molteplici difficoltà all'azienda che sta adottando un atteggiamento prudenziale in attesa dei necessari chiarimenti del Ministero del Lavoro. Pur comprendendo lo stato d'animo dei lavoratori, a cui esprimo la mia solidarietà, voglio rassicurarli che da parte mia vi è la massima disponibilità. Infine, è singolare leggere alcune dichiarazioni dei rappresentati del M5S, ovvero di quella parte politica che ha partorito un simile provvedimento. Farebbero bene a chiedere ai loro rappresentanti in Parlamento di modificare questa legge». Pronta la replica dei Cinquestelle. «Il Pd piuttosto che portare il caso in parlamento per mezzo di un'interrogazione farebbe bene se l'interrogazione la facesse al proprio interno», dice il consigliere regionale Riccardo Mercante. «È bene ribadire che il decreto ha portato notevoli cambiamenti nel mondo del lavoro volti a favorire la stabilizzazione dei lavoratori e a ridurre la precarietà smontando quasi totalmente il jobs act di Renzi che dati alla mano ha prodotto un esercito di precari».