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Pescara, 24/07/2024
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Data: 03/11/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Giorgetti-Di Maio, tensioni sul reddito Conte: «Lo faremo»

ROMA Altre 24 ore ad alta tensione fra M5S e Lega. Questa volta al centro dello scontro (per gli osservatori più scettici verso il governo) o del fraintendimento (per quelli più benevoli) c'è il reddito di cittadinanza. Il perno del programma elettorale M5S, che il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio il leghista Giancarlo Giorgetti, definisce così: «Il reddito di cittadinanza ha complicazioni attuative non indifferenti. Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso». Non solo, anche sulle banche Giorgetti si smarca dalla linea neanche una lira cara ai 5Stelle. «Ritengo che lo Stato debba fare la sua parte, visto che il credito e il risparmio sono protetti dalla Costituzione - sostiene Giorgetti - Lo stato deve perciò ricapitalizzare le banche che ne hanno bisogno, salvo uscire quando si sono risanate. Si è fatto spesso storicamente, nei momenti di crisi finanziaria».
Poco conta che queste dichiarazioni facciano parte di una intervista contenuta nell'ultimo libro di Bruno Vespa e dunque vadano giudicate in un contesto non strettamente legato all'attualità, come sosterrà in serata lo stesso Giorgetti dopo un vertice a quattr'occhi con il premier Giuseppe Conte, «Destano sorpresa polemiche inutili e pretestuose - si legge in una nota stampa dettata alle 8 di sera dallo stesso Giorgetti - Il governo va avanti unito con Lega e 5Stelle sulle cose da fare. Con l'Europa discuteremo con tranquillità e con le idee chiare senza arretramenti».
ALLARME ROSSO
Troppo tardi. Come è accaduto spessissimo anche ad altri governi la frittata era già fatta: i 5Stelle avevano subito preso male, anzi malissimo, le parole del sottosegretario facendo suonare tutte le loro campane, nonostante la diffusione di una nota ufficiale della Lega che fin da subito aveva tentato di gettare acqua sul fuoco.
Ad un certo punto del pomeriggio un ministro fedelissimo del vicepremier pentastellato Di Maio, come Riccardo Fraccaro titolare dei Rapporti con il Parlamento (e dunque uno degli ufficiali di collegamento con la Lega), era arrivato a pronunciare parole inusuali per chi occupa una poltrona diplomatica: «Le complicazioni nascono quando si provano a insinuare dubbi sui punti inseriti nel contratto, che stiamo portando avanti come maggioranza contro tutto e tutti». Non soddisfatto Fraccaro aveva piantato un altro paletto: «Il governo non arretrerà di un solo millimetro, porteremo a casa uno ad uno tutti i punti del contratto. Chi non è convinto fino in fondo di ciò che facciamo è destinato a ricredersi».
Una lunghezza d'onda, quella scelta dal ministro Fraccaro, che rilanciava le lunghe dichiarazioni diffuse poche ore prima sui social da Luigi Di Maio con l'evidente obiettivo di escludereogni rallentamento nell'operato del governo.
I CATTIVI
«Non credete a quanto scrivono i giornali - aveva dichiarato Di Maio - Il reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza e quota 100 ci sono nella legge di bilancio: chi dice che non ci sono sta dicendo bugie, perché in manovra ci sono i soldi, c'è la ciccia», afferma. «Ma le norme regolamentari non possono stare lì perciò dopo la legge di bilancio, magari a Natale o subito dopo, si fa un decreto con le norme per reddito e pensioni di cittadinanza e riforma della Fornero. Lo faremo con un decreto, non un disegno di legge perché ci vorrebbe troppo e c'è emergenza povertà». Di Maio ha annunciato anche qualche misura fiscale non meglio dichiarata contro i petrolieri con l'obiettivo di ricavare fondi per l'istruzione. I petrolieri finirebbero così nella lista dei cattivi dopo i tagli alle agevolazioni fiscali riservati a banche e assicurazioni: queste società sono infatti destinatarie di varie misure di aumento del prelievo già inserite nella legge di Bilancio.
LA REPLICA
A Giorgetti, dalla Tunisia, dov'è in visita, aveva risposto anche il premier Giuseppe Conte: «La riforma del reddito di cittadinanza partirà l'anno prossimo. Siamo ben consapevoli tutti che va fatta con molta attenzione: è la ragione per cui non è stata inserita adesso nella legge di Bilancio, teniamo farla bene e con tutti i dettagli».

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