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Pescara, 24/07/2024
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Data: 06/10/2018
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Sondaggi - 5 Stelle in discesa: 28,5%. La Lega si rafforza e sfiora il 34%. Il Movimento perde l’1,5% dei consensi. Partito democratico stabile al 17,1%, Forza Italia al 7,8%

Come avviene ogni mese, questa settimana ci occuperemo dell’andamento delle intenzioni di voto, della valutazione del governo, del premier e dei vicepremier. Se guardiamo alle intenzioni di voto, l’andamento dei dati segnala una sostanziale stabilità della Lega che, dalla ripresa autunnale, rimane saldamente su valori assai elevati, intorno al 34%; un affanno del M5S, oggi quotato al 28,5%, in flessione di 1,5 punti rispetto a un mese fa e di 3 punti rispetto a metà luglio; la conferma di Forza Italia nelle posizioni più basse registrate recentemente, intorno all’8%, in calo di poco meno di un punto rispetto all’ultimo dato pubblicato; la stabilità del Pd al 17%.

Con riferimento a questo ultimo dato è però utile sottolineare che in settembre abbiamo registrato un calo costante del Pd, che una settimana fa si collocava al 15,5%. Evidentemente la manifestazione di domenica scorsa, l’impressione di relativa coesione dei gruppi dirigenti, la visibilità mediatica, hanno contribuito a far crescere il consenso riportandolo alla media degli ultimi mesi. La solida prevalenza della Lega si giustifica naturalmente con la preponderante presenza sui media del suo leader e con la capacità di centrare argomenti di vasto impatto: se il tema migranti è meno forte del momento in cui si verificarono le vicende Aquarius e Diciotti (a ridosso del dato degli inizi di settembre) — anche se comunque vivo, basti pensare alla vicenda di Riace — a supporto del consenso leghista arriva il tema delle pensioni e di quota 100, molto sentito da una parte rilevante dell’elettorato, soprattutto tra i lavoratori del Nord, bacino principe del consenso leghista. L’affanno dei 5 Stelle è conseguenza di alcune difficoltà degli ultimi tempi, in particolare in relazione al decreto per la ricostruzione del ponte Morandi e alla nomina del commissario, conclusasi proprio in questi giorni, dopo un’attesa che ha creato malumori. Accanto a questo, come abbiamo visto la scorsa settimana, contano anche alcune perplessità sul reddito di cittadinanza, che si amplificano nel Nord del paese, dove questa scelta viene vista come eccessivamente assistenzialistica.

Se analizziamo l’evoluzione della composizione degli elettorati dei due principali partiti, emerge che la crescita della Lega ha grande trasversalità, ma segnala alcuni punti di maggiore espansione: i titoli di studio medio/bassi, le età elevate, le casalinghe. È stato il processo di progressiva cannibalizzazione dell’elettorato classico di Forza Italia. Il MoVimento 5stelle invece vede perdite più consistenti soprattutto tra i ceti dirigenti e il lavoro autonomo, probabilmente proprio in relazione al tema reddito di cittadinanza, e tra gli studenti, mentre mantiene e addirittura migliora di poco il proprio consenso tra ceti medi, operai, disoccupati. Il gradimento del governo e del presidente del Consiglio si mantengono assai elevati, pur confermando il lieve arretramento sui valori massimi registrati a luglio. Il governo ha un indice di gradimento di 64 e galvanizza i propri elettori (indice di 92 tra gli elettori pentastellati, di 94 tra gli elettori leghisti), ma ottiene risultati lusinghieri anche tra gli elettori di Forza Italia (58). Solo gli elettori Pd sono decisamente critici (qui l’indice di approvazione scende al 14). Il Presidente Conte ha un indice ancora più elevato del governo (67), di nuovo plebiscitario tra gli elettori della maggioranza e più consistente rispetto all’esecutivo sia tra gli elettori Forza Italia (62) sia tra gli elettori Pd (22).

Il segnale è quindi di un consolidarsi della luna di miele a oltre cento giorni dall’insediamento. Consolidamento che, come abbiamo detto altre volte, si fonda non solo sui provvedimenti concreti, ma sul sentimento degli elettori, sul mutato clima del paese. Infine i due vicepremier, che confermano esattamente o quasi i valori registrati un mese fa: Salvini con un indice di 57 (identico al dato di settembre); Di Maio con un indice di 52 (era 51 a settembre). Anche oggi entrambi confermano il sostegno plebiscitario tra i propri elettori (97 l’indice di Salvini tra i leghisti, 93 quello di Di Maio tra i pentastellati). Il valore più elevato di Salvini è determinato sostanzialmente dal consenso più consistente che il leader leghista conquista tra gli elettori di Forza Italia, dove riscuote un indice di gradimento del 72, contro il 44 di Di Maio. In sostanza pochi cambiamenti, con l’eccezione della difficoltà registrata per il MoVImento 5stelle. È evidente che la distribuzione delle risorse che si attuerà nel DEF sarà cruciale. Con un’avvertenza, come rileviamo da altri sondaggi. La tenuta dei conti rimane un tema rilevante per gli italiani, che si affidano al principio di precauzione.

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