ROMA Prende quota il piano Alitalia del governo. Lentamente, come in un puzzle complicato, i vari pezzi iniziano a comporsi. Prima c'è stata la scelta strategica, per certi versi molto rischiosa, di lasciare nelle mani dello Stato la maggioranza della compagnia tricolore, in netta controtendenza rispetto all'esecutivo Gentiloni. Poi è arrivata l'indicazione di volere ricapitalizzare la società, dotandola di una flotta per il lungo raggio e, in tempi rapidissimi, di un partner industriale di livello internazionale. Adesso grazie al varo del Def, anzi del decreto fiscale collegato, un altro tassello è andato in porto, con il prolungamento della scadenza del prestito ponte da 900 milioni di almeno 6 mesi. Finanziamento che sarebbe dovuto essere restituito il 15 dicembre.
L'OBIETTIVO
Il tutto per consentire ai commissari guidati da Luigi Gubitosi di trattare con i possibili pretendenti senza troppa pressione e, sopratutto, con la cassa ancora piena. Un modo per spiazzare chi puntava a fare un solo boccone della compagnia tricolore, contando proprio sul fatto che il carburante finanziario, consumato nei mesi invernali, non avrebbe dato sufficienti spazi di manovra nella trattativa per suggellare una alleanza. Di certo la scelta del governo di prolungare il prestito, anticipata dal Messaggero, non sarà vista di buon occhio da Bruxelles che, come noto, ha già messo nel mirino l'operazione. L'ipotesi, caldeggiata dalle compagnie europee, è che si tratti di aiuti di Stato, per cui illegale. Da qui il pressing costante sulla commissaria alla concorrenza europea Margrethe Vestager affinchè intervenga. E visto i rapporti tesi con Bruxelles, tanto per usare un eufemismo, non si può escludere che possa arrivare una durissima censura nei prossimi mesi.
LA SPINTA
Ma nei piani del governo ci sarebbe, il condizionale è d'obbligo, anche l'intenzione di affidare proprio a Gubitosi, che ha fatto sino ad ora molto bene, la cloche di Alitalia, affidandogli il ruolo di amministratore delegato. Del resto chi più di lui, che ha tagliato sprechi ed inefficienze per milioni di euro, conosce il vettore tricolore. Ovviamente con tutti i limiti, le criticità e le potenzialità di sviluppo di una compagnia che per crescere, ha ripetuto proprio Gubitosi, deve proiettarsi sul lungo raggio, investire nella flotta, avere una nuova visione.
Nel trimestre estivo è intanto arrivato il primo utile, una sorta di miracolo, pari a 2 milioni. Inoltre, sempre nel terzo trimestre, i ricavi sono aumentati del 4,6% a 956 milioni, quelli da passeggeri hanno registrato un +7,1% su base annua a 835 milioni. Tutto ciò è stato ottenuto a fronte di un aumento del costo del carburante, che è passato dai 193 milioni del terzo trimestre dello scorso anno, a 231 milioni dell'attuale trimestre mentre i costi totali sono saliti del 2,7% a 866 milioni. In cassa, al 30 settembre, ci sono poi 770 milioni i depositi dati in garanzia per l'amministrazione straordinaria.
E proprio sul fronte del prolungamento della scadenza del prestito, avanza l'ipotesi che possa essere proprio Fs, futuro socio e partner di Alitalia, ad intervenire. Ma sul punto i colloqui tra i tecnici sono ancora in una fase preliminare.