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Data: 08/10/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
A24-A25: Raffica contenziosi contro 200 milioni sottratti al masterplan. Comuni e province pronti ai ricorsi: saltano risorse impegnate; Centrosinistra contro governo giallo-verde su misure decreto Genova

L'AQUILA - “Un decreto scritto con i piedi che danneggia esclusivamente l’Abruzzo”: non ha solo conseguenze politiche con il centrosinistra in rivolta contro la decisione del governo giallo-verde di finanziare con 200 milioni tagliati alla quota MasterPlan andata all’Abruzzo, la messa in sicurezza di piloni e viadotti delle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25.

La misura contenuta nel decreto Genova contro il quale si è scagliato il Pd che con l’ex premier Renzi aveva varato il MasterPlan, potrebbe innescare una serie di ricorsi e richieste di risarcimento danno nei confronti dell’esecutivo nazionale da parte dei circa 250 enti pubblici, su tutti Comuni e Province, beneficiari di fondi e che hanno già avviato progettazioni e calendarizzato l’apertura di cantieri.

Molto forti le critiche da parte dei burocrati regionali i quali sottolineano che le risorse del MasterPlan, cavallo di battaglia dell’ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ora senatore del Pd, sono tutelate anche dal diritto civile poiché sottoposte a concessione e a cronoprogramma scandito da concessioni finanziarie, impegni, anticipazioni economiche e bandi di gara per la scelta dei contraenti.

Rischi di contenziosi e retroscena emergono quindi da fonti legate agli amministratori di centrosinistra che governano la Regione Abruzzo ma anche ai dirigenti regionali che denunciano anche una serie di omissioni.

Il giorno dopo la bufera, si viene a sapere che da Roma si erano informati, a tale proposito, il dettaglio si evince “in una implacabile corrispondenza Regione-Ministeri competenti (Coesione e Mit)”.

La doccia fredda per l’Abruzzo (al Lazio sarebbero stati tagliati circa 50 milioni euro), arriva dopo due giorni di ispezioni del ministro per le Infrastrutture e Trasporti, il pentastellato Danilo Toninelli con tecnici ministeriali nel viadotto sulla A25 in località Bugnara, teatro di un servizio delle Iene, dopo le segnalazioni di preoccupazione di associazioni ed amministratori, riproponendo con forza l’allarme sulla sicurezza sulle due autostrade scattata in seguito al tragico crollo del ponte Morandi a Genova.

E che ha reso urgente l’erogazione dei 192 milioni di euro, sui quali il Mit tentennava, nei confronti della concecssionaria Strada dei Parchi Spa, del gruppo industriale abruzzese Toto, per completare la prima fase della messa in sicurezza, in particolare su piloni e viadotti.

Un intervento propedeutico alla messa in sicurezza strutturale dal costo di circa 3 miliardi di euro contenuta nel piano economico finanziario (Pef) inserito nella legge di stabilità del 2012 che in seguito al terremoto dell’Aquila ha stabilito che le due autostrade sono strategiche in caso di calamità naturali. Sulla tematica mercoledì ci sarà un summit presso il Cipe.

Stando ancora a quanto si è appreso, la Regione aveva comunicato al Governo la disponibilità all’utilizzo dei fondi non proceduralizzati dei Piani Operativi Nazionali, di competenza ministeriale, ricadenti come investimenti in Abruzzo: per esempio “acquisto materiale rotabile, allungamento asse attrezzato...” che possono essere collocati temporalmente in avanti e lasciare spazio finanziario per la sicurezza autostradale, ma “con il pacifico impegno statale a ripristinare la preesistente copertura economica”.

E poi le omissioni: si è evitato di ricordare che il suolo viario delle autostrade è di proprietà statale; si è evitato di sapere che le manutenzioni straordinarie e le ristrutturazioni sono di competenza della finanza statale; si è evitato di sapere che le anticipazioni per essere tali devono stabilire le restituzioni; si è evitato di sapere che Strada dei Parchi, per legge statale del 2012 (legge di stabilitaà) è stata qualificata infrastruttura nazionale di Protezione Civile; si è evitato di ricordare che le risorse, prese di mira nel MasterPlan per l’Abruzzo sono canalizzate da 77 interventi strategici in ragione di 350 concessioni in esercizio e non si possono smobilitare.

Si tratta di progetti - come sottolinea il Pd - che riguardano la riqualificazione di centri storici e antichi palazzi; la messa in sicurezzadi strade franate, realizzazione di infrastrutture come la Fondovalle Sangro, o potenziamenti dei porti di Pescara e Ortona; ma anche della creazione di una funivia a Chieti dove era previsto anche il finanziamento dell'ex caserma Bucciante; e infine il recupero ell'ex manicomio di Teramo insieme ai fondi per lo Zooprofilattico.

I 250 milioni vengono anticipati dai fondi per lo sviluppo e la coesione per le annualità che vanno dal 2021 al 2025.
Una ultima annotazione proveniente da fonti regionali: l’Abruzzo è pienamente in linea con il contratto istituzionale sottoscritto e non ha patito alcuna distrazione, naturalmente questo è conosciuto da chi ci ha lavorato.

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