ROMA Tre vertici nel giro di ventiquattrore e poco prima del Consiglio dei ministri notturno destinato ad approvare la manovra da 37 miliardi, M5S e Lega annunciano di aver siglato un'intesa su pensioni e fisco. La tregua arriva nel giorno in cui il governo è chiamato a inviare anche il Draft budgetary plan a Bruxelles, dove saranno messi nero su bianco numeri e contenuti della prossima legge di bilancio. Nonostante il caos e i litigi, che hanno portato Luigi Di Maio a disertare la prima riunione della giornata, a sera gli alleati festeggiano, almeno a parole: «Questa non è una semplice manovra - scrive il leader 5S - è un Nuovo Contratto Sociale che lo Stato stipula con i cittadini»; promesse «mantenute» con «gradualità e coraggio», fa eco Salvini che a Cdm in corso posta anche un selfie per esprimere tutta la sua soddisfazione. Gli alleati gialloverdi trattano per tutto il giorno per poi ritrovarsi a cedere, ciascuno, un po' di terreno: il taglio delle pensioni d'oro, rilanciato con la gran cassa dal leader 5S e che invece incontra scetticismo fra i leghisti, non sarà contenuto in un decreto legge (dunque non entrerà subito in vigore e non sfrutterà una corsia preferenziale durante l'esame alle Camere) bensì sarà inserito nella manovra facendo «incassare allo Stato un miliardo in tre anni» mentre la riforma della legge Fornero, cavallo di battaglia soprattutto di Matteo Salvini, partirà già da febbraio e non più da aprile come era stato concordato la scorsa settimana. Su tutto, l'oggetto della discordia, la cosiddetta pace fiscale. Bisognerà attendere i dettagli per capire l'esatta portata della misura ma, secondo quanto fanno sapere fonti vicine a Luigi Di Maio, sarà prevista la «possibilità di integrare la dichiarazione dei redditi fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate con un tetto massimo di 100.000 euro». E poco dopo dalla Lega fanno sapere che «la tassazione sul maggiore imponibile Irpef dichiarato nei 5 anni precedenti sarà del 20%», fermo restando la soglia. I 5S fanno buon viso a cattivo gioco e rivendicano di aver messo in campo norme per «aiutare chi non ce la fa con le cartelle Equitalia» nonché di aver fissato tanti paletti da rendere la misura relativamente appetibile. Sempre in tema fiscale, confermata la sanatoria anche per liti e cartelle con l'obiettivo di ridurre, dicono sempre dal governo, «moltissimo il contenzioso in Cassazione». A testimoniare la coerenza con la linea di sempre, intransigente contro chi punta a guadagnare in nero, viene confermato il carcere contro chi evade. «Niente salvacondotti», assicura più volte proprio Di Maio. Il leader pentastellato a Cdm ancora in corso in un post arriva anche a citare Roosvelt: «L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura - scrive in un post - è la paura stessa». L'accordo, che è ancora comunque da scrivere e che in Parlamento potrebbe essere oggetto di nuovi ritocchi, prevede anche il via libera ad un nuovo ulteriore decreto legge: una sorta di omnibus, che va da norme per garantire una Rc auto «equa» a una una norma sui commissariamenti della sanità per non «avere più casi De Luca», passando per lo stop ai pignoramenti della casa per chi ha crediti verso la Pubblica amministrazione e che prevede anche di tagliare «scartoffie e leggi inutili» garantendo «oltre 100 adempimenti in meno per le imprese». Ma nella manovra del «cambiamento» c'è spazio anche per gli aumenti di tasse ma «solo», precisano fonti leghiste, su «banche e assicurazioni». E arrivano anche i tagli sul fronte dell'immigrazione: nei prossimi tre anni, la sforbiciata sarà di un miliardo e 300 milioni. Risorse che Salvini è pronto a utilizzare proprio per dare soddisfazione al contratto di governo Spazio infine alle risorse anche per famiglie, con 100 milioni ad hoc.
Dalla Flat Tax alla pace fiscale. Tutte le misure messe in campo. Di Maio: «Convinceremo l'Unione europea»
ROMA Pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax. Ma anche sterilizzazione degli aumenti dell'Iva e pace fiscale. Ecco la manovra da 37 miliardi del governo gialloverde.
NIENTE CLAUSOLE IVA PER 12,5 MILIARDI Il primo impegno del contratto di governo è la sterilizzazione degli aumenti che scattano il primo gennaio 2019
PENSIONI A QUOTA 100 L'obiettivo è di garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a quota 100. Il l meccanismo dovrebbe partire a febbraio.
REDDITO DI CITTADINANZA E CENTRI IMPIEGO Servono 9 miliardi a cui aggiungere un miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l'impiego. L'attivazione vera e propria della misura dovrebbe scattare in primavera. L'assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, verrà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti.
«PACE FISCALE» AL 20% CON TETTO 100.000 EURO l'accordo stabilisce un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro. DALLE PENSIONI D'ORO 1 MLD IN 3 ANNI Il taglio delle pensioni sopra i 4.500 euro netti al mese nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati porterà nelle casse dello Stato un miliardo di euro nell'arco di un triennio.
FLAT TAX PER GLI AUTONOMI Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30.000 euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50.000 euro. L'obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro.
SGRAVI IRES, SU UTILI REINVESTITI TAGLIO AL 15% - L'aliquota al 24% scenderebbe di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili.
ADDIO A SCONTI ACE E IRI Per finanziare le agevolazioni fiscali alle imprese saranno abolite l'Ace, l'Aiuto alla crescita economica, e la mai nata imposta ridotta Iri, destinata al mondo delle Pmi e attesa dal primo gennaio 2019.
7 MILIARDI DI TAGLI, ANCHE SU IMMIGRAZIONE Promesso un taglio di 1,3 miliardi in tre anni spesi per l'immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019
DA INVESTIMENTI SPINTA AL PIL È previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi.
DECRETO TAGLIA LEGGI, NORME SU RC AUTO La novità è l'arrivo di un secondo decreto, che scorpora dal dl fiscale norme altrimenti non omogenee. Il dl rinominato «taglia scartoffie e leggi inutili» cancella oltre 100 adempimenti per le imprese« e ingloba misure per garantire una Rc auto più equa; per sancire l'incompatibilità tra ruolo di governatore regionale e commissario alla sanità per non avere più casi De Luca».