CHIETI Il cavalcavia a rischio crollo sull'asse attrezzato Chieti-Pescara, all'altezza dell'uscita di Dragonara, sarà abbattuto. La Regione, con la delibera numero 778, ha assegnato 130mila euro all'Arap (l'agenzia regionale per le attività produttive) per gli interventi di «salvaguardia della pubblica e privata incolumità e per la verifica dello stato fisico e strutturale» del ponte di via del Fiume, chiuso dopo la firma dell'ordinanza del sindaco di Chieti Umberto Di Primio. Le somme, disponibili sul programma attuativo regionale del Fondo di sviluppo e coesione 2007/2013, sono state attinte dai ribassi a base d'asta per la manutenzione straordinaria della pavimentazione di via Erasmo Piaggio. La demolizione del cavalcavia, la cui proprietà è del consorzio per lo sviluppo industriale di Chieti-Pescara, un ente in liquidazione dal 2015 e sommerso dai debiti, sarà autorizzata dal presidente vicario della Regione Giovanni Lolli una volta ricevuti i risultati della perizia affidata all'inizio di ottobre a una società specializzata nelle verifiche strutturali. Dalle informazioni filtrate, la strada più accreditata è quella dell'abbattimento dell'infrastruttura priva di manutenzione, chiusa al traffico ma ancora utilizzata da un'unica famiglia di residenti che non ha una strada alternativa per uscire e rientrare a casa. L'unica soluzione possibile è procedere con un esproprio mirato alla creazione di una bretella di collegamento che va dall'abitazione alla strada principale. Nero su bianco, sulla delibera con la quale la Regione ha stabilito lo stanziamento di 130mila euro all'Arap è previsto l'impiego delle risorse per l'esecuzione di indagini e verifiche sul manufatto, l'elaborazione dei progetti di «demolizione delle strutture che si riterrà eventualmente di dover abbattere», di «fattibilità tecnico-economica di un nuovo manufatto carrabile», la realizzazione di una passerella pedonale di servizio e di una pista carrabile di accesso alla casa. Ma, in sostanza, la cifra disponibile non consente di assicurare «la possibilità di ricostruzione ex novo del manufatto».