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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Elezioni provinciali - Eletti Di Bonaventura, Zaffiri e Pupillo. Pescara e Teramo vanno al centrodestra, Chieti resta al centrosinistra. Fatale al Pd la spaccatura nel capoluogo adriatico. Gatti esulta nel Teramano. Di Primio, Di Lorito e D'Alonzo i grandi sconfitti. Zaffiri ringrazia Catani «per la lealtà, collaborerò con lui». Il sindaco di Spoltore: sono mancati i voti a Montesilvano

PESCARA Finisce 2 a 1 per il centrodestra. Antonio Zaffiri vince a Pescara, Diego Di Bonaventura a Teramo mentre Chieti resta a Mario Pupillo del Pd. Questo, in sintesi, è il verdetto delle elezioni provinciali in Abruzzo.
QUI PESCARA. Antonio Zaffiri in ginocchio mentre viene festeggiato è l'immagine simbolo di queste elezioni provinciali del capoluogo adriatico concluse alle 22.30. Il sindaco di Collecorvino, candidato del centrodestra, è il nuovo presidente della Provincia di Pescara. Ha vinto la sfida a tre e ha espugnato la roccaforte del centrosinistra governata fino ad un mese fa da Antonio Di Marco, esponente del Pd.Zaffiri ha ottenuto 39.886 voti (45,4%), contro il candidato dem, il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, che ha totalizzato 34.962 voti (39,7%) e quello presentato dalla lista civica di Donato Di Matteo Abruzzo insieme, il primo cittadino di Picciano Vincenzo Catani, che ha registrato 13.114 voti (14,9%). Il sindaco di Collecorvino ha vinto con quasi 5mila preferenze in più di Di Lorito. La spaccatura nel centrosinistra ha pesato enormemente, perché se si sommano i voti presi dal sindaco di Spoltore e quelli del suo collega di Picciano, Di Lorito sarebbe uscito vincitore. Il gruppo degli anti-dalfonsiani, capeggiati da Di Matteo, ha sbaragliato la coalizione di centrosinistra portando ad una sconfitta certa il candidato del Pd. E la spaccatura è stata visibile anche a Pescara, dove solo 16 consiglieri, su 21 che fanno parte della maggioranza, hanno votato per Di Lorito. Catani è riuscito a portarne via 3 delle liste civiche e un altro si è aggiunto al centrodestra esprimendo la preferenza per Zaffiri. Prova ne è che il candidato del centrodestra a Pescara ha ottenuto 10 voti, mentre i consiglieri della Lega, Forza Italia e Fdi, sommati insieme, arrivano a 9. Per Di Lorito è stata una débacle soprattutto a Montesilvano, dove solo 3 consiglieri hanno votato per lui, 2 per Catani e 17 per Zaffiri.
QUI CHIETI. La Provincia di Chieti resta al Pd di Mario Pupillo che adesso punta già ad appaltare quasi 20 milioni di lavori per strade e scuole: il presidente uscente e sindaco di Lanciano ha sconfitto lo sfidante Umberto Di Primio, sindaco di Chieti di Forza Italia, con un distacco di quasi 9mila voti ponderati. Uno scarto pesante, segno che non c'è stata partita: il Pd fa festa grande; il centrodestra incassa una batosta imprevista, almeno per la forza dei numeri. A Chieti è stata un'elezione segnata dall'astensione: hanno votato soltanto in 793 a fronte di 1.250 sindaci e consiglieri di 104 Comuni aventi diritto. I "traditori" che non si sono presentati alle urne hanno affondato Di Primio, che aveva scelto di correre per la Provincia dopo il no alla candidatura da presidente della Regione. Pupillo ha ottenuto il consenso decisivo dei Comuni più grandi (17.595 voti a 12.512), a partire dalla sua Lanciano. E non solo l'appoggio dei centri maggiori: ad analizzare i dati, Di Primio è passato avanti al concorrente soltanto nei Comuni tra i 3mila e i 5mila abitanti (5.330 voti a 3.280), troppo poco per costruire una vittoria. Pupillo - nonostante il dissenso di un gruppo di sindaci, a partire da Angelo Radica di Tollo (Pd) che ha votato scheda bianca - esulta con la fidata Chiara Zappalorto, l'assessore regionale Silvio Paolucci, il consigliere regionale Antonio Innaurato e il segretario provinciale Pd Gianni Cordisco, arrivati in Provincia per abbracciare il presidente rieletto; Di Primio, invece, si ritrova a fare i conti con una sconfitta ingombrante che potrebbe avere ripercussioni anche sul Comune.
