CHIETI - "Il presidente vicario Giovanni Lolli convochi immediatamente un consiglio regionale per approvare le leggi che ho presentato già quattro anni fa per la riduzione dei vitalizi degli ex consiglieri. Perche se non avverà la Regione subirà un taglio dell'80% ai trasferimenti erariali”.
Torna alla carica Sara Marcozzi, consigliere regionale abruzzese del Movimento 5 stelle e candidata alla presidente della Regione Abruzzo, sul suo cavallo di battaglia degli assegni vitalizi, aboliti nel 2011 a partire da questa legislatura, ma di cui godono ancora 110 ex-consiglieri regionali. Brandendo questa volta come arma di persuasione la nuova bozza della Legge di Bilancio del Governo giallo-verde che prevede sul punto che "le Regioni e le Province autonome che non procederanno alla riduzione dei vitalizi dei presidenti, dei consiglieri e degli assessori regionali, subiranno un taglio dell'80% ai trasferimenti erariali, senza intaccare i fondi per la sanità, le politiche sociali e i trasporti. Si procederà, quindi, al taglio dei trasferimenti se i vitalizi non saranno ridotti entro 4 mesi dall'entrata in vigore della legge di bilancio o sei mesi, qualora occorra procedere a modifiche statutarie”.
L’Abruzzo è come ha evidenziato Abruzzoweb, l'unica regione che non ha approvato una legge di riduzione degli assegni, dando seguito a quanto stabilito nel 2014 dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle province autonome. Riduzione limitata nel tempo, e di entità ben più modesta, rispetto alla pesante sforbiciata che hanno in animo di fare a Roma, con il ricalcolo degli assegni in base a quanto effettivamente versato, come già avvenuto per gli ex parlamentari.
Tra le leggi di riduzione anche quella, la prima sull’argomento presentata nel 2008 da Marcozzi e lasciata ad ingiallire nelle commissioni.
“E’ ormai urgente ed improrogabile l’approvazione delle leggi, di cui sono prima firmataria, sulla riduzione e sull’abolizione del cumulo dei vitalizi. Sono anni che cerchiamo di farci approvare queste norme, adesso ci sono requisiti di urgenza per l’Abruzzo. A questo puntonon possiamo rischiare”, dice ora Marcozzi.
Il consiglio regionale, va ricordato, formalmente sciolto a metà agosto, fino ad elezioni può approvare infatti solo provvedimenti urgenti e indifferibili.
Il taglio del vitalizio riguarderebbe, in Abruzzo, 110 ex consiglieri, che godono per tutta la vita a partire dai 65 o anche dai 60 anni con penalità, di assegni che vanno dai 1.800 euro, in caso di una sola legislatura all'Emiciclo, ad un massimo di 5 mila euro al mese. Ci sono poi 42 eredi che percepiscono l'assegno di reversibilità, da 1.000 a 2.800 euro circa. Cumulabili con i vitalizi da ex parlamentari italiani ed europei, e pure con altre pensioni.
I vitalizi, cancellati per i nuovi consiglieri a partire da questa legislatura, continuano a costare alle casse regionali circa 363 mila euro al mese, ovvero oltre 4,3 milioni di euro all’anno.
Il governo giallo-verde vorrebbe agire ora d'imperio, imponendo alle Regioni di ricalcolare gli assegni, prevedendo il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo, ovvero in base ai versamenti effettuati. Come già avvenuto per gli ex onorevoli di Camera e Senato.
Ne usciranno fuori assegni molto più modesti, secondo alcuni calcoli anche inferiori ai 500 euro mensili. Una mannaia, anche rispetto ai tagli non superiori al 20 per cento, già effettuati dalle Regioni, tranne l'Abruzzo, visto che quello che hanno versato gli ex consiglieri, non è nemmeno lontanamente sufficiente a coprire l'importo ricevuto, anche trasferibile agli eredi.