L'AQUILA «Il consiglio comunale ha avuto il merito di mettere a confronto il Ministero delle Infrastrutture, con il direttore, ingegner Migliorino, e la Società concessionaria, con il vice Presidente, dottor Fabris, sul tema attualissimo della sicurezza autostradale, che è un problema che non riguarda solo la città ma l'intera regione». Lo afferma il consigliere comunale Lelio De Santis. «L'ordine del giorno, approvato all'unanimità, aggiunge, «rappresenta l'unico dato certo: la richiesta al Ministro Toninelli, di approvare il Piano economico finanziario che impegna le risorse per le opere di messa insicurezza di A/24 e A/25 entro dicembre. Infatti, tutto il dibattito, è stato uno scontro sul piano tecnico fra il Ministero, che ha ribadito la non sicurezza dei viadotti allo stato, e la Società concessionaria, che ha sostenuto la sicurezza e la transitabilità delle autostrade, evidenziando una serie di evidenti contraddizioni nelle tesi illustrate da Migliorino. La verità è che un tema delicato ed importante, come quello della sicurezza delle autostrade abruzzesi, è stato oggetto, in questi mesi e in particolare dopo il crollo del ponte di Genova, di strumentalizzazione politica e di campagna mediatica, che non sono utili alla soluzione del problema e che poco interessano agli abruzzesi».«Nel mio intervento», prosegue, «ho rimarcato la necessità di dare con tempestività una risposta chiara agli abruzzesi, in termini di tempi e di certezza di fondi, oltre che il bisogno di far prevalere la condivisione delle azioni sul piano tecnico ed operativo. Ho sostenuto, altresì, che il problema della sicurezza delle autostrade va affrontato in modo nuovo e complessivo, con razionalità e senza il fanatismo ideologico, riprendendo il progetto presentato nel 2016 di un percorso alternativo, con una serie di gallerie in luogo dei viadotti, sempre soggetti al logoramento prodotto dalle avversità atmosferiche ed ai rischi sismici. Si otterrebbero diversi vantaggi: più sicurezza, riduzione del percorso di 30 Km, valorizzazione del territorio aquilano-subequano, da sempre emarginato dalle politiche di sviluppo regionale».