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Data: 15/10/2018
Testata giornalistica: Rassegna.it
«Un voto al governo? Non sufficiente». "L'esecutivo non indica una prospettiva di futuro, solo molta voglia di consenso": così il segretario Cgil Camusso in un'intervista su RaiTre. Legge Fornero: "Intervento interessante sulle pensioni di anzianità, ma non c'è nulla per giovani e donne"

“Il governo non indica una prospettiva di futuro. Vedo molta voglia di consenso e di accarezzare tutti i moti peggiori, ma non di indicare dove va il Paese. Oppure di indicare un Paese molto xenofobo, fondato sulla paura degli altri, quindi tutt'altro che un Paese sereno. Non gli darei un voto sufficiente”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, parlando stamani (venerdì 12 ottobre) alla trasmissione Agorà su Raitre: “Bisogna smetterla di dire che la finanza pubblica non può reggere impatti, il problema è come costruisci la finanza pubblica. In questo Paese il conto lo pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati. I grandi contribuenti sono quelli che hanno proporzionalmente la tassazione più alta, sono quelli a cui si tagliano i salari e le pensioni. Allora proviamo a spostare l'ago della bilancia: per esempio tutti quelli che hanno guadagnato durante la crisi, mentre i lavoratori stavano peggio, potrebbero avere un carico proporzionale al reddito”.

Il segretario generale Cgil affronta anche il tema delle pensioni: “Vedremo la proposta del governo: l'intervento che si preannuncia è interessante per il versante delle pensioni di anzianità, ma non interviene sui temi fondamentali dei giovani e delle donne, e non vedo una discussione nel governo che preannuncia soluzioni”. Camusso commenta poi le parole di Tito Boeri sulla quota 100: “Penso che di allarmi del presidente dell'Inps ne abbiamo avuti fin troppi. Gli allarmi si ripetono continuamente dentro l'idea che non si deve fare niente. Invece è indubbio che la legge Fornero è ingiusta e piena di diseguaglianze”. Per Camusso “uno degli effetti della legge Fornero è stato quello di trattenere al lavoro molti lavoratori, che hanno rappresentato un tappo, ma in quali proporzioni dipende dalle scelte di sviluppo e di investimento che si fanno, non c'è un meccanico mantenimento dell'occupazione”. Anche in merito all'allarme lanciato sui pensionamenti nel pubblico impiego, il leader sindacale osserva che “il problema non è se finalmente lasciamo andare in pensione i lavoratori pubblici, ma che il blocco del turnover ha determinato l'invecchiamento dei dipendenti”.

Il segretario generale Cgil commenta poi l'attività del ministro del Lavoro Luigi Di Maio. “La sensazione è che spesso cerchi di non dare le soluzioni che annuncia: penso al tavolo dei rider, dove sembrava che si dovesse fare una legge in 15 giorni, mentre siamo ancora in attesa della convocazione e di capire quali siano le intenzioni del governo. Sono evidenti le distanze tra annunci e pratica”. E infine aggiunge: “Il governo va in giro a parlare di concertazione, ma poi non succede nulla. Ho incontrato il ministro Di Maio sulle vertenze, non sulla legge di bilancio. Questo credo sia un problema”.

Camusso, in conclusione, analizza alcune misure annunciate del governo. “Credo che sia giusto un intervento sulle partite Iva”, dice parlando della flat tax: “Dopodiché, se ogni volta si alza l'asticella, siamo sempre allo stesso problema: non c'è mai un'idea progressiva”. Riguardo al reddito di cittadinanza, per il segretario generale Cgil “adesso non sappiamo cosa sia. Non abbiamo capito come viene alimentato, chi riguarda, con quali vincoli. Può essere una misura utile se attivata insieme agli investimenti, altrimenti non è utile al lavoro”.

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