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Pescara, 24/11/2024
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Data: 21/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo verso le regionali - Gatti, Febbo, Sospiri e altri sei stasera a cena con Berlusconi. Forza Italia: incontro decisivo per togliere a Fdi il potere della scelta del candidato presidente. Pagano e Martino guidano la pattuglia abruzzese. E Angelosante (Lega) zittisce i 22 ribelli. E le liste civiche portano in dote 60mila voti. Sono il quarto partito d'Abruzzo, tutti le vogliono. Ecco chi le guida e quanto valgono singolarmente

PESCARA«Buon appetito», dirà Silvio Berlusconi guardando prima Nazario Pagano, seduto alla sua destra, poi Antonio Martino, a sinistra e, infine, i consiglieri regionali ed i sindaci di Forza Italia invitati alla cena delle grandi decisioni che si terrà questa sera a Palazzo Grazioli. Una cena tenuta segreta fino all'ultimo in cui il leader degli azzurri farà una scelta che può cambiare la rotta del centrodestra alle elezioni regionali del 10 febbraio. La notizia arriverà alla fine, dopo il budino servito per dessert, quando Berlusconi, a capotavola, ascolterà gli invitati. Che sono, oltre ai parlamentari Pagano e Martino, i consiglieri regionali Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri, Paolo Gatti e l'avezzanese Emilio Iampieri. Quindi i sindaci forzisti di Chieti, Umberto Di Primio, di Avezzano, Gabriele De Angelis e Tiziana Magnacca, primo cittadino di San Salvo. Qualcuno chiederà al grande capo degli azzurri, e lo farà senza ricorrere a mezze parole, se intende appoggiare oppure no una delle proposte uscite domenica scorsa, su input di Pagano, dal tavolo regionale della coalizione, il patto di Roseto, di allargare la rosa dei tre nomi di Fdi, proposti da Giorgia Meloni, di possibili candidati alla poltrona di governatore, Giandonato Morra, Marco Marsilio e Massimiliano Foschi. E qualcun altro, alzando il livello della richiesta, proporrà a Berlusconi un quarto nome fuori rosa, naturalmente di Forza Italia e presente alla cena. Un nome facile da immaginare. Dipenderà solo dalla risposta di Berlusconi, un sì o un no categorico, se quella di stasera avrà l'effetto politico di un'ultima cena, di evangelica memoria, o se ci sarà una virata da Fratelli d'Italia a Forza Italia.I presenti partono, come si dice in gergo ippico, con l'handicap perché Berlusconi ha già dichiarato, più di una volta, che a lui vanno bene i nomi fatti dalla Meloni. Ma il pressing che stasera arriva dall'Abruzzo potrebbe spingerlo a cambiare idea. E, comunque vada a finire, il centrodestra locale subirà uno scossone. Molto più forte della fronda che 22 ribelli della Lega Abruzzo, guidati da Pasquale Cordoma, ex sindaco di Montesilvano, hanno organizzato per delegittimare il coordinatore regionale Giuseppe Bellachioma che però, a stretto giro di posta, e per voce dell'ex coordinatore dei leghisti, Simone Angelosante, risponde al documento degli ammutinati del Bounty. Anche le frasi di Angelosante sono macigni: «Bene ha fatto Bellachioma a tenere una guida ferma e sicura», scrive il reumatologo di Ovindoli. «Lui ha avuto l'incarico del coordinamento regionale direttamente da Matteo Salvini così come tutte le altre cariche politiche presenti nella nostra regione sono sue emanazioni. Quando si passa da pochi dirigenti a decine se non centinaia, è possibile che in una prima fase vi siano idee confuse su cosa sia la disciplina. Questo anche perché molte persone vengono da non partiti dove non esisteva alcuna organizzazione. Ma un movimento forte e in enorme ascesa», avverte Angelosante, «non può permettersi il lusso di perdere la barra di navigazione altrimenti rischierebbe di diventare un mezzo di salvataggio e non una corazzata in grado di determinare i destini della nostra regione».Il messaggio di Bellachioma agli aventiani, che hanno visto nella Lega «la possibilità di realizzare le proprie ambizioni elettorali», è così servito.


