PESCARA La graduatoria con gli ammessi al concorso per i 55 posti da operai della manutenzione di Tua, la società unica dei trasporti in Abruzzo, sarà pubblicata con tutta probabilità tra oggi e domani. In attesa dell'espletamento del bando, il caso degli interinali licenziati alla scadenza dei 16 mesi di contratto, finisce sul tavolo del Ministero del Lavoro.L'associazione delle imprese del settore trasporti Asstra ha attivato un interpello volto a «conoscere l'autentica interpretazione di talune norme del decreto dignità che disciplinano il cosiddetto periodo transitorio e che impattano sulla decisione che Tua ha assunto». Nel frattempo, il deputato Pd Camillo D'Alessandro, presente ieri al vertice in Regione convocato dal consigliere con delega ai trasporti Maurizio Di Nicola, si è detto pronto a portare la vicenda all'attenzione del Parlamento, convinto che, nel vuoto legislativo del decreto dignità, quello degli interinali di Tua possa rappresentare «un caso scuola a livello nazionale, applicabile a tutte le società pubbliche italiane». «La legge che porta la firma di Luigi Di Maio», sottolinea D'Alessandro, «non chiarisce se debbano applicarsi gli stessi parametri anche all'interno delle aziende pubbliche che hanno già bandito i concorsi. Il quesito che abbiamo rivolto al Ministero attiene alla possibilità o meno di applicare il regime transitorio ai 55 interinali licenziati, ossia la proroga dei contratti fino all'espletamento del concorso senza il rischio di incorrere in ricorsi e contenziosi». All'incontro di ieri mattina negli uffici del dipartimento trasporti, a Pescara, hanno partecipato una delegazione di lavoratori, il direttore generale di Tua, Alfonso Cassino e il dirigente Tobia Monaco. «Questo decreto che noi abbiamo contrastato fin dall'inizio», dice D'Alessandro, «doveva essere applicato ai nuovi contratti, non a quelli già in essere. Il decreto che doveva ridare la dignità sta producendo solo disoccupazione. Se il Ministero dovesse fornire una risposta negativa all'interpello, mi farò portavoce della vertenza in Parlamento sia attraverso la commissione lavoro e sia con un'interrogazione a Di Maio».