PESCARA Il post di Giuseppe Bellachioma arriva come un macigno nell'acqua stagnante del centrodestra. Il leader regionale della Lega ha detto basta. È stufo di attendere le schermaglie che si consumano all'interno di Fratelli d'Italia, il partito designato a scegliere il candidato presidente gradito all'intera coalizione. Il tempo passa e il nome non esce. Così Bellachioma rompe il silenzio e su Facebook scrive di non volersi più sentire un ostaggio. Il deputato leghista suona la sveglia a Giorgia Meloni e, raggiunto per telefono dal Centro, va ben oltre il suo messaggio sul social. «Abbiamo predicato per sei mesi di essere ostaggio del Pd, ora il paradosso è che lo siamo per un'indecisione che a mio giudizio denota anche un'impreparazione di Fratelli d'Italia. Finora abbiamo accettato di rispettare gli accordi. Ma qui si sta mettendo a rischio la nostra vittoria alle regionali del 10 febbraio perché M5S e Pd si stanno muovendo da tempo».Il leader del Carroccio alza i toni: «Sono stato in rispettoso silenzio. Ma ora basta, il silenzio viene interpretato come sudditanza. Ho la responsabilità di un partito, i miei non li posso tenere più». È una valanga, Bellachioma, quando rivela: «Ho liste pronte da venti giorni, mi sembra assurdo aspettare chissà che cosa mentre all'interno di Fratelli d'Italia ci sono lotte intestine che danno l'immagine di un'assoluta inconsistenza di qualsiasi proposta ci sarà fatta. Non amo le chiacchiere», tuona il leghista, «ho dieci commissioni programmatiche al lavoro. Le riunirò domani a Roseto mentre sabato prossimo presenterò tutti i nostri candidati. Se avessimo avuto la possibilità di decidere il candidato governatore lo avremmo fatto in 48 ore. Questi invece pensano a definire una rosa. Macché rosa, si sbrighino!», sbotta, «non accetto una strategia che avvantaggia i nostri rivali».La conclusione è perentoria: «Se entrò pochi giorni non esce il nome io lancio tutte le candidature della Lega. Non sono più disposto a dare un'immagine di impreparazione, spaccatura e inconsistenza. Aspettare significa perdere». Che cosa fa Fratelli d'Italia? Da una cortina di silenzio trapela qualcosa. L'incontro a Roma con la Meloni ci sarà giovedì prossimo. Due giorni prima, però, il partito si riunirà in Abruzzo per stilare un elenco di nomi: quella rosa di cui Bellachioma non vuole più sentir parlare. Ma questa volta, a differenza di tre settimane fa, non ci saranno solo nomi di politici, vale a dire i coordinatori regionali di Fdi, Giandonato Morra e Etel Sigismondi, quindi Antonio Tavani e Guerino Testa. A rompere lo schema, giocando d'anticipo sulla leader Meloni che in rosa impone anche non politici, è stata la componente marsicana-teramana del partito che ha deciso di proporre Walter Di Bastiano, 65 anni di Avezzano, primario di oculistica nell'ospedale della sua città, e con un passato recente nei palazzi della politica regionale dove, dal 2009 fino al 2014, è stato anche presidente della giunta del regolamento e consigliere segretario della quinta commissione sanità e sociale, come esponente del Pdl. Il suo nome compare in un documento con cui la componente marsicana di Fratelli d'Italia lo indica insieme a Morra. Ma dall'Aquila, Pierluigi Biondi, tifa per il senatore romano Marco Marsilio. E dalla federazione di Chieti gli arriva lo stop: se il candidato è un politico, dicono, lo vogliamo abruzzese autentico. Il dado quindi non è ancora tratto. Ma dev'esserlo entro sabato.