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Pescara, 23/11/2024
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Data: 03/11/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Viaggi da incubo - La dura vita dei controllori tra portoghesi e aggressioni. Sui bus urbani della Tua viaggia gratis un passeggero su due e multare è difficile. Soltanto cinque addetti per duecento corse giornaliere, esposti a insulti, botte e minacce (l'articolo in pdf)

Gli autobus delle linee urbane di Pescara come il far west, tra scazzottate da saloon e aggressioni. A farne le spese i controllori di Tua, bersaglio quotidiano dei cosiddetti portoghesi, evasori seriali che mal digeriscono gli uomini in divisa che cercano di fare il loro lavoro: mitigare il fenomeno dei furbetti dei mezzi pubblici per evitare un'emorragia sulle casse della compagnia di trasporti abruzzese sempre più preoccupante, considerando che sarebbero quasi la metà i viaggiatori sprovvisti di biglietto che giornalmente usufruiscono del servizio cittadino. Tante le linee calde, dal 2/ lungo la direttrice della riviera Pescara-Montesilvano, al 38 che da Cappelle sul Tavo arriva fino all'aeroporto, passando per il 5, che partendo dalla stazione circumnaviga l'ospedale e la zona dei Colli. Verifiche rese difficoltose anche dall'esiguo numero di controllori presenti sul campo, appena cinque, che riescono a monitorare solo il 10% delle corse, una ventina appena rispetto alle duecento che ogni giorno si ramificano lungo diciassette linee urbane.
Un dato ben conosciuto dagli utenti, senza distinzione di nazionalità e classe sociale: extracomunitari, universitari, italiani di ogni genere e grado, l'evasione è estesa e ha mille sfaccettature, da chi viaggia sempre con lo stesso biglietto senza obliterarlo mai, a chi sale a bordo completamente sprovvisto del titolo di viaggio. E le reazioni sono delle più disparate, dalle minacce verbali - «Stai rischiando, ti mando al campo santo», al «conosco dove abiti, ti conviene lasciarmi perdere» - fino a quelle fisiche, con i controllori spesso costretti a farsi refertare in ospedale, con prognosi di giorni, se non mesi, e una lunga serie di denunce per aggressione ancora aperte.
COME IN GUERRA
«A bordo ne succedono di tutti i colori attacca Domenico Cilli, controllore di Tua perché non c'è educazione civica e in tanti sono convinti di poter fare quello che vogliono. Il problema più grande è che, oltre a evadere, molti reagiscono in maniera aggressiva. Personalmente mi sono fatto quattro mesi a casa per colpa di un ragazzo italiano che, sprovvisto di biglietto, mi ha tirato un pugno in faccia, fratturandomi lo zigomo e causandomi una profonda ferita all'arcata sopraccigliare». Poi c'è il problema dei ragazzi stranieri, soprattutto senegalesi, sprovvisti non solo di biglietto ma anche di documenti: «Identificarli è davvero impossibile continua Cilli a volte viaggiano senza documenti, oppure ci siamo trovati di fronte anche a carte d'identità false o con domicili fittizi in altre regioni, cosa che rende impossibile il recupero delle sanzioni amministrative. In alcuni momenti mi viene voglia di mollare tutto, sembra di stare su un fronte di guerra e chi è in divisa diventa un bersaglio troppo facile». Pino Ruscitti è un uomo robusto che cerca durante i controlli di rito di farsi rispettare con civile fermezza, ma le sue spalle non sembrano poi così grandi per superare i tanti episodi di violenza che l'hanno visto protagonista: «Lo scorso aprile un nigeriano, nel tentativo di scappare, mi ha morso su un fianco racconta mentre a settembre un senegalese mi ha tirato una testata sulla linea 38. Alcuni poi non si fanno problemi, appena ci vedono aprono l'interruttore di sicurezza che sblocca le porte e scappano. Nonostante siamo in pochi e riusciamo a coprire un esiguo numero di corse, eleviamo almeno trecento multe al mese, di cui molte risultano non pagate. I romeni viaggiano con la carta d'identità europea e sai già che la contravvenzione verrà cestinata, anche perché all'azienda non conviene spendere soldi per le notifiche all'estero».
LA NOTTE SENZA REGOLE
Poi c'è il problema delle corse serali, non solo perché frequentate da persone poco raccomandabili, ma per l'irreperibilità dei bigilietti: «Sicuramente la mancanza di colonnine o di punti vendita dopo le 8 di sera dichiara Patrizio Gobeo, segretario provinciale della Filt Cgil di Pescara non è un deterrente per mitigare il fenomeno dell'evasione, anche se è pur vero che i mezzi sono dotati di macchinette per fare il biglietto a bordo a un prezzo leggermente maggiorato. Purtroppo però non solo le colonnine esterne avrebbero un costo elevato per l'azienda, ma diventerebbero oggetto di manomissioni per rubare gli incassi». Una soluzione però ci sarebbe, partendo dalla prevenzione e non dalla repressione: «Bisogna educare i cittadini a fare il biglietto conclude Patrizio casomai sfruttando l'operato dei cosiddetti inidonei momentanei, personale ad esempio impossibilitato per motivi fisici a guidare i mezzi per un certo lasso di tempo, ma che potrebbe essere impiegato come deterrente all'evasione. A volte basterebbe vedere solo degli uomini in divisa sui mezzi per indurre l'utenza ad obliterare i titoli di viaggio». Tra violenze e minacce di ogni genere, i controllori continuano il loro mestiere con una consapevolezza che ha il sapore della rassegnazione: «Perché purtroppo questo lavoro ingrato qualcuno deve pur farlo, e come tutti i miei colleghi ho una famiglia da mandare avanti», racconta Pino Ruscitti pochi minuti prima di prendere servizio. Un turno di lavoro in cui non saprà mai cosa gli riserverà la prossima corsa.

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