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Data: 01/11/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Regionali: De Matteis suona carica a Fdi, «Serve candidato abruzzese e subito». Capogruppo meloniani a L’Aquila boccia terna suo partito: «Sbagliata strada intrapresa da centrodestra». Di Stefano figura adeguata

L'AQUILA - "Credo che il candidato vada scelto immediatamente, non può essere un tavolo nazionale, ancora da definirsi, a decidere cosa deve accadere e con i tempi che la politica in questo momento impone. Se dobbiamo scegliere il candidato in Abruzzo collegandolo a quelle che sono le scelte di Sardegna, Piemonte e Basilicata che voteranno tra maggio e giugno mentre noi votiamo a febbraio, stiamo sbagliando completamente".

Giorgio De Matteis suona la carica al centrodestra, soprattutto abruzzese, impantanato nella scelta del candidato presidente della Regione in vista delle elezioni del 10 febbraio prossimo. De Matteis, capogruppo di Fdi al comune dell’Aquila, lancia lo stesso messaggio al suo stesso partito, cui spetta indicare una rosa di nomi nell'ambito della ripartizione nazionale delle regioni al voto.

"Bisogna scegliere una persona che sia abruzzese", spiega a chiare note con evidente riferimento al fatto che il coordinatore regionale, Giandonato Morra, e il cardiochirurgo Massimiliano Foschi, esponente della cosiddetta società civile, sono abruzzesi solo di adozione, essendo nati in Puglia, e il senatore romano Marco Marsilio è abruzzese solo di origine.

Ecco perché De Matteis si rende protagonista di un endorsment ad un candidato alla presidenza che sembra essere uscito di scena, quel Fabrizio Di Stefano, ex parlamentare del Pdl e di Fi, che ha provato in tutti i modi di raggiungere l’obiettivo, prima con Fi che lo ha scaricato, poi facendo l’occhiolino alla Lega, con lo stesso risultato, e poi ripiegando sulle reti civiche con le quali, comunque, è l’unico che sta facendo campagna elettorale.

“È una figura adeguata a svolgere questo compito, se dobbiamo scegliere persone che possano vincere e guidare la Regione anche Fabrizio Di Stefano credo che abbia a tutto titolo la possibilità di essere considerato", dice De Matteis rompendo quello che nel centrodestra sembra essere un tabù.

Il capogruppo al Comune dell’Aquila non si inserisce nella polemiche e nei veti che hanno caratterizzato insistendo sulla figura del candidato alla presidenza, ben conoscendo le qualità ed i requisiti che la importante carica richiede: quanto alla luce del suo passato in regione, ente nel quale è stato assessore e consigliere regionale e, nell’ultima consigliatura di centrodestra, vice presidente del Consiglio regionale, avendo rifiutato più volte le insistenti offerte del presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, di posto nell’esecutivo.

Un curriculum che lo pone come il più titolato nella classe dirigente di Fratelli d’Italia, dove è confluito dopo una vita nei partiti di centro con esperienze, da pioniere, nel civismo. De Matteis glissa il discorso ma, secondo quanto si è appreso, avrebbe rifiutato di giocarsi la carta per la candidatura alla presidenza.

Il candidato, per il meloniano, deve "conoscere bene la situazione abruzzese ed essere in grado di salire su un treno in corsa come quello della Regione, che ora corre verso un muro essendo stata lasciata in totale abbandono dal centrosinistra".

"Serve un candidato adeguato che superi quello che è accaduto con la gestione D'Alfonso", aggiunge l'ex assessore regionale, "per la quale siamo ancora commissariati in sanità, ancora bloccati sulle opere pubbliche, senza nessun investimento sulle attività produttive e con un problema gravissimo sui bilanci, con i rendiconti che dal 2013 sono bloccati".

A proposito della scelta di Di Stefano di costruire un percorso fuori dai partiti, dopo che gli azzurri lo hanno scaricato senza ricandidarlo alle politiche del 4 marzo scorso, De Matteis fa notare come "ho fatto scelte simili a quelle di Di Stefano", ricordando le comunali dell'Aquila del 2007 e del 2012, in cui ha prima presentato liste e poi si è candidato sindaco fuori dai partiti.

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