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Pescara, 24/07/2024
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Data: 06/10/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Regione, FdI in panne sul candidato a rischio l'accordo nel centrodestra. La dirigenza locale di Fratelli d'Italia ha fatto quadrato contro possibili soluzioni esterne o civiche, mettendo evidentemente nel mirino l'imprenditore pescarese Michele Russo, che invece incontrerebbe i favori di Forza Italia. In questo limbo si va compattando il fronte teramano pro Giandonato Morra, a cui si è accodata anche la Marsica

L'AQUILA Potrebbe tornare in discussione l'accordo nazionale siglato tra Salvini, Berlusconi e Meloni che ha attribuito a Fratelli d'Italia la candidatura alla presidenza della Regione. Uno scenario di cui si è a lungo parlato sottotraccia nelle scorse settimane e che ora comincia a prendere corpo alla luce di due fattori: le difficoltà di FdI nella ricerca di un profilo adeguato e lo scacchiere nazionale. E' notizia di ieri, infatti, che in Sardegna i venti di guerra degli ultimi giorni si stanno trasformando in burrasca. Lì il candidato spetterebbe alla Lega, ma Forza Italia non ci sta, come è emerso chiaramente dal vertice con parlamentari e consiglieri regionali convocato dal vice presidente degli azzurri Antonio Tajani e al quale ha partecipato anche Silvio Berlusconi. Per di più Fratelli d'Italia avrebbe deciso di far correre lì il consigliere regionale Paolo Truzzo: è evidente che in questo modo il patto salterebbe, rimettendo in discussione l'intero accordo che ha assegnato l'Abruzzo a Fratelli d'Italia, Piemonte e Basilicata a Forza Italia e Sardegna alla Lega.
CLIMA In Abruzzo, insomma, il clima è di attesa e crescente nervosismo. Nazario Pagano ha confermato di essere «in attesa della rosa dei nomi» proposti ufficialmente da Fratelli d'Italia. Partito, quest'ultimo, che è alle prese con la presa di posizione piuttosto rigida della dirigenza locale, che ha fatto quadrato contro possibili soluzioni esterne o civiche, mettendo evidentemente nel mirino l'imprenditore pescarese Michele Russo, che invece incontrerebbe i favori di Forza Italia. In questo limbo si va compattando il fronte teramano pro Giandonato Morra, a cui si è accodata anche la Marsica. Di certo Giorgia Meloni ha riaperto il casting, ma non sarà semplice arrivare a una soluzione. Restano in piedi, ad oggi, anche i nomi di Etel Sigismondi, Antonio Tavani e Guerino Testa. I tempi, però, necessariamente si allungheranno e di questo potrebbe beneficiare Fabrizio Di Stefano, che con il suo progetto civico rischia di divenire l'ago della bilancia della situazione e, in questo clima, un possibile anello di congiunzione tra le varie istanze, anche se con Forza Italia, suo ex partito, i rapporti sono freddini.
Tra gli azzurri, dopo tanti tentennamenti, ha ritirato le dimissioni Umberto Di Primio: resterà sindaco. Sembra paradossale, ma la situazione del centrosinistra è oggi meno intricata. Si lavora su un'ipotesi centrale, quella di Giovanni Legnini. L'idea è di allargare la coalizione il più possibile, aprirla sia a sinistra che alle forze civiche.
SEGNALII primi segnali sono incoraggianti. La figura di Legnini è un aggregante naturale anche per i movimenti e i partiti più a sinistra. Art.1 ha manifestato interesse, ma dovrebbero essere della partita anche i dissidenti della scorsa legislatura (Andrea Gerosolimo e Donato Di Matteo) e l'ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli. Il lavoro è incessante e, al momento, più coperto rispetto ai fragori del centrodestra. Questo permette a Legnini di proseguire nella sua riflessione visto che, ufficialmente, non ha ancora sciolto le riserve. Attenzione, però. Qualora il quadro si dovesse modificare o Legnini dovesse giudicare troppo fragile la quadratura, si potrebbe fare strada il piano B che porta, senza tentennamenti, al sindaco di Francavilla Antonio Luciani, che ha chiesto più tempo sul ritiro delle dimissioni.



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