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Pescara, 23/11/2024
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03/11/2018
Il Messaggero
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Privatizzazione trasporti. Il Sindaco di Teramo D'Alberto convoca consiglio. «Non esiste una ragione specifica perché questa tratta non debba essere più considerata di interesse pubblico, anzi è vero il contrario: il suo utilizzo è da considerare un servizio pubblico a tutti gli effetti, considerato il numero e la tipologia di utenti: pendolari, studenti, disabili, persone che la utilizzano per prestazioni sanitarie nella capitale» |
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Trasporto pubblico regionale, un Consiglio comunale per dire no alla privatizzazione della tratta dei bus Teramo-Roma. A proporlo, il sindaco Gianguido D'Alberto. Il provvedimento, che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo primo gennaio, «trasformerebbe spiega D'Alberto - un servizio protetto e regolato, nel quale la Regione decide gli orari, le corse, i tempi di percorrenza, i costi dei biglietti e degli abbonamenti, in un altro sistema nel quale la programmazione dei servizi e delle tariffe vengono lasciate al mercato, quindi a logiche ed interessi che non coincidono con quelli dei viaggiatori». La questione gira attorno alla definizione dei servizi minimi di trasporto locale, che individuano le tratte che, per la loro funzione sociale, necessitano di contribuzione pubblica. Secondo D'Alberto non esiste una ragione specifica perché questa tratta non debba essere più considerata di interesse pubblico, anzi è vero il contrario: il suo utilizzo è da considerare un servizio pubblico a tutti gli effetti, considerato il numero e la tipologia di utenti: pendolari, studenti, disabili, persone che la utilizzano per prestazioni sanitarie nella capitale. Tutte motivazioni previste e contenute all'interno delle norme di legge relative al riconoscimento del servizio minimo. Tra l'altro, la tratta che unisce la costa con Roma è strategica e non ha alternative al trasporto su gomma. Già nei mesi passati, il D'Alberto aveva espresso pubblicamente la propria contrarietà, ribadendola poi in audizione nel corso alla riunione della Commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture del Consiglio regionale dello scorso 24 luglio. D'Alberto vuole passare alla mobilitazione, coinvolgendo i sindaci delle località interessate e i portatori di interesse all'interno del Consiglio comunale straordinario. Per il primo cittadino due sono le possibili vie da seguire da parte della Regione per scongiurare l'ipotesi: la prima è di tornare ad integrare, grazie ad elementi normativi vigenti, la tratta in questione nell'elenco dei servizi minimi; la seconda è di garantire che, nella peggiore delle ipotesi, la gestione della tratta rimanga comunque alla Tua, per rendere in tal modo possibile il reinserimento dei costi connessi nelle prossime partite di Bilancio.
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