QUI TERAMO. Un ribaltone bello e buono è avvenuto ieri sera in Provincia a Teramo. Il candidato favorito, Giuseppe D'Alonzo, espressione del centrosinistra, è stato sconfitto da quello del centrodestra Diego Di Bonaventura. E nemmeno con un margine di poco conto: Di Bonaventura ha ottenuto il 53,87% dei consensi (48.011 voti ponderati) contro il 46,13% di D'Alonzo (41.177).L'analisi del voto si basa sostanzialmente su due constatazioni. D'Alonzo a Teramo (unico Comune di fascia E) ha ottenuto 21 preferenze, meno di quante prevedeva, visto che contava sui 21 voti dei consiglieri di maggioranza (più il sindaco) e di altri quattro dall'opposizione. E almeno due voti dall'opposizione vengono dati come sicuri (Giovanni Cavallari, ad esempio è un amico e collega di D'Alonzo), per cui almeno due della maggioranza non l'hanno votato. Inoltre D'Alonzo, sindaco di Crognaleto, non ha avuto la maggioranza di consensi anche nei Comuni di fascia A, cioè i più piccoli e quasi tutti montani. Con il centrodestra che si è presentato compatto al seggio Di Bonaventura ha avuto la meglio su D'Alonzo in tutte le fasce tranne la E, quella in cui c'è solo Teramo, in cui però D'Alonzo non ha stravinto. Vincitore morale delle elezioni 2018 in Provincia è Paolo Gatti. «Abbiamo fatto un buon lavoro, anzi un capolavoro», commenta Gatti, «mi hanno chiesto di coordinare la campagna elettorale e l'ho fatto volentieri. I sindaci civici di area di area di centrodestra hanno risposto compatti. L'altro dato è che nelle amministrazioni ci sono tanti consiglieri "apolidi" che non si riconoscono in una coalizione: hanno votato in maniera libera il candidato che più li convinceva. Il centrodestra si base provinciale è coeso e si è depurato di una serie di presenza che inquinavano la coesione».

Di Primio, Di Lorito e D'Alonzo i grandi sconfitti. Zaffiri ringrazia Catani «per la lealtà, collaborerò con lui». Il sindaco di Spoltore: sono mancati i voti a Montesilvano

PESCARA«Ho vinto questa sfida in maniera netta, questo è un riscatto per tutto il centrodestra che mi ha sostenuto. Ringrazio il mio collega Vincenzo Catani per la sua lealtà». Sono queste le prime parole pronunciate ieri da Antonio Zaffiri, neo presidente della Provincia di Pescara. La prima cosa che ha fatto il sindaco di Collecorvino, sostenuto da tutto il centrodestra, è stato quella di ringraziare il primo cittadino di Picciano, candidato dalla lista Abruzzo insieme di Donato Di Matteo. Se lui non fosse sceso in campo spaccando il centrosinistra, forse, Zaffiri non avrebbe vinto. «Sicuramente con Catani avremo modo di collaborare insieme per rilanciare l'area vestina», ha detto il neo presidente, «lo terrò in debito conto, perché lui è stato di parola e non ha abbandonato la sfida». Ieri Zaffiri, nel pieno dei festeggiamenti, ha già dato le prime indicazioni. «Innanzitutto», ha affermato, «girerò per tutti i paesi per vedere ciò che è necessario fare. Le mie priorità sono la riorganizzazione dell'amministrazione, le strade e le scuole». Grande soddisfazione per il risultato conseguito dal candidato di centrodestra è stata espressa dal capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri. «La compattezza del centrodestra», ha sottolineato, «ha permesso di far vincere tutto ciò che è contro il sistema D'Alfonso. Con Zaffiri ha vinto un metodo di lavoro rigoroso, concreto».Fortemente deluso del risultato il candidato dem, il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito. «Mi aspettavo qualche voto in più soprattutto a Montesilvano», ha dichiarato, «lì è stata una débacle. Ma anche a Pescara è mancato qualche voto. Certamente, il centrosinistra spaccato ha pesato. Se il candidato di Di Matteo non si fosse presentato, avrei vinto».
