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Pescara, 24/11/2024
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Data: 06/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Di Marco lascia la Provincia: meno dirigenti e più fondi. Il presidente chiude in anticipo il mandato per candidarsi a consigliere regionale: restano da finire il terzo ponte del Saline, la strada del Volto Santo e due scuole

PESCARA La scuola, le strade, la riduzione dei costi e l'efficienza. Sono questi i temi più importanti toccati da Antonio Di Marco, presidente dimissionario della Provincia di Pescara, nel giorno del bilancio conclusivo del suo mandato. Senza dimenticare il dolore per Rigopiano e le sue ambizioni regionali. «Sono stati quattro anni di duro lavoro», esordisce il presidente Di Marco, «ma pieni di ottimi risultati. Sicuramente lascio una provincia migliore rispetto a quella che avevo trovato». Poi inizia a elencare i frutti del suo operato: «Siamo passati da 8 dirigenti nel 2014 auno solo presente attualmente. Anche il numero dei dipendenti è sensibilmente diminuito passando da 281 a 130, con una conseguente riduzione del monte stipendi che è passato da 123mila euro a 67mila». Quindi si sofferma sull'edilizia scolastica, forse la vetrina della sua amministrazione, come dice lui stesso: «Quando sono arrivato avevo a disposizione 5 milioni di euro, successivamente siamo passati a 35 milioni grazie ai fondi concessi dalla Regione. Tra l'altro, proprio domani mattina (oggi, ndc) inaugureremo i laboratori dell'alberghiero De Cecco. Siamo riusciti far dialogare i dirigenti scolastici delle scuole superiori, dando nuova luce ad istituti come l'agrario di Alanno, il Misticoni-Bellisario e lo stesso De Cecco».Poi il tema strade: «Anche qui siamo passati da 10 a 54 milioni di fondi, da utilizzare sulla rete stradale di tutta la provincia. Questi fondi sono stati trovati facendo dei tagli, come ad esempio quelli al cda di Famiglia Ambiente, passato da una spesa di 172mila euro a quella attuale di 40mila, oppure vendendo il patrimonio pubblico. All'inizio mi avevano detto che avrei dovuto licenziare 23 dipendenti di Provincia Ambiente, 6 persone che operavano al gabbiotto, e che avrei dovuto dire ai dipendenti della Provincia che sarebbero andati in mobilità per due anni, per poi finire con il licenziamento. Io non solo non ho licenziato nessuno ma ho potenziato il servizio».E adesso? «A chi viene dopo di me dico solo che c'è bisogno di tanta volontà e voglia di fare. Bisogna venire qui la mattina presto e uscire dall'ufficio la sera tardi. Ci sono ancora molte cose da fare, tra cui mi piace ricordare quattro opere che vedranno la luce nei prossimi mesi, a partire dalla scuola Savoia di Popoli, la strada statale 539 che porta al Volto Santo di Manoppello, la scuola Mario Dei Fiori di Penne, dove il cantiere è finalmente ripartito e il terzo ponte sul Saline, completamente in acciaio. Queste sono tutte opere che troveranno completamento a breve e che fanno parte del bagaglio della mia amministrazione».A far da contraltare ai positivi numeri resta la tragedia di Rigopiano: «Un dolore che non potrà mai andare via. Furono dei giorni tristi ma al tempo stesso di frenetico lavoro. Purtroppo non avevamo turbine, adesso ce ne sono 2, altro risultato ottenuto dalla mia amministrazione». E sulle indagine della magistratura aggiunge: «Emergerà la bontà del mio operato, sono a posto con me stesso». Infine uno sguardo al futuro: «Ho una mia etica, una mia idea e non vado dove tira il vento. Ho dato le mie dimissioni e non le ritiro, come invece ho visto che hanno fatto alcuni sindaci. La mia volontà è quella di candidarmi con il Pd al ruolo di consigliere regionale. Credo e spero di trovare il benestare del partito».

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