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Data: 01/11/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Settembre nero per il lavoro in fumo 77.000 posti stabili

ROMA Il settembre nero del lavoro. Dopo due mesi di calo, la disoccupazione torna in doppia cifra raggiungendo il 10,1%, in crescita dello 0,3% rispetto ad agosto. Rispetto allo stesso mese del 2017 c'è comunque un calo dell'1,1% ma il dato registrato dall'Istat costituisce una conferma, considerato anche lo stop del Pil nel terzo trimestre, delle difficoltà dell'economia italiana. Il mercato del lavoro è in affanno e a pagare il prezzo più salato sono soprattutto le nuove generazioni. La disoccupazione giovanile è adesso al 31,6% (+0,2 punti), e il numero di occupati cala di 34 mila unità.
Secondo le stime preliminari dell'Istat, ci sono inoltre 2 milioni e 613 mila persone in cerca di lavoro, in aumento di 81 mila unità (+3,2%) rispetto ad agosto e in calo di 288 mila su settembre 2017. Un dato sul quale pesa anche il calo degli inattivi (attualmente al 34,5%): individui che non hanno un impiego nè lo cercano, pari a settembre a -43 mila unità (-0,3%). Tornando agli occupati, le statistiche registrano una forte flessione dei dipendenti permanenti: a settembre i lavoratori con contratto dipendente a tempo indeterminato si riducono di 77 mila unità (-0,5%) su agosto e di 184 mila (-1,2%) su settembre 2017. In questo quadro, si conferma l'espansione del precariato. Infatti aumentano i lavoratori a termine con una crescita di 27 mila unità (+0,8%) su agosto e di 368 mila sull'anno (+13,1%). Per il lavoro indipendente si registra un aumento di 16.000 unità (+0,3%) su agosto e di 22 mila (0,4%) su settembre 2017.
LA CARICA DEGLI OVER 50
Gli occupati calano sensibilmente nella fascia 35-49 anni (-55 mila) e solo molto più lievemente in quella 25-34 (-7 mila). In aumento invece la fascia 15-24 (+6 mila) e quella degli over 50 (+22.000). Nella media del terzo trimestre l'occupazione è stabile rispetto ai tre mesi precedenti. Questo elemento è frutto della sintesi di un aumento tra gli uomini e un calo tra le donne. Quanto all'età, si registra una diminuzione degli occupati tra i 15 e i 49 anni al quale si contrappone l'aumento tra gli ultra 50enni. Nel trimestre crescono in misura intensa i lavoratori a termine (+3,2%, +98 mila), mentre calano sia i dipendenti permanenti (-85 mila) sia gli indipendenti (-23 mila). Nell'arco dei dodici mesi la crescita occupazionale rimane positiva, spinta soprattutto dai dipendenti a termine.
La frenata dell'occupazione ha offerto alle opposizioni l'occasione per polemizzare contro il governo. «Altro che dignità, l'Istat certifica che il decreto ha creato disoccupati e nuovi precari anziché lavoro» ha attaccato il Pd. Le nuove norme volute dal governo entrano in vigore proprio oggi («questi dati rappresentano l'ultimo colpo di coda del Jobs act ha spiegato il vicepremier, Luigi Di Maio), ma i dem parlano di «responsabilità diretta» del ministro «in quanto aveva promesso in Parlamento una circolare ad hoc per chiarire le norme sul periodo transitorio che non è mai uscita: molti lavoratori hanno perso il rinnovo o la proroga del contratto perché ha tradito la parola data». Per Confcommercio i dati Istat costituiscono un diretto riflesso della frenata dell'economia italiana. Confesercenti sottolinea il «clima di indeterminatezza che sta sempre di più condizionando l'economia del Paese». L'auspicio è che la manovra «riesca a restituire fiducia alle imprese e alle famiglie, evitando che lo stato d'incertezza si trasformi in paura del futuro».

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