Un piano di risanamento dichiarato "irricevibile" dal Comune. L'ex amministratore unico dell'Ama, Agostino Del Re, appena sostituito dal commercialista Giammarco Berardi alla guida dell'Azienda della mobilità, mostra le carte. I bilanci degli ultimi anni e le proposte bocciate dall'amministrazione «notizia che ho appreso dai giornali», dice. La sua non è una conferenza stampa in polemica con l'assessore alle Municipalizzate, Carla Mannetti, e il sindaco, Pierluigi Biondi, che lo hanno voluto fuori dall'Ama. Piuttosto, un resoconto del lavoro svolto dal 2013 a oggi. «Quando ho preso in mano le redini dell'Azienda», ha detto Del Re, «aveva una perdita di 1 milione e 600 mila euro, relativa agli ultimi tre esercizi di bilancio. Dopo una riorganizzazione totale siamo arrivati, nel 2015, a un utile netto di 27 mila euro. A determinare il disavanzo relativo al 2018 è stato il mancato trasferimento, da parte della Regione, dei 950 mila euro di crediti. Somme che il Collegio dei revisori dell'Ama ha giudicato non più esigibili». È stato proprio questo passaggio, secondo Del Re, a intaccare il capitale sociale dell'azienda, che dovrà essere ricapitalizzata, per risanare le casse. «Se fossero entrati in 950 mila euro della Regione», evidenzia Del Re, «avremmo chiuso il bilancio con un attivo di 350 mila euro. Per il risanamento del bilancio», prosegue l'ex amministratore dell'Ama, «avevo proposte di intervenire su tre macro-aree: il personale, i costi di gestione e il rinnovo del parco autobus». Il piano prevedeva, in particolare, una riduzione del 50% del personale interinale, un taglio dei ticket sul servizio mensa e una riduzione delle spese intervenendo sulla contrattazione di secondo livello.L'abbattimento dei costi di gestione era legata, invece, al subaffidamento ad un Cta delle corse marginali, con un risparmio di 150 mila euro l'anno. Infine, il parco macchine: ora, il 36,7% degli autobus ha più di 20 anni, il 63,64% più di 15.