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Data: 09/10/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Abruzzo verso le regionali - Regionali: da Fratelli d'Italia nuova rosa di nomi, ma alleanza vacilla sempre più. Sul tavolo coordinamento abruzzese i nomi di Morra, Sgismondi, Testa e Marsilio. Fdi spaccato. Liris: «Contento che biondi rimanga»

L'AQUILA - In un partito sempre più spaccato sulla composizione della rosa dei papabili alla Presidenza della Regione Abruzzo per il centrodestra da sottoporre al leader nazionale Giorgia Meloni e agli alleati, in vista delle elezioni del prossimo 10 febbraio, emergono nuovi particolari sulle manovre, confuse, in atto in Fratelli d’Italia: stasera, in occasione di una nuova riunione del coordinamento regionale, verrà ufficializzata l’ennesima proposta, fatta di figure politiche, che viene fuori dalle decisioni dei coordinamenti delle quattro province.

I nomi sono quattro, il segnale di una divisione difficile da capire in un partito, il più piccolo del centrodestra, che non può contare certo su una ampia classe dirigente: i due coordinatori regionali, Giandonato Morra ed Etelwardo Sigismondi, indicati rispettivamente da Teramo e Chieti, il capogruppo al Comune di Pescara, Guerino Testa, da parte del coordinamento di Pescara, ed infine è arrivata l'investitura, da parte del coordinamento provinciale dell'Aquila, di Marco Marsilio, senatore romano originario di Tocco da Casauria (Pescara).

Come dire nessuna intesa, dopo giorni di grande passione. Tutto ciò in un quadro in cui sembra vacillare l'alleanza di centrodestra e nel quale i vertici regionali insistono sul profilo politico e di appartenenenza mentre a livello nazionale si continuano ad esaminare figure espressione della società civile, seppur di area.

A sorpresa manca il nome del manager pescarese della comunicazione Michele Russo, già presidente della Gtm, azienda di trasporto pubblico poi confluita nella società unica regionale Tua, che continua però a reggere sul tavolo nazionale e nei confronti della Meloni, che la scorsa settimana ha definitivamente detto di "no" al sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, suo amico da tempo.

Anche Russo vanta un rapporto di grande stima con la Meloni, per la quale ha curato le campagne elettorali e ridisegnato lo stesso simbolo di Fratelli d'Italia, ma non avrebbe buoni rapporti con Morra, per vecchi rancori risalenti al periodo in cui il primo era alla guida della Gtm e il secondo era assessore regionale ai Trasporti, il cui capo di gabinetto era Carla Mannetti, dirigente di Fdi ed assessore comunale all’Aquila.

La nuova esclusione di Russo desta sorpresa perché stando a rumors circolati negli ambienti politici, avrebbe dovuto ricevere l’investtura da parte dei coordinamenti provinciali di Chieti e Pescara, tanto da essere messo in concorrenza, come rappresentante delle aree costiere, con Marsilio, sponsorizzato da Biondi e la Giunta comunale di centrodestra dell’Aquila, quale figura scelta dall’Abruzzo Interno.

In un contesto nel quale Biondi avrebbe puntato su questa soluzione per stima nei confronti di Marsilio ma anche per mettere i bastoni tra le ruote a Russo, ritenuto tra coloro che hanno peritato a Roma la sua esclusione.

A tale proposito, il vice sindaco dell’Aquila, Guido Liris, che nella ricostruzione di questo giornale è stato indicato tra i sostenitori dell’ultima strategia di Biondi pro Marsilio, interpellato da Abruzzoweb, sottolinea: "Sono estremamente soddisfatto della scelta di Pierluigi Biondi di rimanere alla guida della nostra città. Ora avanti tutti insieme, con le energie positive del territorio, ancora più veloci e più proficui. I nostri concittadini nutrono grandi aspettative nei nostri confronti, non meritano di essere delusi - spiega il forzista, vice coordinatore regionale, tra i papabili alla candidatura al Consiglio regionale che sugli accadimenti in Fdi parla di "faccenda interna”.

"Non entro nelle dinamiche del Partito di Giorgia Meloni, ragazza che conosco da quando si faceva militanza giovanile insieme, né sono complice di assi politici a favore dell'uno o dell'altro possibile candidato alla Presidenza della Regione Abruzzo - spiega -. E questo per un semplice motivo: è, in questo momento, una faccenda interna a Fratelli d'Italia. In qualità di alleati non possiamo fare altro che aspettare la rosa di nomi che verrà portata all'attenzione degli alleati e solo allora verrà espresso un nostro parere. La condizione essenziale è che ci sia la necessaria condivisione perché si possa vincere una sfida ampiamente alla portata del centrodestra".

E sulle elezioni del prossimo 10 febbraio, sentenzia che "solo il centrodestra può decidere di perdere, con atteggiamento autolesionista, la Presidenza della Regione".

Davanti ad un partito, a cui il tavolo nazionale ha assegnato l’Abruzzo nell’ambito della ripartizione delle quattro regioni al voto nel 2019, diviso e lacerato che tarda a indicare la rosa di nomi da condividere con il resto della coalizione, preoccupazione trapela dagli alleati: se Forza Italia sembra fare buon viso a cattivo gioco - "siamo garbatamente in attesa", ha detto nei giorni scorsi il coordinatore regionale Nazario Pagano - la Lega è ormai da giorni in silenzio, probabilmente imposto da Roma.

Nel frattempo, se osservando quanto sta accadendo in Sardegna l'alleanza di centrodestra sembra ancora in bilico, altre conferme arrivano dalla rassegna stampa delle altre regioni. Come nelle Marche e in Toscana, ad esempio, che non sono tra le quattro regioni chiamate al voto e oggetto della spartizione del tavolo nazionale del centrodestra, ma sembrano costituire nuovi laboratori politici in cui potrebbe essere sperimentata a livello locale l'alleanza tra Lega e Movimento cinque stelle che sostiene il governo Conte.

Al Corriere Fiorentino, l'ex presidente del Senato Marcello Pera ha rilasciato un'intervista dall'eloquente titolo: "Attenti, la Toscana può essere il laboratorio dei gialloverdi".

Nelle vicine Marche, terra dove abita il coordinatore abruzzese, il deputato Giuseppe Bellachioma, si va oltre, e un po' come successo in Abruzzo nella bollente estate in cui azzurri e salviniani se le sono suonate, salvo poi sancire una pace, almeno temporanea, il coordinatore regionale della Lega, Paolo Arrigoni, vechia conoscenza abruzzese per aver gestito il partito nella fase embrionale, non ha escluso la corsa in solitaria alle regionali del 2020, e il commissario regionale di Forza Italia, Marcello Fiori, ha risposto con la stessa lingua: "Avanti anche senza la Lega", ha detto al Corriere Adriatico, ricordando come "il Carroccio ha scelto i Cinque stelle, noi invece restiamo nel centrodestra con una nuova sfida". (b.s.-m.sig.)

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