TERAMO La crisi che ha investito l'Abruzzo e la stessa provincia di Teramo non è altro che lo specchio della crisi dell'Italia ed in particolare del Mezzogiorno, dove la mancata programmazione e soprattutto la mancanza di una reale politica industriale e di un'idea del paese si è concretizzata nell'assenza di sviluppo e della creazione di posti di lavoro.A Teramo per partecipare al congresso provinciale della Cgil, la segretaria generale del sindacato Susanna Camusso non si è sottratta ad un confronto a tutto tondo sui principali temi di rilevanza locale e nazionale, sottolineando come il Paese abbia risposto alle criticità di questi anni «anche sconvolgendo il quadro politico precedente». Una realtà, ha aggiunto la sindacalista, «con cui tutti devono fare i conti».
LA CRISI IN PROVINCIA. Tra i temi affrontati con la stampa dal leader della Cgil quello relativo alle difficoltà che sta vivendo il tessuto economico e produttivo abruzzese, compreso quello teramano. «La crisi del lavoro in Abruzzo e in questa provincia è la crisi del nostro paese ed in particolare del Mezzogiorno», ha detto Camusso, «cioè di un paese che non ha investito sulle infrastrutture sociali, che non ha investito sui territori, che non ha lavorato alla creazione di posti di lavoro. Siamo di fronte ad una politica che ha molto delegato alle imprese il che cosa fare, invece di immaginare un progetto per il Paese».MAGNETI MARELLI. Tra le vertenze su cui è stata posta l'attenzione quella della Magneti Marelli, che ha uno stabilimento anche a Sulmona e che è stata ceduta ai giapponesi. «Siamo di nuovo di fronte al fatto che le imprese che hanno fatturato, sviluppo, crescita, tecnologie vengono vendute all'estero. Continuiamo a non avere una classe imprenditoriale che si propone di sviluppare un effettivo capitalismo industriale - ha commentato la segretaria generale della Cgil - Questo preoccupa, preoccupa anche per le connessioni con il gruppo Fca, le cui prospettive al momento non si capiscono bene. L'azienda ha comunicato un ingresso senza traumi occupazionali e senza emergenze ma vorremmo capire qual è il futuro del settore dell'auto e delle sue integrazioni e per questo abbiamo detto che rinnoviamo la richiesta al Governo di aprire una discussione su questo settore».
RICOSTRUZIONE FERMA. Tra i temi caldi anche quello dei ritardi, ormai cronici, nella ricostruzione e che per Camusso vanno letti su tre piani. «Siamo un Paese che da troppo tempo sottovaluta e non produce una messa in sicurezza del territorio, per cui ogni evento diventa drammatico dal punto di vista delle persone e della necessità, poi, di ricostruire ed immaginare e progettare anche cosa vuol dire ricostruzione. Secondo, siamo un Paese che ha molte aree interne, un bellissimo territorio che è stato in parte abbandonato e che rappresenta invece il grande tema di come si pensa ad una ricostruzione connesso allo sviluppo. Terzo, c'è un'abitudine nel Paese, diciamo così, ogni volta di ricominciare da capo, di fare grandi annunci, di non avere mai leggi di riferimento e procedure che permettano di affrontare rapidamente la ricostruzione. Ci pare che la stessa discussione di questa stagione sui decreti, sulle risorse, evidenzia troppo spesso una tendenza a fermare, invece c'è bisogno di investimenti. Vale per la ricostruzione e in generale per le infrastrutture del paese».
