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Data: 16/10/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Abruzzo verso le regionali - Regionali: Legnini, venerdì l'annuncio? Centrosinistra con il fiato sospeso ma pronto al piano "B" qualora la risposta dovesse essere negativa: in questo caso, a tornare in ballo potrebbero essere lo stesso Paolucci, dall'ambiente politico indicato tra i papabili anche se ha pubblicamente negato l'ipotesi, e il deputato Camillo D'Alessandro.

L'AQUILA - "Sarò all'Aquila venerdì per un convegno sulla ricostruzione. Se dirò qualcosa? Non so, vediamo".

AbruzzoWeb strappa poche parole all'ormai ex vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, in predicato di essere il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Abruzzo alle regionali di febbraio, da mesi tirato per la giacchetta soprattutto dal Partito democratico, che con lui spera di riaprire una partita che, ad oggi, sembrano giocarsi centrodestra e Movimento cinque stelle.

Evidentemente, Legnini sta ancora "sfogliando la margherita", cioè come aveva anticipato, sta ancora riflettendo sulla difficile decisione per la quale si è preso il mese di ottobre, dopo che il suo mandato al Csm è terminato lo scorso 25 settembre.

I maligni dicono che Legnini stia osservando con molta attenzione le gesta, per la verità non tanto edificanti, del centrodestra prima di sciogliere il nodo. E la coalizione rimane con il fiato sospeso.

L'avvocato teatino, già sottosegretario all'Economia e alla presidenza del Consiglio, raggiunto da questo giornale dice che, almeno per adesso, "non parlo neanche sotto tortura!": da Legnini, il centrosinistra si aspetta presto una risposta e d'altro canto era stato lui stesso, sin dall'estate scorsa, ad indicare il mese di ottobre come decisivo per una scelta.

Per l’esponente dem, alto profilo istituzionale molto accreditato al Quirinale, negli ambienti politici si è parlato anche della guida di un'Authority e di altri incarichi di prestigio a livello nazionale, sia pubblici che privati, e il diretto interessato ha più volte parlato di più di un'offerta in ballo: è dunque evidente che per l'ex vice presidente del Csm la scelta sia alquanto ardua.

Ad uscire per primo allo scoperto è stato nei mesi scorsi il presidente reggente della Regione, Giovanni Lolli, che ha ammesso di avergli chiesto di accettare di guidare il centrosinistra alle regionali del 10 febbraio prossimo, elezioni anticipate per le dimissioni del governatore, Luciano D'Alfonso, costretto a lasciare per la sopraggiunta incompatibilità con la carica di senatore del Pd.

Poi, alla spicciolata, anche altri, a partire dal neo segretario regionale dello stesso Pd, Renzo Di Sabatino, e dall'assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, hanno apertamente auspicato che Legnini possa scendere in campo, "a patto - hanno ripetuto - che sia una coalizione ampia a sostenerlo e non sia il candidato del solo Partito democratico".

E infine, l'investitura "in contumacia" da parte dell'intera coalizione, durante la riunione di maggioranza all'inizio di ottobre nella sede della Regione di palazzo Silone, all'Aquila.

Le aspettative, su Legnini, sono in particolare legate alla sua capacità di coagulare forze anche eterogenee, pezzi importanti della società civile e all'ascendenza che ha persino su uomini e donne del centrodestra.

A suo sostegno, stando a quanto trapelato dagli ambienti politici, sarebbero già pronte ben due liste civiche, una delle quali con la regia dell'ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, forzista prima, alfaniana poi e infine stampella del centrosinistra, a Roma come alla Regione, con Civica Popolare dell'ex ministro Lorenzin, con cui si è ricandidata alle politiche del 4 marzo scorso.

Legnini sarebbe poi in grado di ricucire anche gli strappi interni al centrosinistra, come quello di Italia dei valori e Socialisti, che attraverso i rispettivi segretari regionali, Lelio De Santis e Giorgio D'Ambrosio, nei giorni scorsi hanno annunciato la costruzione di un progetto alternativo.

A proposito di ricomposizione di fratture politiche, Legnini sarebbe in grado di far tornare all’ovile anche i molti che hanno preso le distanze per via del rapporto con D’Alfonso. Su tutti l’ex assessore regionale Donato Di Matteo, ex Pd, e la formazione civica guidata dall’altro ex assessore Andrea Gerosolimo, prima Abruzzo Civico, ora leader di Abruzzo Insieme.

E già è arrivata la consacrazione di Liberi e uguali che, con l'assessore regionale Marinella Sclocco, hanno fatto un pubblico endorsement, parlando di Legnini come dell'"uomo giusto per l'Abruzzo": nato e cresciuto nei Democratici di sinistra, coi quali è stato presidente del Consiglio comunale di Chieti, l'ex vice presidente del Csm ha un forte ascendente anche a sinistra del Pd.

Centrosinistra dunque col fiato sospeso ma pronto al piano "B" qualora la risposta dovesse essere negativa: in questo caso, a tornare in ballo potrebbero essere, primi fra tutti, lo stesso Paolucci, dall'ambiente politico indicato tra i papabili anche se ha pubblicamente negato l'ipotesi, e il deputato Camillo D'Alessandro.

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