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Data: 16/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Il braccio di ferro con il governo - Il caso Masterplan. I sindaci: il Parlamento cancelli il taglio. L'Aquila, assemblea contro lo storno di 250 milioni dalla Regione alle autostrade. I 5 Stelle: il decreto sarà corretto

L'AQUILA Una serie d'interventi, anche piccoli, ma vitali per i Comuni montani d'Abruzzo. Per rivitalizzare, ad esempio, i borghi; e poi un progetto da 6 milioni di euro che permetterebbe di accedere con maggiore fruibilità al Gran Sasso e che riguarda la sistemazione di una serie di strade da Castelli a Castel del Monte, dall'Aquila a Farindola, attraversando tutta la Piana di Campo Imperatore. Se le risorse del Masterplan Abruzzo venissero a mancare, tra i settori colpiti ci sarebbe «il turismo e la sopravvivenza delle comunità residenti nei piccoli Comuni». E' soltanto uno dei tanti progetti che rischierebbero uno stop «se la svista del Mit sul caso Masterplan non venisse corretta». A dirlo è il sindaco di un piccolo Comune aquilano, Luciano Mucciante, tra le decine di beneficiari del Masterplan - oggetti attuatori, Comuni, Province, università ed enti strumentali della Regione - che ieri mattina hanno riempito l'auditorium della sede della Giunta regionale a palazzo Silone, chiamati a raccolta dal presidente vicario della Regione Giovanni Lolli per pianificare futuri interventi a difesa «dei soldi degli abruzzesi». Assemblea che, per una volta, pur fra i dovuti distinguo, ha visto insieme parti opposte della politica regionale e locale. E anche se dal Movimento 5 Stelle arriva la rassicurazione della consigliera Sara Marcozzi («Il decreto per Genova verrà modificato nelle prossime ore in commissione Ambiente alla Camera dei Deputati»), di fronte alle promesse «è sempre preferibile agire»: questo è il motto emerso nel corso dell'assemblea.
MOBILITAZIONE. All'ordine del giorno la mobilitazione dei parlamentari abruzzesi per far fronte comune nei confronti del Governo. Toccherà a loro, senza distinzioni di casacca, presentare un emendamento soppressivo di una parte del cosiddetto decreto per Genova, laddove all'articolo 16 il Governo indica la volontà di prelevare 250 milioni dal fondo del "Masterplan Abruzzo" e utilizzarli per i lavori di somma urgenza sull'infrastruttura autostradale
A24 e A25. DI CHI È LA COLPA? Assemblea tesa, soprattutto durante gli interventi dei rappresentanti dei 5 Stelle, interrotti più volte dai sindaci. Secondo Marcozzi «l'errore» del ministero delle Infrastrutture sarebbe stato indotto dalla delibera di Giunta regionale 499 del 9 luglio scorso. Una dichiarazione questa che ha scaldato ulteriormente gli animi. Marcozzi ha sottolineato poi la disponibilità dei ministri Danilo Toninelli e Barbara Lezzi (ministra per il Sud) a emendare il decreto. In sostanza i due ministri avrebbero condiviso quanto sostenuto dal presidente Lolli e dal direttore generale Vincenzo Rivera (che ha dovuto, con un lavoro certosino, ricostruire il carteggio tra Regione e i vari ministeri per provare con carte e documenti il corretto operato dell'ente): la copertura per i lavori di messa in sicurezza verrà dunque individuata sul Fondo di sviluppo e coesione 2014/2020, che sono risorse del Mit e non dalle economie già vincolate del Fsc.
PAROLA D'ORDINE. «Prendiamo atto che, sebbene tardivamente, il M5S abbia riconosciuto il danno subìto dagli abruzzesi, da noi subito denunciato», ha detto la deputata del Pd Stefania Pezzopane, che invita il M5S, «a votare i nostri emendamenti, oppure a presentare i loro». A sostenere che il decreto debba essere al più presto emendato e che i soldi del Masterplan non vengano toccati, anche i consiglieri regionali di Forza Italia. «Riteniamo che la soluzione ottimale su cui bisogna lavorare sia la modifica immediata del decreto per Genova con un coefficiente paritario d'impegno tra Abruzzo e Lazio e con il taglio lineare dell'1% dell'intero fondo destinato alle Regioni, a cui vanno sommati i 111 milioni già disponibili ma bloccati da una causa tra l'Anas e il Governo», è la proposta sulla quale il Governo deve lavorare secondo il consigliere forzista Mauro Febbo.
ALTERNATIVA. In alternativa all'utilizzo dei fondi del Piano operativo nazionale per le infrastrutture esiste una seconda strada percorribile secondo il presidente Lolli: «Oltre a 58 milioni anticipati a suo tempo dal Governo e già utilizzati dal gestore delle autostrade abruzzesi, ci sono altri 112 milioni anticipati al gestore a valere sulle royalties di utilizzo delle autostrade da parte degli utenti per un periodo di due anni; i rimanenti 80 milioni mancanti per arrivare alla somma dei 250 milioni necessari potrebbero essere versati al 50% ciascuno, dalle Regioni Lazio e Abruzzo».

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