L'AQUILA Una busta grande, chiusa in modo rudimentale. Insolitamente pesante e sospetta alla sola vista. Per questo, appena è stata recapitata, i dipendenti della direzione di Strada dei Parchi, a Roma, hanno immediatamente avvisato le forze dell'ordine. Sul posto, in via Giulio Vincenzo Bona, sono arrivati Polizia e artificieri. Non ci è voluto molto ad acclarare che quel plico conteneva sei proiettili. Un avvertimento spettacolare, che rimanda a logiche mafiose, che la società, pur senza voler commentare, attribuisce al clima di tensione e veleno che ha contrassegnato gli ultimi mesi, quelli dello scontro sulla sicurezza dei viadotti, finito alla ribalta delle cronache nazionali. E, in particolare, a quella che viene considerata una fake news, i ponti prima a rischio crollo, secondo il Ministero, e poi magicamente tornati a prova di collasso. Il tutto mentre ancora si attende lo sblocco dei soldi per i lavori.
La busta era indirizzata al vice presidente dell'azienda, Mauro Fabris. Ma all'interno conteneva un foglio, scritto al computer, con l'invito a mostrare i proiettili a Carlo Toto, patron di Strada dei Parchi e dell'intera holding di cui la società fa parte. Polizia e artificieri, dopo aver messo in sicurezza l'area, hanno sequestrato i proiettili e svolto tutti gli accertamenti tecnici del caso, volti in particolare ad accertare la presenza di impronte digitali. L'approssimazione con cui è stato confezionato il pacco lascerebbe propendere per il gesto di uno sconsiderato, ma ovviamente la vicenda è stata in automatico rubricata come una minaccia, senza sottovalutazioni di sorta. Procederà la Procura di Roma.
SdP ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Fonti interne, però, trasmettono il senso dell'amarezza e dell'incredulità: il gesto, preoccupante, rappresenta l'acme di un'escalation di tensione costante, culminata con il vertice convocato dal prefetto dell'Aquila, Giuseppe Linardi, che ha chiesto conto della situazione dei viadotti al Mit, ottenendo in risposta una rassicurazione. È inevitabile collegare l'episodio a quello, del tutto simile, accaduto sette giorni fa, quando una busta con un proiettile calibro 9 e una lettera con minacce di morte è stata inviata alla prefettura di Chieti, indirizzata all'ex governatore della Regione Luciano D'Alfonso, all'assessore Silvio Paolucci e al collega Dino Pepe oltre che al manager della Asl di Lanciano Vasto Chieti Pasquale Flacco, al direttore Vincenzo Orsatti, al sindaco di Lanciano Mario Pupillo. Sono in corso verifiche per capire se ci sia un collegamento effettivo tra i due gesti.