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Data: 21/11/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'Abruzzo cresce ma non è fuori dalla grande crisi

L'AQUILA L'Abruzzo che descrive il Cresa, nel suo rapporto Economia e società 2018, presentato ieri alla Camera di Commercio dell'Aquila, è una regione che nel 2017 cresce dell'1,2% circa, meno del dato medio nazionale, che struttura meglio le sue imprese (aumentano le società di capitali), che è trainata dall'export (in particolare grazie al farmaceutico), che continua a perdere abitanti, ma anche a produrre laureati in grado di trovare occupazione in ottima percentuale. Una regione che sembra voler mettere la testa fuori dalla crisi, che in parte ci è riuscita, ma che deve ancora fare i conti con molte criticità: tra tutte permane quella dell'edilizia, comparto che nonostante la ricostruzione continua ad arrancare pesantemente. A presentare i risultati dello studio, redatto da Alberto Bazzucchi, Matilde Fiocco e Concettina Pascetta, è stato Lorenzo Santilli, presidente del Cresa, accompagnato dalla direttrice Fausta Emilia Clementi.
TREND
«Il trend abruzzese non si discosta di molto da quello italiano ha sintetizzato Santilli -. Il Pil è aumentato dell'1,2% nel 2017. E' il segnale di una ripresa che fa pensare a un'uscita dalla feroce crisi. Le esportazioni, soprattutto nel comparto farmaceutico, di cui un pezzo importante è all'Aquila, hanno determinato un segno importante». Nel dettaglio il valore del commercio estero si è attestato a 9 miliardi di euro, con un incremento del 10,2% rispetto al 2016 (Italia +7,4%), che fa dell'Abruzzo la settima regione italiana in questa speciale graduatoria. Santilli ha poi sottolineato la difficoltà costante dell'edilizia, che ha perso il 14,7% del suo valore economico. In grave difficoltà anche il mercato immobiliare, in caduta libera. Segnali diversi arrivano dal lavoro. La disoccupazione si mantiene in linea con la media nazionale, pur essendo leggermente calato all'11,7%. In Abruzzo le forze di lavoro ammontano a 556 mila unità, circa 4 mila in più rispetto al 2016 (nove mila in più rispetto al 2008).
LINEA
In termini percentuali, la regione ha fatto segnare un incremento dello 0,7% sostanzialmente in linea con quanto avvenuto a livello nazionale e alle altre regioni meridionali. Gli occupati sono aumentati di oltre 5 mila unità rispetto al 2016, passando da 485 mila a 491 mila, con una crescita in termini relativi dell'1,2%. Le persone in cerca di occupazione sono diminuite di 2 mila unità rispetto al 2016, passando da 67 a 65 mila unità. I giovani laureati entro 3 anni trovano occupazione con facilità. Sul fronte demografico si osserva che la provincia più popolosa è quella di Chieti con 387.120 residenti, seguita da Pescara con 319.388 e da Teramo con 308.284. Chiude la classifica L'Aquila, con una popolazione di 300.404 unità. Si osserva per il quarto anno consecutivo una diminuzione annua che per il 2017 si attesta su -7.051 unità, cui corrisponde un decremento percentuale del -5,3 per mille assai più aspro della contrazione che si rileva a livello medio nazionale (-1,74 per mille) e superiore anche al calo della circoscrizione di appartenenza (Meridione: -3,45). A registrare le più accentuate diminuzioni annue sono le province di Pescara (-5,98) e Chieti (-5,27), mentre Teramo e L'Aquila mostrano decrementi lievemente meno consistenti (rispettivamente -5,08 e -4,99).

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