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Pescara, 24/11/2024
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Data: 13/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Di Stefano va avanti e spacca il centrodestra «Io so ascoltare il territorio. Con me venti civiche per comporre tre liste e correre da presidente»

L'AQUILA«Di calcolo si muore, di cuore si vive». Così l'ex parlamentare forzista Fabrizio Di Stefano ieri ha risposto al coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano che gli aveva chiesto un dietrofront sulla sua candidatura a presidente della Regione. In una conferenza stampa nella sede del Comune dell'Aquila a palazzo Fibbioni, Di Stefano ha invece ufficialmente espresso la sua candidatura alle regionali del 10 febbraio, declinando l'invito di Pagano a rientrare nei ranghi e a disdire l'incontro con i giornalisti. Forte del suo consenso (in un anno e mezzo ha raggiunto tutti i 305 Comuni d'Abruzzo e ha incontrato organizzazioni, lobbies e associazioni), l'ex parlamentare non ci sta: questo è il suo momento, e non c'è richiamo dall'alto che possa farlo desistere dalla sua decisione. «I tavoli romani hanno deciso che la candidatura spetti non a Forza Italia e, giustamente, il coordinatore Pagano deve rispettare la loro posizione. Ma anche io sono un uomo di partito», ha ribadito Di Stefano, «però vengo da un partito in cui prima si ascoltavano i territori e dopo si decideva. Nel momento in cui questi strumenti non vengono utilizzati, io mi sento libero di fare scelte diverse». Dunque no a scelte dall'alto. E idee chiare (raccolte in un programma che verrà diffuso tra un mese), intorno a cui ruotano 20 civiche abruzzesi. «Pensiamo di costruire almeno tre liste», ha spiegato Di Stefano, che non è voluto entrare nel dettaglio dei confini politici della coalizione. Confini tuttavia deducibili, sia per la sua storia politica, sia per i sostegni sin qui emersi ed evidenti anche nel parterre presente nell'affollata sala del Fibbioni. Affiancato da Salvatore Santangelo, uomo di relazioni cultural-politico-giornalistiche, e a sinistra dalla sua collaboratrice, l'imprenditrice Mariacristina Luciani, a sostenere Di Stefano dovrebbe esserci anche "Noi Abruzzo" dell'imprenditore Piergiorgio Schiavo.Presenti in sala l'ex parlamentare Daniele Toto (LineraLAbruzzo)e l'ex sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio (Abruzzo al Centro). Di Stefano dunque va avanti, a costo di spaccare il centrodestra. Ma si è anche detto pronto ad affrontare le forche caudine di eventuali primarie del centrodestra per la scelta del candidato presidente, se la coalizione dovesse riavvolgere il nastro delle trattative. «Perché non Fabrizio Di Stefano?», si è chiesto in una sorta di auto-endorsement: «Farmacista, imprenditore, docente universitario, per due volte primo degli eletti come consigliere regionale, due volte parlamentare, scelto al Senato direttamente da Silvio Berlusconi». Infine la stoccata al «poco competente» M5S «incapace di portare l'Abruzzo fuori dal pantano della crisi». Ben venga, invece, per Di Stefano, la candidatura del già vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, «un grande personaggio che alzerebbe la qualità della competizione elettorale. Mettendosi a disposizione dell'Abruzzo, Legnini ha fatto un grande gesto d'amore verso la sua terra».A margine dell'evento Gianluca Zelli, leader di Azione politica ha chiesto al centrodestra di azzerare la terna proposta da Fratelli d'Italia: «Il candidato presidente di centrodestra, che doveva essere condiviso, oggi non c'è e nessun partito appoggia la terna proposta da Fratelli d'Italia. Per cui, al momento, abbiamo un solo candidato di area che è Fabrizio Di Stefano. Vista la situazione, cercheremo di essere collante tra Di Stefano e il centrodestra, mentre chiediamo l'azzeramento della terna, per poter riprendere e concludere un ragionamento che metta d'accordo tutti».

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