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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/10/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
I pilastri che si sbriciolano. Toninelli: «Limitare o chiudere al traffico la A25». Il ministro dopo l’ispezione a Bugnara «Quadro grave, non ci dormo la notte». «La decisione su come intervenire spetta al concessionario Carlo Toto»

L'AQUILA Cresce la tensione sulla sicurezza delle autostrade A24 e A25. Ieri, a seguito del blitz a sorpresa del Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sotto al viadotto di Macchia Maura (A25, zona Bugnara), si era diffusa l'indiscrezione di una possibile chiusura. In parte originata proprio da un video diffuso su Facebook dallo stesso Toninelli al termine del sopralluogo: «Se mi doveste chiedere qual è l'infrastruttura che più mi preoccupa, quella che non mi fa dormire la notte, rispondo questa: A24 e A25. Ci sono evidenti criticità».
«Scriveremo a Strada dei Parchi ha proseguito Toninelli - imponendo verifiche di sicurezza. Nell'attesa chiediamo di intervenire per rendere questa struttura non pericolosa rimodulando il traffico, o limitandolo, o addirittura chiudendo il tratto, perché per legge la responsabilità oggi spetta a questi signori qua». L'invocazione a una possibile chiusura ha spinto Sdp a precisare la sua strategia, al momento senza i crismi dell'ufficialità: «Nessuna chiusura al traffico pesante, ma solo limitazioni al vaglio da attuare di concerto con il ministero» dei 10 viadotti tenuti sotto particolare osservazione. La «misura massima» da adottare, sempre d'intesa con il Ministero, è l'obbligo, sempre per gli autocarri, di utilizzo della corsia centrale nei 10 viadotti: in concomitanza con le verifiche ancora in corso e nell'imminenza dell'inizio dei lavori proprio per la messa in sicurezza.
Toninelli nel video ha ribadito anche alcuni concetti più generali: «Questa è un'infrastruttura per cui ho dato mandato nel decreto Genova di inserire stanziamenti per 192 milioni di euro, 50 milioni già nel 2018 e 142 milioni nel 2019. Soldi necessari per mettere in sicurezza e per consolidare. Non sono un tecnico, non sono un ingegnere, ma è chiaro come già da una valutazione visiva ci siano delle evidenti criticità».
ATTACCO
Poi ha nuovamente attaccato le convenzioni che regolano le gestioni: «Scandalose, scritte dai vecchi partiti, quelli definiti esperti della politica, con i concessionari. Lo Stato ha costruito con i soldi pubblici queste autostrade e invece di iniziare a trarne vantaggi, le ha date in concessione a soggetti che hanno lucrato e guadagnato tantissimo. Lo Stato doveva intervenire? Aveva l'obbligo di chiudere? Qui lo Stato non c'entra nulla, non solo ha levato la parte della gestione, ma anche quella dei controlli e delle responsabilità».
Il Ministro ha insistito: «Finalmente lo Stato ora è tornato a fare lo Stato. Qui abbiamo fatto una cosa non prevista dalla legge: un ingegnere dell'Ufficio ispettivo del mio Ministero sta facendo controlli per verificare se Sdp sta adempiendo agli obblighi di legge. Ovvero se a fronte di pedaggi autostradali carissimi, abbassati da noi del 13%, sta tenendo in sicurezza, permettendo ai cittadini di viaggiare senza rischi. Prima sapete come lo Stato controllava? Sulla carta, senza uscire». Toninelli ha annunciato la costituzione di un'agenzia per la sicurezza, con 250 tecnici che escano dagli uffici e controllare «se i signori dell'asfalto adempiano ai loro obblighi, nel caso contrario si bloccherà il traffico e ci saranno sanzioni». Infine il Ministro ha detto che alle verifiche che saranno imposte a Sdp parteciperà anche il Ministero («Non ci fidiamo più di nessuno»): «Non è possibile lasciare ai privati la gestione totale di questo. Ho in mano tutta una serie di lettere girate a Sdp imponendole di adottare i necessari provvedimenti. E' tanto tempo che stiamo dicendo ai concessionari di fare tutti gli interventi necessari. Io ricevo tante segnalazioni di liberi cittadini che passano su queste strade e hanno paura. E io non posso permettere che gli italiani abbiano paura muovendosi su un'infrastruttura che era dello Stato e che è stata data in gestione per lucrare e basta. La mangiatoia è finita».

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