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Data: 13/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
L'Abruzzo difende il terminal Tiburtina. «No al trasferimento ad Anagnina, il sindaco Raggi ci ripensi»

INVIATA A ROMA Semafori e rallentamenti nel traffico caotico di Roma. Per un giorno i politici fanno i pendolari. Salgono sullo stesso bus che ogni giorno approda alla stazione Tiburtina. Se il progetto della giunta Raggi andrà in porto, questo tragitto, che dall'Aquila impiega quasi due ore, potrebbe diventare una vera e propria odissea quotidiana per migliaia di viaggiatori. L'adunata a Roma è per un sit in davanti al terminal bus per "invitare" la giunta Raggi a revocare la delibera che trasferisce l'hub all'Anagnina (con una spesa di 600 mila euro) e ad aprire quel tavolo di confronto - finora negato - con la Regione e i Comuni. E lì a Largo Mazzoni, con alle spalle gli autobus che ogni giorno trasportano migliaia di pendolari, va in scena la protesta dell'Abruzzo "ferito" da una decisione inattesa e fortemente lesiva degli interessi di un'intera comunità.
CHI C'ERA. All'appuntamento gli amministratori regionali, con in testa il presidente vicario Giovanni Lolli, il presidente del consiglio Giuseppe Di Pangrazio e l'assessore Lorenzo Berardinetti, e tanti sindaci con la fascia tricolore e la spilletta "d'ordinanza" ben in vista con su scritto «Sì a Tuburtina, no ad Anagnina». E poi alcuni parlamentari abruzzesi, i sindacati, Confindustria, esponenti della giunta regionale del Lazio e rappresentanti dei comitati romani. Quelli della Tiburtina, fortemente decisi a riqualificare quell'area senza perdere il terminal bus, e gli altri dell'Anagnina contrari al trasferimento della stazione dei pullman nel loro quartiere «disposto d'imperio dalla giunta Capitolina».
IL CONSIGLIO DIROTTATO. E a Roma si è riunito ieri mattina anche il consiglio comunale dell'Aquila. Una trasferta chiesta dai consiglieri Pd Stefano Albano e Stefano Palumbo e fatta propria dal resto dell'assemblea che ha poi votato all'unanimità i documenti presentati da L'Aquila Futura e Fratelli d'Italia. Una seduta rapida andata in scena, però, non alla Tiburtina, come tutti si aspettavano, ma in un'anonima sede delle Ferrovie sulla Prenestina. Un cambio di programma, per non parlare di uno scivolone dovuto (pare) alla mancanza di autorizzazione a poter svolgere il consiglio lì dove era previsto, che ha obbligato i promotori della manifestazione a prendere tempo in attesa dell'arrivo dei consiglieri e degli amministratori aquilani giunti a Roma, con quell'autobus della Tua costretto a seguire un altro percorso, senza il sindaco Pierluigi Biondi «assente per impegni improrogabili precedentemente assunti».
LA PROTESTA. Ed è toccato a Giovanni Lolli aprire la carrellata degli interventi, tanti e tutti all'unisono. «Spostare il terminal è una scelta sbagliata e inaccettabile perché allontana l'Abruzzo da Roma. Se la decisione non verrà modificata daremo vita ad azioni di protesta più energiche». Poi l'affondo al sindaco Raggi, a cui Lolli ha voluto ricordare la vicenda legata all'emergenza rifiuti. «Quando ci è stato chiesto di accogliere parte dei rifiuti della Capitale, noi con grande sacrificio lo abbiamo fatto perché quando si governa un Paese bisogna farsi carico insieme dei problemi. Ora ci aspettiamo la stessa sensibilità e attenzione». L'assessore della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, ha rimarcato proprio «il grande senso di responsabilità dell'Abruzzo che, nonostante il malcontento per la decisione su Tibus (la società che gestisce il terminal) ha recentemente prorogato l'accordo sui rifiuti. Come Regione non abbiamo il potere di intervenire, ma sono qui per esprimere solidarietà all'Abruzzo che pagherà un prezzo altissimo a causa di un trasferimento senza alcuna logica».
I PARLAMENTARI. «Una provocazione», così il parlamentare Gaetano Quagliariello (Idea-Forza Italia) ha bollato la delibera sotto accusa. «Il problema è politico ed è per questo necessario investire il governo nazionale». Per la deputata-pendolare del Pd Stefania Pezzopane, «la semplice constatazione che c'è un contenzioso tra Tibus e il Comune non può giustificare lo spostamento del terminal, tra l'altro con l'esborso di 600 mila euro per la realizzazione della nuova stazione. Il governo dia una mano a chiudere il contenzioso e la Raggi ritiri la delibera che penalizza fortemente l'Abruzzo». «Questo provvedimento fa male a tutti» è il commento del parlamentare Marco Marsilio (FdI). «Se con Tibus ci sono problemi, questi vanno risolti diversamente, magari con la ricerca di un altro gestore e non spostando gli autobus».
IL VICE IN TRINCEA. «L'impossibilità di interloquire con il gestore non autorizza il Comune di Roma a fare scelte scellerate», ha tuonato il vicesindaco dell'Aquila Guido Liris. «È ora di mettere in pratica ciò che per anni ci è stato detto circa Roma e L'Aquila "città sorelle"».
IL TERRITORIO. Dalla delegazione del Comune di Sulmona, guidata dall'assessore Antonio Angelone, il monito alla Raggi: «Se questo trasferimento andrà avanti, non accoglieremo più i rifiuti di Roma sul nostro territorio». Tagliente il sindaco di Avezzano Gabriele De Angelis: «È indegno non riuscire a parlare con il sindaco di Roma o con un suo assessore. Dobbiamo ottenere una data certa per l'incontro». Di «muro di gomma» ha parlato il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, auspicando, così come il presidente del consiglio comunale di Teramo Alberto Melarangelo, l'avvio di un dialogo. «Gli abruzzesi hanno pagato e pagano per arrivare a Tiburtina», ha aggiunto il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. «Le complanari, utilizzate anche dai romani, sono state realizzate con l'aumento delle tariffe autostradali pagate dagli abruzzesi. È un nostro diritto arrivare alla Tiburtina, è un servizio che nessuno ci sta regalando». Di un bel segnale lanciato a Roma, propedeutico al ritiro della delibera, hanno parlato i consiglieri regionali Maurizio Di Nicola e Pierpaolo Pietrucci.In piazza per sostenere le ragioni del no all'Anagnina anche il presidente regionale di Confindustria Agostino Ballone, come pure Cgil, Cisl e Uil che reputano «intollerabile che si possa decidere di peggiorare le condizioni di chi deve necessariamente utilizzare gli autobus per i trasferimenti verso la Capitale, tanto più in assenza di altri sistemi di trasporto pubblico». Una piazza con tante fasce tricolori, in particolare quelle dei sindaci (o delegati) del comprensorio aquilano (Barisciano, Scoppito, Cagnano Amiterno, Campotosto, Tornimparte), marsicano (Massa d'Albe, Magliano de' Marsi, Pescina, Collarmele, Scurcola, Sante Marie) e Pescarese (Cepagatti), preoccupati dall'effetto spopolamento che il trasferimento del terminal all'altra parte di Roma potrebbe provocare nei loro territori.

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