REDDITO DI CITTADINANZA. Nell'incontro con il leader della Cgil non poteva mancare un confronto anche sul reddito di cittadinanza, di fatto cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle. «Al momento è un annuncio, una nuvola, una cosa che non si capisce giorno per giorno come si tradurrà concretamente», ha dichiarato Camusso, «E' difficile dare un giudizio, si dovrebbe capire come si colloca rispetto al reddito di inclusione, in riferimento ai centri per l'impiego cosa succede, se è una scelta di inclusione o se è una pura scelta di assistenza. Quello che ci colpisce, come Cgil, Cisl e Uil, è che ci sia da un lato un'idea sociale, quale il reddito di inclusione, ma dall'altro non ci siano investimenti e scelte per la creazione del lavoro. E' evidente che c'è bisogno di un sostegno alle persone in difficoltà e che deve essere un sostegno generale ma se non si capisce in che direzione si va non si può immaginare una risposta che sia solo assistenza men che meno in questa regione così come nel sud del Paese dove c'è bisogno innanzitutto di ridurre la forbice della diseguaglianza rispetto al resto del Paese».
RAPPORTI CON L'EUROPA. Sui rapporti con l'Europa, alla luce della manovra, Camusso ha infine sottolineato come il tema non sia quello di un'astratta difesa dei numeri dell'Europa. «La nostra preoccupazione è che una scelta, che è anche una scelta di ridiscussione dei parametri economici europei», ha concluso, «non avvenga all'insegna degli investimenti e dello sviluppo ma sulla base invece di una misura che è prevalentemente di soddisfazione dell'esistente. Io penso che le persone abbiano voglia di capire cosa succede nel loro futuro».
Timoteo confermato alla guida del sindacato. Prioritario il rilancio del manifatturiero e delle aree interne: «Subito incontro sui ritardi dell'area di crisi»
TERAMO La Cgil riconferma Timoteo. Il segretario uscente è stato votato a stragrande maggioranza. Ieri pomeriggio si è svolta la fase finale del congresso provinciale: i 200 delegati hanno eletto i 93 membri dell'assemblea generale. Quest'ultima ha votato - a scrutinio segreto - il segretario: Giovanni Timoteo è stato riconfermato con 74 voti a favore e 8 contrari. Un risultato abbondantemente previsto.«Sono soddisfatto», dichiara il rinnovato segretario generale della Cgil teramana, «è il riconoscimento di un lavoro non del singolo ma di una collettività. La Cgil mette infatti in campo una collettività di protagonismo, che si è espressa anche in questo congresso». La discussione è stata ampia e ha toccato diversi argomenti, ovviamente centrale è stato il tema del lavoro.«Abbiamo discusso», aggiunge Timoteo, «anche delle problematiche del nostro territorio, dei suoi bisogni, dei ritardi. Della necessità di costituire una volontà collettiva più grande che possa dare al territorio capacità progettuali per nuovo rilancio. Noi come Cgil possiamo essere uno stimolo ad andare in questa direzione. Per troppo tempo questo territorio non è riuscito a fare gruppo, a decidere quale indirizzo prendere». Timoteo vede due direttrici su cui muoversi. «Rivitalizzare il settore manufatturiero che ha già una bella vivacità, ma anche valorizzare le zone interne, recuperando un'attrattività che si ottiene ricreando infrastrutture e servizi. Si tratta di una parte del territorio che ha un patrimonio paesaggistico e artistico e delle tradizioni enogastronomiche da valorizzare, anche insieme al Parco. Ma Su tutto questo non possiamo ragionare in maniera frazionata, gestendo via via le emergenze che si creano». Timoteo prende ad esempio un problema segnalato dal sindaco di Castelli. «L'istituto d'arte, anche per la collocazione geografica, ha difficoltà a mantenere un'attrattiva. I dirigenti ci vanno a scavalco, se ci fosse il riconoscimento di scuola rara, ci sarebbe la possibilità di avere un dirigente a tempo pieno che potrebbe progettare un rilancio», osserva. Altra "sorvegliata speciale" è l'area di crisi complessa Vibrata-Tronto: «Nei prossimi giorni con Cisl e Uil avremo un incontro alla Regione per capire quali sono le situazioni che creano ritardo. Se ci sono procedure farraginose che bloccano i finanziamenti disponibili dobbiamo prenderne coscienza e intervenire».