L'AQUILA - "Ai giovani si nega il futuro e intanto si grida allo scandalo se da quel futuro nascono dei comportamenti antisociali e la sfiducia nella politica e nelle istituzioni, mancano le prospettive. Si deve ripartire dall'occupazione, perché il lavoro è dignità".
Disoccupazione, mancanza di prospettive, paura per il futuro e povertà, questi alcuni dei tempi affrontati durante il quinto Congresso della Camera del lavoro territoriale dell’Aquila, intitolato "Il lavoro è", al via da questa mattina all'auditorium della Cgil del capoluogo abruzzese.
Un appuntamento che si concluderà domani pomeriggio con il rinnovo dei delegati al Congresso regionale, del Comitato direttivo, dei sindaci revisori e dell'Assemblea generale, ma l'elezione più sentita e attesa è quella del segretario generale della Cgil dell'Aquila, carica attualmente ricoperta da Umberto Trasatti.
Lo storico sindacalista, colpito da un improvviso malore lo scorso 5 ottobre, durante il Congresso provinciale della Federazione dei trasporti (Filt), non è voluto mancare all'incontro, sottolineando, ancora una volta, l'importanza della battaglia della Cgil al fianco dei lavoratori, per l'affermazione e il rispetto dei propri diritti.
L'elezione ci sarà domani in chiusura dei lavori, ma da quanto appreso il favorito sarebbe Francesco Marrelli.
Presente il presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, che ha rimarcato l'importanza del rapporto che intercorre tra politica, territorio e lavoro, precisando che il ruolo del sindacato è fondamentale per combattere le irregolarità e per far valere i diritti delle maestranze.
Lolli, durante il suo intervento al congresso, inoltre, ha commentato l'elezione in Brasile di Jair Bolsonaro, ex ufficiale dell’esercito, ammiratore della dittatura militare che ha governato il Brasile fino al 1985 che ha basato gran parte della sua campagna elettorale sullo scontro con il Partito dei lavoratori di Luiz Inacio Lula, l’ex presidente attualmente in carcere per corruzione: "Quello che è successo ieri in Brasile ci deve terrorizzare, sono tornati i generali, dagli Stati Uniti d’America, alla Russia a una parte consistente dell’Europa sta vincendo una destra che ha un disegno in testa, non sono emozioni".
"Dentro questo disegno c’è il cuore, un obiettivo, che è smontare l’Europa, che avrà fatto anche di tutto per farsi smontare, facendo una serie di errori che non finiscono mai, ma se si smonta l’Europa, si smonta il baluardo che in questi anni ha difeso quella parte del mondo da i peggiori problemi che abbiamo avuto. È la destra, sarà pure moderna, ma è sempre la stessa solita destra quella che usa la disperazione dei poveri per difendere gli interessi dei privilegiati e mette i penultimi contro gli ultimi e avendo trovato spazio enorme sta facendo quello che in altri periodi della storia ha già fatto, con conseguenze che conosciamo", ha concluso.
Giuseppe Di Pangrazio, presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo, ha aggiunto: "Il titolo del congresso racchiude il senso dei lavori di oggi 'Il lavoro è'. Il primo punto deve essere sempre il lavoro come sinonimo di dignità, partecipazione e famiglia. La popolazione secondo i dati più recenti sta invecchiando e questo lascia sempre meno speranze al futuro, è sempre più difficile pensare di progettare una famiglia, chiedere ai giovani di investire sul lavoro. La sfida per l'Abruzzo sono le aree interne sulle quali ci giochiamo una partita molto forte, da queste zone il lavoro deve ripartire per poi ampliarsi e rafforzarsi ovunque".
Ospite dei lavori, poi, don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, la rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti, sindacati, diocesi e parrocchie che hanno "dichiarato guerra" a mafie, corruzione e fenomeni di criminalità.
Ciotti ha sottolineato che "senza lavoro una società muore, perché manca lo strumento cui ciascuno affida il suo senso di dignità e identità. Una società che non si cura dei giovani è una società che non si cura della propria storia, negli altri Paesi le politiche le hanno fatte, bisogna che la politica separi i beni di consumo dai beni comuni, che non possono obbedire alla logica di mercato, questi beni sono la vita e la vita non è una merce in vendita. I beni comuni devono essere tutelati, non possono essere in balia delle sensibilità politiche di qualcuno o solo dati economici. I diritti non sono solo questione di umanità, ma il presupposto di ogni progresso sociale, civile ed economico. Ai giovani si nega il futuro e intanto si grida allo scandalo se da quel futuro nascono dei comportamenti antisociali e la sfiducia nella politica e nelle istituzioni, mancano le prospettive. Per questo bisogna dire con forza che la povertà è un reato contro la dignità delle persone, è un crimine di civiltà".