PESCARA Il direttore regionale e dirigente facente funzioni del Servizio organizzazione e selezione del personale, Fabrizio Bernardini, ha firmato una determina che mette in pratica la procedura di mobilità volontaria tra enti per la copertura di 64 posti previsti nel programma del fabbisogno del personale della Regione Abruzzo. L'atto dirigenziale permette di nominare la commissione d'esame che dovrà scegliere le 64 figure apicali destinate a entrare nella macchina amministrativa regionale. Abbiamo letto la determina: prevede innanzitutto sei figure di dirigente amministrativo contabile nei Dipartimenti della giunta regionale, dunque i più stretti collaboratori dei futuri assessori, due Dirigenti tecnici sempre per il Dipartimenti della giunta, e poi funzionari esperti per ciascun settore, cioè avvocati, ingegneri, geologi, farmacisti, biologi ed economisti. E per finire anche sei assistenti informatici.Nella tabella che pubblichiamo a destra sono elencati tutti i posti messi a concorso, ricordiamo che si tratta di mobilità da altri enti come le Province o i Comuni. È facile prevedere la corsa al posto. Ma l'atto della Regione, emanato il 30 ottobre scorso, ha subito scatenato una forte reazione. «Si scrive determina di mobilità volontaria, si legge saldi di fine stagione con l'ultima infornata di ben 64 dipendenti, in fuga da altri enti verso la Regione-amica targata Pd che cerca di posizionare pedine in ruoli strategici per bloccare, evidentemente, l'operatività del prossimo governo regionale». Questo è il commento dei consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri che sottolineano: «Un'amministrazione in modalità gestione provvisoria sa di doversi limitare a gestire l'attività ordinaria del territorio, non può promuovere iniziative straordinarie, come la nomina dei nuovi dirigenti, funzionari esperti e specialisti, ovvero figure apicali della macchina regionale che inevitabilmente si troveranno a lavorare con il prossimo governo regionale, sicuramente», sostengono i due forzisti, «di colore politico diverso dal Pd. Attendiamo che il presidente Giovanni Lolli, con un atto di buon senso, revochi la procedura, dimostrando che si è trattato di un'imperdonabile svista, e affidando alla prossima legislatura il compito di riempire, con procedure non fatte al fotofinish». I due forzisti incalzano collegando e attualizzando il caso alle elezioni provinciali di due giorni fa: «Inevitabile e più che giustificato il sospetto», dicono, «che alla selezione parteciperanno tanti candidati in fuga da enti dove si prepara un cambio di gestione politica, e che quindi cercano rifugio e riparo in Regione. Ma al tempo stesso è il vergognoso il tentativo di fare una campagna acquisti riempiendo le caselle strategiche della Regione per accogliere il prossimo governo regionale che sarà di colore completamente diverso», ribadiscono Febbo e Sospiri.La replica di Lolli è questa: «In tutte le iniziative prese finora mi sto rigorosamente attenendo alla linea di evitare di ipotecare per il futuro cose non ragionevoli. Questa determina è un passaggio obbligato per completare il programma di fabbisogno del personale. Utilizzeremo una quota di queste figure per iniziative in corso a partire dai fondi comunitari e il bilancio, obiettivi che non servono a me o alla giunta ma all'Abruzzo e soprattutto mettono in condizione chiunque vincerà le elezioni di trovare un ente più ordinato. Per questi motivi», conclude Lolli, «non revoco nulla».