L'AQUILA Una nuova rosa di nomi, da sottoporre a Roma, una volta accertata l'uscita di scena del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi (per sua scelta dopo il confronto con Giorgia Meloni) e di Michele Russo (escluso a sorpresa dalla federazione pescarese nei giorni in cui pareva poter essere il favorito). E' questa la linea di Fratelli d'Italia che cerca di uscire dall'impasse sulla scelta del candidato presidente del centrodestra alle prossime regionali. A patto che tutto ciò serva: il clima a livello nazionale sta peggiorando di giorno in giorno tra le tensioni all'interno del governo e quelle che si registrano localmente, come in Sardegna. Oggi l'esecutivo nazionale è concentrato sulle tante questioni delicate in campo, alcune delle quali (in particolare fiscali ed economiche) assolutamente preminenti. Ecco perché l'argomento elezioni, a maggior ragione con il rischio slittamento del voto a maggio, resta sullo sfondo. Il partito della Meloni, però, vuole lanciare un segnale di chiarezza in questa fase che in ogni caso, dopo l'accelerazione seguita al vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni, ora fa registrare una fase di stasi. Nella nuova rosa saranno confermati i coordinatori regionali Giandonato Morra ed Etel Sigismondi, insieme a Guerino Testa (su cui insiste la federazione pescarese) e a Marco Marsilio, senatore romano originario di Tocco da Casauria. Questo dovrebbe essere il quartetto da sottoporre nuovamente a Giorgia Meloni. E, di conseguenza, agli alleati di coalizione, che attendono ancora una proposta ufficiale, come ripetono ormai quotidianamente. L'unica novità di ieri è la dichiarazione del vice sindaco dell'Aquila, Guido Liris, che ha detto di aver apprezzato il passo indietro di Biondi: «I nostri concittadini nutrono grandi aspettative nei nostri confronti, non meritano di essere delusi». Lo stesso Liris ha poi confermato la linea del partito, ritenendo la questione candidatura «un fatto interno a Fdi». Insomma, il quadro si fa di giorno in giorno più complesso, anche perché il centrosinistra si guarda bene dall'uscire allo scoperto prima che si capisca cosa facciano dall'altra parte della barricata. Giovanni Legnini è ufficialmente ancora in fase di riflessione e attorno a lui si sta provando a costruire una quadratura ampia, che riguarda la sinistra ma anche l'ampia galassia civica che potrebbe rappresentare l'impronta della coalizione (è addirittura in corso un dibattito se schierare il simbolo del Pd o meno). Spettatore attento resta Fabrizio Di Stefano, che prosegue l'opera di contatto e ascolto con il territorio e continua a ritenere di poter rappresentare l'ago della bilancia (e forse la sintesi). Attenzione ai tempi, però: non saranno brevi, il voto a febbraio è ancora lontano e il possibile slittamento a maggio rende tutto più sfumato.