PESCARA Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha impugnato la legge per L'Aquila Capoluogo della Regione Abruzzo: la numero 28 del 24 agosto 2018 dal titolo: "Abruzzo 2019 - Una legge per L'Aquila Capoluogo: attraverso una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul concetto di Benessere Equo e Sostenibile (Bes)". Secondo il governo la norma viola l'articolo 81, terzo comma, della Costituzione. Si tratta dell'articolo che ha introdotto nella Costituzione italiana dal 2014 l'equilibrio di bilancio: "Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico". Nel comma tre si stabilisce che "Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte". Dunque per il governo la legge non ha copertura finanziaria e alla Regione toccherà rimediare con il prossimo assestamento di bilancio, come peraltro previsto al momento della presentazione della proposta. La legge per L'Aquila capoluogo assegna infatti, annualmente, 900mila euro alla città, in virtù del suo status di guida in ambito regionale. A gestire questi fondi sarà una Conferenza programmatica, che si riunirà in Regione, presieduta dal sindaco dell'Aquila, a cui prenderanno parte tutti i sindaci del comprensorio, in un'ottica di città-territorio, e un rappresentante regionale. In seno a questo tavolo di concertazione verranno decisi, di volta in volta, i progetti e le iniziative da finanziare con gli stanziamenti straordinari. Capofila sarà sempre il Comune dell'Aquila, che avrà il compito di gestire i fondi, d'accordo con le amministrazioni del territorio. La legge istituzionalizza, inoltre, la Perdonanza celestiniana, riconoscendole un valore regionale e coinvolgendo, nelle attività di promozione e di valorizzazione, l'intero territorio abruzzese.