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Pescara, 23/11/2024
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Data: 31/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Crisi in Comune - Il centrodestra va a pezzi. Forza Italia contro tutti. È polemica dopo il consiglio caduto per il fuggi fuggi di dissidenti e opposizione. D'Ingiullo rivela: «Traditi dai ribelli». Rispoli: «La città non merita guerre»

CHIETI Scontro aperto nel centrodestra di Chieti: è un tutti contro tutti il giorno dopo il secondo consiglio comunale di fila saltato per mancanza del numero legale. È un'altra polemica che monta proprio nel giorno delle elezioni provinciali con 1.250 sindaci e consiglieri di Chieti e provincia chiamati al voto per scegliere il nuovo presidente tra lo sfidante, il sindaco Umberto Di Primio (Forza Italia), e l'uscente Mario Pupillo del Pd.Il consiglio di lunedì scorso avrebbe dovuto decidere sulla vendita ai privati della farmacia comunale di Filippone a 1,3 milioni ma la seduta si è chiusa in anticipo: il consiglio è caduto su una variante urbanistica e tutto è slittato al 7 novembre prossimo. E ora Forza Italia va contro gli ex di Forza Italia, contro l'Udc e contro la Lega: «In politica non si finisce mai di imparare», avverte Marco D'Ingiullo, capogruppo di Forza Italia, riferendosi alla delibera di variante al Prg per la zona di Santa Filomena che ha scatenato il muro contro muro e poi la fuga dei dissidenti e dell'opposizione: nella commissione urbanistica del 16 ottobre scorso, la delibera, stilata dopo un atto di transazione tra l'amministrazione e la ditta Aceto Carmela-Di Giamberardino Paola, era stata approvata anche con i voti dei dissidenti della maggioranza come dimostra il verbale (pubblicato a destra). Poi, durante la discussione in consiglio, i ribelli Stefano Rispoli e Mario Troiano, ex di Forza Italia passati al gruppo misto, Mario De Lio e Roberto Melideo dell'Udc e Diego Costantini della Lega hanno abbandonato l'aula e fatto cadere il numero legale.«In consiglio», accusa D'Ingiullo, «abbiamo assistito a un fuggi fuggi di consiglieri che in commissione avevano espresso un voto chiaramente a favore del partito di delibera. Chi ci capisce qualcosa è bravo». I dissidenti non ci stanno a passare per quelli che fanno uno sgambetto immotivato all'amministrazione Di Primio: «D'Ingiullo pensasse a trovare i numeri alla maggioranza. I numeri che non ci sono più sono il risultato politico di questa amministrazione», dice Rispoli, «la verità è che in aula il consigliere di minoranza Enrico Raimondi (L'Altra Chieti) ha fornito indicazioni diverse rispetto a quello che ci era stato riferito in commissione. I punti critici di quella delibera di variante al Prg sono emersi soltanto in consiglio e non in commissione: in base a quello che la maggioranza non ci dice nelle commissioni, noi ci comportiamo in consiglio. Al termine delle elezioni provinciali», dice Rispoli, «vedremo cosa accadrà: questa città non merita guerre». Il consigliere del M5S Ottavio Argenio afferma che l'inciampo subìto in prima convocazione potrebbe rivelarsi un assist a Di Primio per un'approvazione più semplice in seconda convocazione e, quindi, con un quorum più basso: «È probabile che qualcuno avesse l'interesse di far slittare il consiglio in seconda convocazione in vista della discussione sulla vendita della farmacia. Non sembra un dettaglio che il consiglio sia caduto su una delibera non politica anche se all'apparenza illegittima». Secondo Argenio, comunque, anche in seconda convocazione, il sì alla vendita della farmacia potrebbe non essere scontato: «I numeri della maggioranza sono sempre quelli: lunedì scorso sono scesi a 14», dice il grillino, «noi dell'opposizione siamo 12 e poi ci sono i 5 dissidenti che, se lo fossero davvero e fino in fondo, dovrebbero iniziare a votare contro anziché astenersi: i ribelli dovrebbero avere il coraggio di sostenere le loro ragioni politiche. A partire», conclude, «dalla vendita della farmacia».©

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