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Pescara, 24/07/2024
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Data: 16/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Pierboni: dopo i lavori le pile resisteranno a forti terremoti. Fabris: Toninelli ha annunciato i fondi ma non sono arrivati

PESCARA L'ingegner Luigi Pierboni è il responsabile della direzione lavori per la messa in sicurezza di A24 e A25. Da quanto tempo avete iniziato i lavori?«Per questo lavoro in particolare, a Bussi, da una settimana. La messa in sicurezza, invece, è partita con l'antiscalinamento da maggio 2017, ma alcune lavorazioni erano già avvenute negli anni precedenti. Su 7 viadotti (Cerchio, Collarmele, Palude, Campane e altri tre) i lavori già completati a ridosso del terremoto del 2009. Subito dopo il sisma abbiamo messo a posto tutti i viadotti in cui era avvenuto lo scalinamento».Anche il terremoto di Amatrice ha prodotto danni?«Evidenti solo al viadotto Popoli perché ha fatto fuori i rulli, gli appoggi cilindrici».Quale è il grado massimo di magnitudo di terremoto sostenibile dai piloni?«Magnitudo 7, però i nostri conti non son fatti sulla magnitudo ma sugli anni di ritorno, e cioè che più il terremoto è grosso e più è difficile che ritorni. Per esempio uno di magnitudo 8 si calcola ogni mille anni».Andiamo sulla pratica. Il terremoto che si teme di più è quello di Sulmona.«L'ultimo grosso è quello del 1700, ma entro magnitudo 7, una volta completato l'adeguamento sismico, sarà tutto in sicurezza e si potranno tranquillizzare gli automobilisti. Con l'antiscalinamento anche il 6° è sostenibile. Ovvio che in caso di scossa chiuderemmo l'autostrada. Attualmente, con le pile così, senza i lavori che vogliamo fare e che non ci fanno fare, ma che abbiamo iniziato a spese di Strada dei Parchi, oggi l'autostrada dal punto di vista del normale esercizio ha un indice di sicurezza maggiore di un anno fa».Chi lo dice?«Prima di tutto perché abbiamo fatto la messa insicurezza urgente con il progetto antiscalinamento. Poi lo hanno fissato le verifiche che il Ministero ci ha chiesto. Con certi dati di carico e l'ammaloramento esterno di oggi su molte pile siamo comunque sopra il coefficiente 1, quello di sicurezza. Per esempio, se ci fossero il vento forte a investire l'impronta del viadotto e del mezzo pesante, le frenate, con i carichi massimi saremmo comunque sopra i parametri».Come avvengono i controlli?«La verifica viene fatta prendendo per ogni viadotto il pilone più rovinato e caricato su quello più alto. Insomma, la condizione peggiore possibile». Quando saranno completati i lavori su A24 e A25?Per la messa in sicurezza si prevedono 10 anni dall'approvazione del Pef. Solo per i viadotti una spesa di 2 miliardi. L'urgenza è il rifacimento delle pile, che sono sicure, ma da cui potrebbero staccarsi calcinacci per l'escursione termica. Tra tutte le pile, ne abbiamo estratte 60 su 8 viadotti dove sotto passano le strade. C'è l'ok del Genio civile e stiamo procedendo».

Fabris: Toninelli ha annunciato i fondi ma non sono arrivati

PESCARA Mauro Fabris è il vicepresidente di Strada dei Parchi e segue da vicino la questione dei fondi per la sicurezza. Dottor Fabris, a che punto è la questione dei finanziamenti per la messa in sicurezza dell'autostrada?«Il ministro Toninelli ha fatto un annuncio in cui mette a disposizione, con il decreto Genova, i 192 milioni che nella legge del 2017 sulla coesione e sviluppo la Regione Abruzzo contesta, sarebbero disponibili a partire dal 2021. Nel decreto Genova all'articolo 16 effettivamente c'è questa anticipazione. Il punto è che ad oggi, a più di 20 giorni dal decreto, non ci sono ancora i relativi decreti attuativi del Ministero, nonostante in sede tecnica il provveditorato del Mit per il Lazion abbia già approvato questi progetti e nonostante questi progetti riguardino esattamente quei viadotti che anche il ministro nei suoi sopralluoghi televisivi aveva indicato come i più bisognosi di intervento».Questo cosa signific a?«Che noi stiamo subendo questo incomprensiblie ritardo nel'emanazione dei decreti, a quanto pare perché la Direzione competente si rifiuta di emanarli nonostante l'impegno del ministro e l'approvazione in sede tecnica degli stessi progetti. Questo è molto grave perché da un lato noi registriamo questa pressione mediatica e anche delle istituzioni locali, (sindaci e altri), e dall'altro gli annunci di Toninelli che i soldi sono pronti».E ora cosa succede?«Questi decreti che servono per ottenere i finanziamenti dalle banche non arrivano. Questa è la contraddizione che avevamo già annunciato quando si è aperto questo allarmismo sui viadotti. L'ingegnere Migliorino aveva scritto all'associazione No Toto dicendo che anche lui riteneva importante che si avviassero le attività di manutenzione sui 13 viadotti a più elevato rischio in caso di sisma. Ebbene sono quei 13 viadotti, che hanno ottenuto l'approvazione tecnica e abbisognano 192 milioni».Poi c'è il tema del nuovo Pef (Piano economico finanziario)? «Esso vale 3 miliardi e 100 milioni, su cui abbiamo avuto un incontro al Dipe (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) in cui abbiamo condiviso con il ministero del'Economia e con il Cipe i contenuti di questo nuovo Pef che dovrebbe andare per l'approvazione nelle prossime settimane. Naturalmente i 192 milioni fanno parte dei 3 miliardi e 100».

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