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Pescara, 24/07/2024
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Data: 06/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Tutti contro Di Primio. M5S e Pd: basta teatrini. Argenio: «Occasione persa per tornare al voto, il sindaco non ha futuro». Marzoli: «Il centrodestra già litiga». Raimondi: «La maggioranza se ne vada»

CHIETI Tutti contro Di Primio. «Sembra terminato il teatrino delle dimissioni del sindaco», dicono i consiglieri del M5S Ottavio Argenio e Manuela D'Arcangelo, «Chieti ha perso l'occasione di sbarazzarsi in anticipo di questa inutile e dannosa amministrazione. Di Primio continua a sostenere di avere il consenso della gente ma la realtà è ben diversa ed è evidentemente nota e condivisa dai vertici del centrodestra che lo hanno silurato. La sua esclusione dai giochi», dicono Argenio e D'Arcangelo, «testimonia che Di Primio è politicamente finito». Il M5S parla di un'amministrazione allo sbando: «Le uniche cose in cui questa amministrazione e questo sindaco eccellono sono gli inutili proclami con i quali sperano di tenere sopita l'opinione pubblica e i pochi elettori rimasti fedeli e l'arte di occultare il conclamato dissesto finanziario nel quale hanno precipitato l'ente».Parla di «un balletto inutile che la città si sarebbe volentieri risparmiata» il consigliere Pd Alessandro Marzoli: «Di Primio è un sindaco di capoluogo totalmente delegittimato dal punto di vista politico e amministrativo. Già nelle scorse ore», dice Marzoli, «sembra si siano create tensioni nella maggioranza e questo è un grande campanello d'allarme in vista degli ultimi due anni di mandato. Da oggi Chieti sarà ancora più debole sui tavoli regionale e nazionale e l'immobilismo amministrativo degli ultimi mesi sarà sempre più forte portando la città alla paralisi. Bisogna voltare pagina».«Finalmente il dubbio amletico è stato sciolto», "esulta" la consigliera Pd Chiara Zappalorto, «abbiamo atteso 20 giorni perché il sindaco trovasse una candidatura che, però, non è riuscito a trovare. È grave che il sindaco abbia usato il Teatro Marrucino per fare campagna elettorale: chiudere il Teatro nell'anno del Bicentenario è stato un danno. Di Primio ha vissuto di annunci per 8 anni e ora continuerà allo stesso modo: l'emblema di questa amministrazione è la fontana di piazza Valignani, che proprio lui ha tanto voluto, lasciata nel degrado. E poi le condizioni di piazza San Giustino riflettono l'incuria per la città. Serve un cambio di passo, anche nell'opposizione», dice Zappalorto, «noi siamo pronti a tornare tra la gente e a costruire una coalizione civica per rilanciare la città». Enrico Raimondi, consigliere dell'Altra Chieti, la vede così: «Sono settimane, per essere generoso, che il sindaco, anziché esercitare le sue funzioni, va in giro elemosinando candidature alla Regione», scrive su Facebook, «per decoro, sarebbe il caso che si dimettesse la maggioranza dei consiglieri per mettere fine a questo scempio».Bruno Di Paolo (Giustizia sociale) invoca un colpo di reni del centrodestra: «Anche se, politicamente parlando, eravamo in molti a sperare nella conferma delle dimissioni per dare una nuova opportunità di scelta agli elettori, ritengo, tuttavia, che, forse per la prima volta, Di Primo abbia fatto il suo dovere morale di primo cittadino non abbandonando la nave in cattive acque. La figura istituzionale del sindaco», dice Di Paolo, «non può essere un autobus sul quale salire o scendere a seconda delle aspirazioni o degli interessi politici personali. Speriamo che, in quest'ultimo scorcio di consiliatura, il sindaco riesca a dare un senso compiuto al suo mandato e che, soprattutto, sia capace di controllare e arginare dissensi e fibrillazioni interne alla maggioranza per provare a dare un segnale di svolta amministrativa alla città e realizzare almeno qualche punto delle promesse fatte in campagna elettorale».

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