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Data: 04/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
I pro Tav vanno in piazza. Un sit-in a Torino. Alla Sindaca Appendino inviata una lettera di minacce di morte

TORINO La Tav Torino-Lione divide più che mai. Nel sabato in cui il fronte del sì ha organizzato la prima manifestazione di piazza a Torino - 500 persone si sono radunate in centro per contestare la politica M5S - la sindaca pentastellata Chiara Appendino ha rivelato di avere ricevuto una lettera di minacce a lei e alla famiglia. Una missiva, spedita da Torino il 30 ottobre, con frasi intimidatorie scritte in stampatello maiuscolo, che è stata acquisita dalla Digos. «Tu e la tua setta di pazzoidi e falliti 5 stelle - si legge - avete ucciso Torino. Adesso devi morire». L'episodio ha spostato l'attenzione e i commenti dalla protesta in piazza delle 500 persone che si sono ritrovate in piazza Castello, sotto la pioggia, per la prima delle iniziative «per lo sviluppo» annunciate. Sabato prossimo, sempre in piazza Castello, l'appuntamento è quella del «Sì, Torino va avanti», un'associazione nata dall'idea di quattro donne manager. Dopodomani imprenditori, manager, industriali e professionisti si incontreranno per definire le modalità delle proteste. Nel frattempo, Mino Giachino, sottosegretario alle Infrastrutture nell'ultimo governo Berlusconi, ha aggiornato a 45 mila il numero delle firme raccolte con la petizione sulla piattaforma Charge.org a favore della Tav Torino-Lione. Ad accendere e avvelenare il confronto sull'infrastruttura più discussa della storia è stato il voto del'ordine del giorno di lunedì scorso con il quale il consiglio comunale chiede lo stop dei cantieri, almeno fino a quando non saranno noti i risultati dell'analisi costi/benefici commissionata dal governo. «È straordinario che ci sia questa reazione della città, si sono mosse tutte associazioni di categoria, insieme per la prima volta», ha commentato Giorgio Marsiaj, presidente di Amma, l'associazione del settore meccanico che rappresenta 500 aziende e oltre 50mila addetti. Un paio di ore dopo la fine della manifestazione in piazza, la sindaca ha pubblicato il post con la la lettera di minacce indirizzata alla famiglia Appendino. «Magari si tratta di uno scherzo di cattivo gusto - ha detto - ma una cosa è certa: continuerò a svolgere con serenità il ruolo per il quale sono stata eletta». La prima cittadina ha ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà, tra i primi quello del vicepremier Luigi Di Maio: «massima solidarietà alla nostra sindaca». «Sono a fianco di Chiara Appendino», il tweet del presidente della Camera Roberto Fico. «Ti siamo vicini», gli ha fatto eco la sindaca di Roma Virginia Raggi. L'ex sindaco di Torino Piero Fassino (Pd) ha definito la lettera intimidatoria un «atto vile che rivela l'abisso morale e la miseria umana di chi li pensa e li compie». Per i dem di Torino «un atto inqualificabile che nulla ha e deve avere a che spartire con la dialettica e il confronto politico». Ma le parole di solidarietà non soddisfano il gruppo M5s in consiglio comunale a Torino: «Non basta. Questo è il momento di sedersi intorno ad un tavolo e ripensare alle modalità di confronto. Rigettiamo con forza il clima d'odio e di violenza che incautamente si è cavalcato in questi giorni».

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