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Data: 22/10/2018
Testata giornalistica: Rassegna.it
Per Cgil, Cisl e Uil il momento delle scelte. Lunedì gli esecutivi unitari a Roma. I sindacati presentano la loro piattaforma sulla manovra economica. E chiedono l’apertura di un confronto con governo e Parlamento. Camusso: “Se non ci sarà, metteremo in campo tutte le iniziative necessarie”

Manca poco per avere la temperatura esatta del rapporto tra sindacati e governo a guida Lega-5Stelle. Il termometro la fornirà lunedì prossimo, 22 ottobre, giorno in cui si riuniscono gli esecutivi nazionali di Cgil, Cisl e Uil. L’appuntamento è a Roma, al mattino, presso l’Auditorium Donat Cattin di via Rieti. Al centro dei lavori delle tre confederazioni – da seguire in diretta su RadioArticolo1 – , la valutazione sul Def e sulla legge di Bilancio 2019 e le proposte dei sindacati per la crescita e lo sviluppo del Paese. Parteciperanno i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Il banco di prova è la manovra economica. Il Def presentato dal governo non è piaciuto alle confederazioni, che hanno quindi deciso di mettere a punto una piattaforma unitaria che parta da lavoro fisco e pensioni. Un documento prevedibilmente critico e severo, quello che lunedì sarà sottoposto al varo degli esecutivi unitari e poi alla discussione degli attivi nei territori e delle assemblee nei luoghi di lavoro (dalla seconda metà di ottobre).

Cgil, Cisl e Uil chiedono che si apra un confronto con il governo e il Parlamento. Ma, dal suo insediamento a oggi, “normali” e istituzionali relazioni tra sindacato e governo non si sono viste. Quest’ultimo, però, potrebbe cambiare atteggiamento, di fronte a una mobilitazione sindacale e a un diverso attrito col mondo del lavoro, nelle prossime settimane.

Per Cgil, Cisl e Uil i numeri del Def “sono in contraddizione rispetto ai messaggi che il governo vorrebbe dare”, ha spiegato giorni fa Susanna Camusso –. Non si ridistribuisce il reddito con la flat tax, che invece premia chi ha di più. Non serve dire che si ridistribuisce reddito se contemporaneamente si tagliano welfare e servizi alle persone. Non abbiamo bisogno di un Paese con ancora più sanità privata, ne abbiamo già troppa”. Quanto al reddito minimo di cittadinanza, i sindacati non negano “il bisogno di intervenire rispetto ai temi della povertà”, precisa Camusso, ma rilevano il rischio di “un vicolo cieco che non offre la prospettiva”. Altra grande assente dalla manovra è la pubblica amministrazione: “Non solo i contratti – spiega il segretario Cgil –, ma quello straordinario bisogno che tornino ad esserci le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, i medici, gli infermieri”.

Ora Cgil, Cisl e Uil “sono impegnate unitariamente a scrivere la piattaforma, cioè a indicare quali vie dello sviluppo, quale tipo di società vogliamo”, spiega Susanna Camusso, a partire dalle “cose che mancano” nella manovra del governo.

Il Def è "del tutto insufficiente per far ripartire il Paese", ha sottolineato Annamaria Furlan. Oltre al fatto, come ha rimarcato Carmelo Barbagallo (Uil), che "mancano investimenti per le infrastrutture, risorse per i contratti della pubblica amministrazione, fisco e Mezzogiorno".

Il percorso, dopo gli esecutivi di lunedì, proseguirà sul territorio con assemblee e attivi che si terranno in luoghi di lavoro simbolici e importanti, per confermare e rinnovare il rapporto solido delle confederazioni con le lavoratrici e i lavoratori, con le pensionate e i pensionati.

“Faremo di tutto, ovviamente, affinché ci sia un confronto positivo che costruisca le soluzioni migliori – conclude Camusso -, ma se questo confronto non ci sarà, metteremo in campo tutte le iniziative necessarie”.

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