E le liste civiche portano in dote 60mila voti. Sono il quarto partito d'Abruzzo, tutti le vogliono. Ecco chi le guida e quanto valgono singolarmente

PESCARAMesse insieme valgono sessantamila voti. Messe insieme rappresentano il dieci per cento. Messe insieme, le liste civiche, rappresentano il quarto partito d'Abruzzo che, tranne in un caso, non ha ancora deciso ufficialmente da che parte stare. Sono le civiche l'ago della bilancia che può decidere il risultato delle elezioni regionali del 10 febbraio. Quindi tutti le vogliono. La loro è una galassia, ecco chi le guida e quanto valgono.Partiamo con la coppia Donato Di Matteo-Andrea Gerosolimo, ovvero Abruzzo Insieme, che almeno in tre province su quattro vale quanto Fratelli d'Italia, dal 3 al 5 per cento, anche se loro si accreditano un peso maggiore, e non è detto che non abbiamo ragione. Come si pronunciano i due, da che parte staranno? Partiamo da Di Matteo, che tira le fila. L'ex assessore della giunta D'Alfonso ha certamente stretto un patto con il centrodestra che lo ha portato a spaccare in due e a far perdere il centrosinistra pescarese alle elezioni provinciali del 31 ottobre scorso. Ma per stessa ammissione dell'antidalfonsiano per antonomasia, se il candidato del centrosinistra alle regionali sarà Giovanni Legnini, lui non esiterà un solo minuto a tornare sui suoi passi. A un patto però, che dei dalfonsiani non ci sia neppure l'ombra. Ma non è detto che, in corso d'opera, non abbia una seconda resipiscenza se è vero che Di Matteo è uno che vuole vincere sempre. Per quanto riguarda invece Gerosolimo, la risposta alla domanda da che parte sarà è semplice: quella che sceglierà Di Matteo, come egli stesso ha dichiarato. E non potrà che essere così perché solo insieme, i due, hanno il peso specifico sufficiente a spostare la bilancia della politica abruzzese. Ed è più o meno questa l'analisi che vale per tutte le altre civiche che, se divise, non attraggono nessuno, né al centrodestra, né al centrosinistra, mentre unite valgono un realistico 5-6 per cento. Ma anche loro si accreditano una percentuale più alta.Quali sono le altre civiche? Partiamo da Avanti Abruzzo, guidata da Daniele Toro (Liberal Abruzzo), Giorgio D'Ambrosio (Psi), l'ex sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio (Abruzzo al Centro) e Lelio De Santis dell'Idv. Vale per tutti, in questo caso, la dichiarazione dell'ex parlamentare Toto disposto ad andare sia da una parte che dall'altra. Anche Gianluca Zelli, con la sua lista Azione Politica, si pone sulla stessa posizione, in media stat virtus. Chi invece ripete, come un mantra, che vuole Legnini come competitor è l'ex deputato di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano che, con le Civiche per l'Abruzzo, non farebbe mai patti con il centrosinistra anche se alla fine potrebbe essere spiazzato dal centrodestra per il veto, che sembra irremovibile, di Forza Italia.Le prossime ore quindi saranno per Di Stefano vitali, dal punto di vista politico, perché se l'ex deputato non troverà una poltrona vera e dovrà restare seduto sullo strapuntino difficilmente reggerà la sua alleanza con la civica di Zelli che si sentirà libera di muoversi sia da una parte che dall'altra. Insomma, la galassia delle civiche, ambita e fluttuante, rappresenta il boccone più prelibato. Solo chi si accaparra il boccon del prete ha buone chance di arrivare primo il 10 febbraio.

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