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Data: 15/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporto locale e disservizi - Bus strapieni e disservizi. La rabbia degli studenti

SCURCOLA MARSICANA Pendolari e studenti lasciati a piedi a causa di carenza di posti sugli autobus. Una situazione che si ripete da giorni e che sta suscitando proteste tra la popolazione. A segnalare «i ripetuti disservizi che quotidianamente i ragazzi si trovano ad affrontare» è E.A., un genitore di Scurcola Marsicana, arrivato al culmine della sopportazione per i reiterati disservizi causati a suo dire dalla società di trasporto. «Mia figlia, come altri ragazzi di Scurcola», racconta l'uomo, che ha inviato una nota anche al Comune, «frequenta un istituto scolastico che ha sede ad Avezzano. Per raggiungere la scuola utilizza un autobus della società Tua pagando un abbonamento annuale di 200 euro. Pullman che passa nel nostro comune alle 7.45. Da inizio anno scolastico, fino a metà ottobre circa, la Tua utilizzava due autobus per garantire il servizio, uno classico e uno bipiano, anche se sempre pieni di pendolari, studenti e lavoratori. A metà del mese di ottobre o giù di lì», spiega il padre della studentessa, «l'autobus bipiano ha avuto un'avaria e da quella data è stato sostituito non da un mezzo simile ma da un solo autobus senza piano aggiuntivo, così da ridurre sia i posti a sedere che quelli in piedi». Secondo l'uomo «sono scaturite delle problematiche, come la mancanza di posti, con persone costrette a viaggiare in piedi e strette come sardine. E, cosa ancor più grave, in diverse occasioni gli autisti non hanno rispettato le fermate perché sia il primo che il secondo autobus erano pieni e quindi non c'era altro spazio per far salire ulteriori passeggeri, lasciandoli a piedi. Quando si sono verificati questi episodi», protesta ancora il genitore, «mia figlia, come i tanti studenti e lavoratori che pagano un abbonamento, sono ricorsi all'aiuto conoscenti o a padri e madri per raggiungere Avezzano. È mai possibile che pur pagando un servizio dobbiamo essere così bistrattati dall'azienda e dalle istituzioni che sanno ma non si muovono?»

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