QUI CHIETI. «È stata una battaglia bella, intensa, leale e serena. Ma da domani subito al lavoro su strade e scuole». Con 8.737 voti in più dell'avversario, esulta il sindaco di Lanciano Mario Pupillo. «Ringrazio i sindaci e i consiglieri che hanno letto nel mio primo mandato tutta la sofferenza e le difficoltà nel rispondere alle loro richieste e nonostante tutto mi hanno riconfermato la fiducia. E questo per me è ora importantissimo, soprattutto alla vigilia di un anno che sarà fondamentale per la Provincia, per l'impegno economico che si appresta a sostenere, grazie ai 16 milioni di euro ottenuti per la viabilità attraverso il Masterplan». Eletto per la prima volta alla guida dell'ente il 12 ottobre del 2014, Pupillo ha ereditato una Provincia in predissesto. «Sono stati quattro anni davvero difficili», ricorda, «ringrazio tutta la squadra che mi ha supportato, dall'assessore regionale Silvio Paolucci ai consiglieri provinciali Chiara Zappalorto, Antonio Tamburrino, Vincenzo Sputore, Giovanni Di Stefano e tutti gli altri». Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio ha invece detto di essere «contento», perché «sapevamo che il centrodestra non aveva i numeri per vincere. Ci aspettavamo di stare sotto di 20mila voti, invece ne abbiamo recuperati moltissimi».
QUI TERAMO. Il primo pensiero di Diego di Bonaventura è per chi lo ha accompagnato nel suo esordio in consiglio provinciale, l'ha preceduto alla guida dell'ente con una maggioranza di centrodestra e ora non c'è più. Le parole, cariche di stima e riconoscenza, del nuovo presidente della Provincia sono dedicate a Valter Catarra, morto a luglio a soli 57 anni. Come lui Di Bonaventura è stato eletto sindaco di Notaresco, incarico che ricopre tutt'ora, e dalla serata di ieri siede sul principale scranno del consiglio provinciale. «Catarra sarebbe stato felice di questo risultato», esordisce il presidente, «perché non era un politico geloso o invidioso come tanti altri». Di Bonaventura lo ricorda come un punto di riferimento per il suo percorso politico. «Con lui sono entrato in Provincia», sottolinea, «e ora ci torno con il ruolo che ha ricoperto con risultati tanto positivi». La vittoria, insomma, è dedicata all'ex presidente e collega di schieramento. «Hanno vinto i territori, non la politica», afferma, «questa è l'affermazione dei sindaci, dei comuni, delle aree interne, delle dorsali come il Vomano-Tordino e la Val Vibrata: è la vittoria dei cittadini». Non ha molta voglia di festeggiare, comunque, Di Bonaventura. «Bisogna subito mettersi al lavoro», annuncia, «per portare avanti quello che è stato fatto di buono e cambiare le tante cose che non vanno». Da riformulare del tutto è l'approccio con la ricostruzione post sisma. «Finora non ha funzionato affatto»,dice il presidente, «dobbiamo ripartire da zero». Nessun commento, invece, dal candidato sconfitto. Il sindaco di Crognaleto Giuseppe D'Alonzo, su cui puntava il centrosinistra, dopo lo spoglio è risultato irrintracciabile.

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