L'AQUILA Ora è ufficiale: Forza Italia rompe gli indugi e chiede, senza mezzi termini, che la terna proposta da Fratelli d'Italia per la candidatura a presidente della Regione venga rivista. Bocciati dagli azzurri, dunque, i nomi del senatore Marco Marsilio, del coordinatore abruzzese Giandonato Morra e del cardiochirurgo Massimiliano Foschi. Un'insoddisfazione che già ieri, in serata, dopo la riunione di lunedì notte, il coordinatore regionale Nazario Pagano ha riferito al vertice con gli omologhi italiani che si è svolto a palazzo Grazioli.
A Pagano la base ha conferito il mandato di porre la questione a livello nazionale al termine dell'incontro dell'altra sera. Al momento non pare in discussione la paternità della scelta, nel rispetto dell'accordo siglato tra Berlusconi, Salvini e Meloni. Ma gli azzurri chiedono un netto cambio di passo, come minimo un allargamento della rosa dei papabili con l'inserimento di altre figure, magari non direttamente collegate a FdI.
SITUAZIONE
La situazione resta complessa. Il partito della Meloni non intende barattare la scelta con altre regioni, anche perché, allo stato, ipotesi concrete in questa direzione non ve ne sono. Al contempo sarà molto difficile spiegare alla base, già piuttosto in fibrillazione, che occorrerà cambiare le scelte che arrivano dai territori, frutto di assemblee provinciali e coordinamenti regionali. Forza Italia, però, si è espressa in maniera piuttosto netta e potrebbe beneficiare dell'appoggio della Lega.
Dal dibattito dell'altra sera è emerso che la contestazione non riguarda le persone, ma il loro profilo politico: «Serve un vincente, espressione del territorio, con competenze amministrative» dice un dirigente, senza infrangere il tabù della riservatezza. Nel frattempo Gianfranco Rotondi, presidente della Dc e legato a Forza Italia, dopo aver benedetto Fabrizio Di Stefano («Sarebbe un ottimo candidato»), ieri ha anche parlato della possibilità di una sua diretta candidatura: «Ringrazio gli amici abruzzesi che hanno fatto circolare il mio nome. E' la seconda volta che ciò accade, la prima volta fu 18 anni fa ed a propormi fu l'allora leader di Forza Italia Dell'Elce. Ricordo la circostanza per ripetere ciò che dissi allora, cioè che il mio rapporto privilegiato con l'Abruzzo non può sostituire il radicamento e l'esperienza di un dirigente cresciuto sul territorio. Allora trovammo tutti assieme il compianto Giovanni Pace,oggi spero che avremo la stessa fortuna».
CONFUSIONE
In questo quadro di grande confusione ieri si è inserita la candidata Cinque Stelle, Sara Marcozzi, che ha attaccato sia il centrodestra che il centrosinistra: «Stiamo assistendo al delirio della politica abruzzese. Tra chi non riesce a decidere neanche il candidato presidente e chi invece fa finta che le elezioni non ci siano, sperando di mascherare la propaganda di queste ultime settimane come attività istituzionale, nel tentavo di lasciare agli abruzzesi un ricordo migliore dello sfacelo fatto negli anni di presidenza D'Alfonso».
Alla Marcozzi ha replicato proprio Fabrizio Di Stefano: «Che il centrodestra sia in qualche difficoltà credo sia lampante, ma mi pare che anche le regionarie abbiano avute le loro difficoltà e siano passate da un percorso non proprio chiaro né estremamente lineare e trasparente. Tuttavia mi meraviglia che alla consigliera Marcozzi, sempre attenta e sul pezzo, sfugga un elemento altrettanto importante: da mesi (non settimane, mesi) con le Liste del progetto Civiche per l'Abruzzo abbiamo realizzato un programma di governo credibile e realizzabile».