E' bastato solo ipotizzare che il Comune possa perdere i 12 milioni del masterplan destinati alla riqualificazione dell'area di risulta a far scattare l'allarme rosso ieri in consiglio comunale e paralizzare i lavori in aula. Ha creato scompiglio la consigliera cinquestelle Erika Alessandrini quando, presa la parola, ha proposto al sindaco Alessandrini di sospendere il confronto sugli emendamenti e di sincerarsi prima della sorte di quelle risorse. Aggiungendo poco dopo che il piano finanziario in discussione «potrebbe essere in ogni caso alleggerito di una ventina di milioni di costi solo rivendendo le scelte in ordine alle infrastrutture interrate». E' stato un apriti cielo. Severa, anzi rabbiosa la reazione della maggioranza per voce del capogruppo Pd Marco Presutti: «Siamo ormai a livelli di sfacciataggine assoluta, da consigliera M5S la Alessandrini potrebbe informarsi direttamente dal ministro Toninelli sul presunto taglio dei finanziamenti. Piuttosto - ha commentato ancora Presutti - i consiglieri cinquestelle farebbero bene ad unirsi alla battaglia a favore del territorio affinché la città non perda quelle risorse importanti: la politica cittadina in passato ha saputo sempre fare quadrato sulle scelte importanti a prescindere dagli schieramenti». Se pure i 12 milioni del masterplan non sono ancora vincolati all'area di risulta, è anche vero che la discussione è approdata in aula dopo un iter durato due anni che non può essere gettato alle ortiche. Nè la difficoltà a reperire fondi per la manutenzione delle autostrade può giustificare una scelta del genere: «L'impressione è che questo governo stia spostando le stesse fiches su più tavoli senza avere risorse» ha aggiunto Presutti.
LE OPERE A RISCHIO
A lanciare un grido d'allarme sul possibile taglio dei 12 milioni del masterplan era stato per primo Stefano Casciano, consigliere di Articolo 1-MdP, il quale ieri ha stilato la lista delle opere a rischio con il temuto taglio di finanziamenti: «Premesso che il vice governatore Lolli ha già precisato che 700 dei 753 milioni del masterplan sono già oggetto di convenzioni con enti pubblici, i 53 milioni rimanenti sono legati al depuratore di Pescara, alla pista ciclabile di Ortona e a interventi di salvaguardia dal dissesto idrogeologico». Opere di cui Pescara e l'Abruzzo hanno grande necessità, motivo per cui è difficile credere a un taglio di risorse tanto devastante per volontà del governo. «Dopo la cancellazione dei 18 milioni per le periferie ci si può aspettare di tutto - ha detto Casciano -. Considero assurdo che la scelta su cosa portare avanti e cosa no dipenda anche dal parere della consigliera regionale di minoranza Sara Marcozzi».
ALESSANDRINI CONTRO
Nel pomeriggio, il sindaco Alessandrini ha espresso stupore e preoccupazione per il fatto che l'Abruzzo possa «pagare amaramente la paventata perdita dei fondi del Masterplan» e ha definito singolare che la omonima consigliera pentastellata abbia chiesto a lui «di verificare se è ancora lecito sperare nei 12 milioni di fondi Masterplan per le aree di risulta: perché chiederlo all'Amministrazione e non sincerarsene di persona, essendo parte di una filiera governativa che agevolerebbe tale comunicazione?». Ed ancora: «Come può, chi dice ad ogni buona occasione di non pensare ad altro che al bene della città, insinuare un simile dubbio senza prodigarsi per scioglierlo e rassicurare gli animi sulla sicurezza dei fondi che questa città non può permettersi di perdere per riqualificare quegli 11 ettari di città?». Il sindaco Alessandrini giudica incredibile lo scenario attuale: «...Con la paventata perdita di 200 milioni del Masterplan non salterebbero solo le aree di risulta, ma le manutenzioni, gli interventi per la depurazione fondamentali per il nostro mare per cui, mettendoci la faccia noi con la Regione, ci siamo impegnati rompendo decenni di inerzia».