«Se dovesse scattare la corrente in cabina nel campo adiacente, la chiave ce l'ha la signora S.». Il foglio bianco scritto a penna in stampatello appeso nel gabbiotto d'ingresso al deposito Atac di via Candoni, alla Magliana, è chiaro e non lascia spazio a dubbi: chi custodisce la chiave del lucchetto con cui è sigillata la centralina dell'Atac che alimenta la rimessa da cui partono i bus per tre municipi diversi non è un incaricato della sicurezza ma una rom che vive in un camper bianco sul piazzale, nella terra di nessuno occupata abusivamente tra il deposito e il campo nomadi autorizzato dal Comune. Quando nella tarda serata di giovedì, improvvisamente, forse per la pioggia battente, la centralina dell'Atac è andata in tilt, e bisognava riparare il guasto, per farsi largo tra le baracche e le roulotte, gli operatori hanno chiesto l'aiuto della polizia.
Gli agenti del commissariato San Paolo sono arrivati sul posto, ma giunti davanti alla cabina ecco la sorpresa: per accedervi serviva sbloccare un lucchetto le cui chiavi, però, non erano in possesso di Atac. A quel punto, i poliziotti hanno chiesto l'intervento dei vigili del fuoco. Ma mentre aspettavano, ecco che si è fatta avanti la signora del campo rom: «Ce l'ho io la chiave, apro».
NESSUN REATO
Proprio come era ufficializzato, incredibilmente, nel cartello all'interno della rimessa. Addossata alla cabina i rom avevano sistemato anche una specie di cucina da campo. Una scena quasi surreale quella che si è presentata, insomma, agli occhi degli agenti che non hanno proceduto con alcuna denuncia. A quanto pare, il fatto che a detenere la chiave fosse proprio «la signora» era una consuetudine, addirittura concordata, per cui dalla donna non sarebbe stato commesso alcun reato. Non era la prima volta, del resto, che la centralina subiva un guasto.
In passato, i tecnici avrebbero trovato il lucchetto cambiato e stanchi di romperlo e sostituirlo, si sarebbero rassegnati a lasciare le chiavi nelle mani dei rom. «Un fatto gravissimo - afferma Marco Palma, consigliere dell'XI Municipio - da anni i lavoratori di questa rimessa chiedono che la struttura, e di conseguenza anche il servizio di trasporto pubblico, venga messo in sicurezza. Già nel 2016 era stata segnalata per esempio la criticità del posizionamento di quella cabina, ma non è stato fatto nulla. Non è possibile che un deposito così importante per Roma resti in balìa di un campo rom. Scriverò al prefetto e al sindaco, perché prendano provvedimenti immediati». In realtà Atac ha denunciato da tempo la situazione del campo e sull'ultimo episodio ha avviato un'inchiesta interna per comprendere come siano andati realmente i fatti.
Sassaiole e spari con proiettili a piombini contro le auto dei dipendenti e i bus di linea: quella del deposito Atac di via dei Candoni è la cronaca quotidiana di un assedio. Numerose le vetture costrette a rientrare perché danneggiate appena uscite. Le incursione dei rom, spesso dei ragazzini, sono state riprese e filmate dal personale, inviate alle forze dell'ordine. La rimessa è stata decretata «sorvegliata speciale» soprattutto dopo che i raid avevano avuto una preoccupante escalation tra luglio e agosto.
«SGOMBERATE»
Tanto che i sindacalisti interni, unitariamente, avevano chiesto che fosse ripristinato il presidio fisso della polizia municipale. Non solo, ancora più esplicitamente i lavoratori (dopo avere ottenuto di potere parcheggiare le proprie auto all'interno del deposito per sottrarle a razzie e vandalismi) hanno invocato lo sgombero del campo rom, «perché siano ripristinate la legalità e la sicurezza».