L'AQUILA Delocalizzazione. La parola-chiave (o pietra tombale, che dir si voglia) che boccia la stazione Tiburtina a favore dell'Anagnina sta scritta al punto 1 della deliberazione della giunta capitolina numero 189 del 16 ottobre 2018, protocollo Rc numero 27031/18. E così, tra un «progetto definitivo» e un «quadro economico», non sembrano emergere elementi tali da far pensare a una soluzione temporanea, roba di pochi mesi. Anzi, tutt'altro.
L'ATTO NEL MIRINO. Il pollice verso alla stazione Tiburtina va in scena in una riunione post-prandiale della giunta capitolina di un martedì come tanti. È il «sedici del mese di ottobre, alle ore 14,10», come scandisce l'estratto del verbale delle deliberazioni, quando, nella Sala delle Bandiere, in Campidoglio, la giunta capitanata dalla grillina Virginia Raggi (presenti anche il vicesindaco Bergamo e gli assessori Cafarotti, Castiglione, Gatta, Lemmetti, Marzano, Meleo e Montanari) tratta un tema che valica i confini della capitale arrivando fin sotto il Gran Sasso. «Delocalizzazione su una porzione di area, sita all'interno del nodo Anagnina, dell'autostazione da destinare alla sosta onerosa e alla fermata dei mezzi adibiti alle linee di trasporto pubblico interregionali, nazionali e internazionali». Non si parla, almeno qui, di soluzione temporanea. E due righe più avanti, al punto 2, un altro aspetto che di provvisorio sembra avere ben poco: «La giunta delibera di approvare il progetto definitivo dei lavori di riqualificazione della suddetta area...per un importo complessivo di 624.681,82 euro».
SENZA TITOLO. Dagli atti del Comune di Roma emerge, dunque, un quadro chiaro della situazione: la giunta Raggi non vuole più i pullman su quell'area della stazione Tiburtina dove insiste il terminal «attualmente occupata sine titulo dalla società Tibus srl, che ha una destinazione urbanistica non compatibile con i servizi di autostazione». E ancora: «È emersa la necessità di individuare un'area alternativa e idonea sotto il profilo tecnico da destinare al servizio di autostazione». Si parla, poi, di «riallocazione dell'autostazione che, oltre a scongiurare ripercussioni al servizio pubblico, presenta il vantaggio di decongestionare i notevoli flussi di traffico che interessano Roma Tiburtina, con benefìci sull'intero sistema trasportistico urbano». E più avanti: «La stazione Anagnina è uno dei principali e strategici nodi di scambio; la vicinanza al Gra rende agevole la raggiungibilità da parte dei vettori autorizzati senza significative variazioni dei tempi di viaggio da tutte le direttrici di provenienza». Ma i pendolari la pensano diversamente.LA GARA. La stessa giunta stabilisce di attribuire al Dipartimento mobilità l'incarico di esperire «procedura a evidenza pubblica per affidare i lavori».
TEMPO SCADUTO. L'unico elemento di «temporaneità» dell'intervento lo si rintraccia nella relazione tecnica illustrativa del progetto definitivo per i lavori all'Anagnina. Un documento, tuttavia, che risale al novembre 2017, evidentemente superato nei fatti dalla delibera 189 del 16 ottobre che cancella il terminal Tiburtina.
La Regione chiede un incontro urgente al sindaco di Roma
L'AQUILA Sullo spostamento del terminal dalla Tiburtina all'Anagnina (il piazzale utilizzato dai pullman turistici diretti a Roma) la polemica in città non si placa. Una richiesta di incontro istituzionale è stata presentata al sindaco di Roma dal consigliere regionale con delega ai Trasporti, Mobilità e Infrastrutture Maurizio Di Nicola. «Le rappresento», scrive Di Nicola, «la preoccupazione per questa scelta che, se attuata, allontanerà sempre di più l'Abruzzo da Roma capitale. La dichiarazione stampa dell'assessore del Comune di Roma, Linda Meleo, in cui si precisa che "l'individuazione dell'area di Anagnina è una soluzione temporanea", non lascia serena questa Regione poiché non trova significativi elementi di riscontro nel provvedimento richiamato. Laddove si dovesse interpretare il punto 5 del dispositivo della delibera («reperimento di ulteriori aree da destinare ad autostazione») nella direzione indicata dall'assessore Meleo, le chiedo di conoscere le tempistiche del periodo di transizione. A ogni modo, stante la contrarietà di Regione Abruzzo a questa decisione, le chiedo un incontro, nei modi e nei tempi che riterrà opportuni, per avviare un confronto istituzionale nell'interesse dei tanti studenti, lavoratori e pendolari abruzzesi che quotidianamente raggiungono Roma, anche al fine di conoscere puntualmente gli intendimenti politico-amministrativi della giunta che presiede».Critiche alla decisione di spostare il terminal giungono anche da Pierluigi Iannarelli del circolo Sinistra italiana dell'Aquila.La polemica infuria anche a Roma. «Perché spendere 624.000 euro di denari pubblici per un'opera sostanzialmente inutile ad Anagnina per stessa ammissione dell'assessore? Perché non è stata avviata la procedura di gara per la gestione dell'autostazione Tiburtina, come peraltro più volte suggerito dalla stessa Tibus? Perché non si è nemmeno preso in considerazione il project financing di 6 milioni proposto ormai due anni or sono? Chiediamo risposte». Lo afferma il presidente di Tibus Giovanni Bianco, gestore del Terminal della stazione Tiburtina.