PESCARA Al decreto Genova bastano sette righe in più per tagliare all'Abruzzo 200 milioni di euro del Masterplan da dirottare ai lavori di messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25. Sette righe con cui i fondi da statali diventano regionali. Il giorno dopo il grande clamore, per la notizia che penalizza l'Abruzzo, mettiamo a confronto due decreti: il primo, del 2017, anticipava i finanziamenti per Strada dei Parchi prevedendo che questi venissero poi rimpinguati con fondi rigorosamente statali (il cosiddetto Fsc 2014-2020) perché A24 e A25 sono infrastrutture strategiche nazionali oltre che di Protezione civile; e il secondo decreto, approvato dal nuovo governo M5S-Lega dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova, che fa un'aggiunta sostanziale prevedendo di attingere le somme per la sicurezza «a valere sulle assegnazioni per interventi già programmati nell'ambito dei Patti di sviluppo sottoscritti con le Regioni Abruzzo e Lazio». Che si traduce con l'azzeramento del 40 per cento dei 530 milioni, su un totale di 734, per 350 cantieri e 77 enti appaltatori tra Comuni, Province, università, Sovrintendenza e persino l'Enel. Sono i sindaci abruzzesi i più beffati dal decreto Genova. Quei primi cittadini che, oggi, il presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, chiamerà alla mobilitazione contro il taglio del Masterplan Abruzzo che, su Facebook, i parlamentari 5 Stelle difendono sostenendo che il decreto riguarderà solo i fondi non impegnati. Ma la battaglia, che sembra trasversale e che comincia alle 11 in Regione con una conferenza stampa istituzionale, arriva anche in Parlamento.La deputata Dem, Stefania Pezzopane, componente della commissione Ambiente, Lavori Pubblici e Infrastrutture, ha preparato un dossier: «Ho già predisposto un emendamento soppressivo per eliminare il vergognoso scippo di 200 milioni fatto ai danni di Abruzzo e Lazio. L'emendamento elimina la parte dell'articolo 16 del decreto Genova che inserisce a copertura degli interventi antisismici per Strada dei Parchi due delibere Cipe per gli interventi già programmati nei Comuni abruzzesi». Pezzopane critica «l'attivismo del ministro Danilo Toninelli a passeggio sotto i viadotti», e spiega come il Governo sia passato dalla vecchia norma «da me fortemente voluta», dice, alla nuova prevedendo come copertura per le anticipazioni «una riprogrammazione di fondi già assegnati all'Abruzzo e per i quali sono state già individuate le opere. Già il 4 ottobre è stato incardinato il decreto e domani (oggi, ndr) iniziano le audizioni in commissione Ambiente in congiunta con la commissione Trasporti della Camera. L'emendamento è già pronto», sottolinea Pezzopane: «Al governo dico, trovate soldi nuovi, come per il ponte di Genova, come abbiamo fatto noi in precedenza, non prendete ad opere già programmate». Per il deputato Dem è il secondo scippo all'Abruzzo, dopo i 60 milioni per le periferie. «Ma alla Camera», promette, «sarà battaglia dura». A questi aspetti se ne aggiungono altri due. Il primo riguarda gli effetti del taglio che può innescare contenziosi tra Comuni e Governo perché, afferma il senatore Luciano D'Alfonso, i finanziamenti del Masterplan Abruzzo sono diventati irrevocabili. «Il Patto per l'Abruzzo che fa parte del MasterPlan per il Sud», dice, «ha un cronoprogramma scandito da concessioni finanziarie, impegni, anticipazioni economiche e bandi di gara per la scelta dei contraenti. Le concessioni ci sono già per tutti gli obiettivi programmati. Le aggiudicazioni seguono i bandi e le verifiche ad opera degli enti attuatori. A convenzioni firmate i fondi sono diventati irrevocabili. Non a caso è già stato versato ai soggetti attuatori il 10% per gli oneri di progettazione. L'Abruzzo è pienamente in linea con il contratto istituzionale sottoscritto e non si può tornare indietro». E arriviamo a quelle che saranno le proposte alternative per evitare in limine litis il taglio dei fondi Masterplan: «La Regione ha già comunicato la disponibilità all'utilizzo dei fondi non proceduralizzati dei Piani operativi nazionali, di competenza ministeriale, ricadenti come investimenti in Abruzzo. Per esempio l'acquisto di materiale rotabile o l'allungamento dell'Asse attrezzato. Oppure», conclude D'Alfonso, «utilizzando i 56 milioni dei canoni concessori».