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Data: 05/11/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso la manovra di bilancio - Pensioni, reddito e fiscalità manovra ancora da scrivere

ROMA Non solo i capitoli fondamentali delle pensioni e del reddito di cittadinanza, che di fatto devono essere ancora scritti. La legge di bilancio che martedì sbarca in commissione bilancio della Camera (per il primo passaggio formale che è la verifica del contenuto proprio) appare priva di alcuni dei suoi contenuti fondamentali. Anche la parte fiscale, che in realtà è contenuta nel decreto all'esame del Senato ma rientra a tutti gli effetti nella manovra complessiva, sarà con tutta probabilità rivista e questo rischia di ritardare sia il lavoro dell'amministrazione che deve avviare i provvedimenti già in vigore, sia le scelte di famiglie e imprese. Intanto, mentre i lavori parlamentari andranno avanti, il ministro dell'Economia dovrà giocare una partita parallela in Europa con l'obiettivo di limitare l'impatto di una procedura per deficit e debito eccessivo, il cui avvio al momento resta del tutto probabile.
I SALDI
Dal punto di vista dei saldi di bilancio, proprio la partenza ritardata delle principali misure di spesa potrebbe alla fine tradursi in un vantaggio per il nostro Paese, perché comporterebbe uscite effettive minori di quelle sulla carta preventivate. Ma allo stesso tempo potrebbe porsi in contrasto con gli obiettivi politici dichiarati dei due partiti di governo. Per quanto riguarda i due dossier principali, la situazione si presenta in realtà un po' differenziata. Quello relativo all'uscita anticipata con la cosiddetta quota 100, è in realtà abbastanza definito, anche se restano alcuni aspetti non del tutto secondari da precisare. Sul reddito ci sono invece ancora scelte fondamentali da fare e in ogni caso tutta la fase di avvio del progetti risentirà della necessità di predisporre gli strumenti operativi, a partire dai centri per l'impiego. Sempre in materia previdenziale c'è poi la questione delle pensioni alte: originariamente oggetto di un autonomo progetto di legge, dovrebbero confluire nella manovra con il meccanismo del contributo di solidarietà, al posto del problematicissimo ricalcolo già annunciato dai pentastellati.
L'IPOTESI
Le norme inserite nella legge di bilancio si limitano a stanziare complessivamente 9 miliardi l'anno per la misura-simbolo del Movimento Cinque Stelle e 6,7 (destinati a diventare 7) per la revisione della legge Fornero, rinviando a successivi provvedimenti legislativi. La strada inizialmente ipotizzata era quella dei disegni di legge collegati; questo però, visto che tra l'altro la sessione di bilancio è partita in ritardo, può voler dire attendere marzo-aprile, o anche oltre, per vedere i provvedimenti effettivamente approvati.
Recentemente il vicepremier Di Maio ha parlato di decreti d'urgenza da approvare intorno a Natale ma anche questa opzione presenta alcuni problemi. Più praticabile forse l'ipotesi di trasformare le norme in emendamenti alla stessa legge di bilancio. Intanto durante l'iter parlamentare andranno suddivisi alcuni fondi, come quello per l'attuazione del programma di governo o per le esigenze indifferibili. E anche su questo Lega e M5s dovranno trovare un'intesa.

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