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Data: 10/10/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Svolta grillina della Camusso su Landini è guerra nella Cgil (Sigle sindacali e iscritti nel 2017 - guarda)

ROMA Ma come mai Susanna Camusso, che non ha mai sopportato Maurizio Landini, che ha spesso polemizzato con lui, che aveva in serbo tutt'altro candidato (candidata) alla guida della Cgil, ebbene, come mai proprio lei ha designato come successore Maurizio? Lo chiedi a sinistra, chiedi lumi in Cgil, rivolgi l'interrogativo a ex cgiellini, e tutti danno la stessa risposta: «Hanno scelto l'unico personaggio che ha e potrebbe avere una interlocuzione con il M5S». È una svolta filo grillina, quella che si annuncia in Cgil ove mai Landini assurgesse alla poltrona più ambita di corso d'Italia. Sì, perché a onta della designazione a sorpresa da parte di Camusso, i giochi sono tutt'altro che fatti, e non è detto che alla fine Landini riesca a spuntarla. Suni fino all'altro giorno aveva puntato sul ricambio generazionale, la sua candidata si chiamava Serena Sorrentino, una storia alle spalle simile a quella della Camusso, che in gioventù era del Movimento studentesco di Capanna, Toscano e Cafiero: approdata in Cgil dalla scuola e dall'università a soli 23 anni, studi umanisti alle spalle (Camusso era aspirante architetta), ora a 36 anni Sorrentino era in corsa per la guida Cgil. «Ma siccome è stata stoppata, Camusso, che è vendicativa, ha optato per il candidato più lontano da lei ma anche più inviso a quelli che hanno bocciato la candidatura di Sorrentino», raccontano quelli che la conoscono bene.
IN CORSA
Un altro candidato in corsa è (era?) Vincenzo Colla, classica scuola riformista, contrario al reddito di cittadinanza («non convince per niente, meglio, molto meglio il lavoro di cittadinanza») e favorevole al Tap («ci porta il gas dall'Asia e ci aiuta a essere meno dipendenti da Putin»). È saltato pure il possibile candidato di mediazione, Franco Martini, per raggiunti limiti di età (è del 1953), di lui si era vociferato come possibile segretario ponte. Quello che nel Pd fa molta fatica a prendere piede, il dialogo con il M5S, in Cgil viene presentato come terreno ormai in discesa. «In effetti è una scelta di movimento, apprezzata dall'estrema sinistra, non certo una scelta di riformismo radicale», conviene Cesare Damiano, una passato in Cgil, che aggiunge: «Landini come Fiom ha firmato solo l'ultimo accordo metalmeccanici, per il resto è rimasto sempre isolato, ma un sindacato se non firma accordi che ci sta a fare? Non è che l'obiettivo può essere trasformarsi in un partito».
FUOCO INCROCIATO
Su Camusso, da quando si è pronunciata pro Landini, piovono e continuano a piovere critiche e lamentele. «Passerà alla storia come colei che ha spezzato in due la Cgil», attacca chi fa notare la forte opposizione che si va organizzando nel sindacato. Poi c'è un problema di democrazia, come sottolinea Carla Cantone, deputata dem che dalla Cgil proviene: «Per l'elezione del nuovo segretario bisogna rispettare le regole, le tifoserie non vanno bene. E le nuove regole prevedono che il nuovo leader venga eletto dall'organismo uscito dal congresso». «I socialisti in Cgil sono stati sempre un problema, hanno sempre dovuto dimostrare di essere più a sinistra dei comunisti, gli ultimi esempi Epifani e Camusso, tutt'altra cosa, e scuola, i riformisti come Lama», la rasoiata di Stefano Ceccanti.

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