PESCARA La cena rigorosamente vegetariana resta comunque sullo stomaco dei forzisti abruzzesi invitati ieri sera da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli per fare il punto sulle elezioni regionali in Abruzzo. Il leader del partito ha servito una doccia fredda alla pattuglia di parlamentari, consiglieri regionali e sindaci azzurri che volevano sentirgli dire che la terna di papabili candidati a governatore di Fratelli d'Italia poteva essere allargata con nomi di Forza Italia. Lo stop di Berlusconi è stato perentorio: i nomi proposti da Giorgia Meloni, cioè Giandonato Morra, Marco Marsilio e Massimiliano Foschi, non si toccano. Poi ha addolcito la pillola annunciando che il 6 dicembre sarà all'Aquila per inaugurare la chiesa delle Anime Sante. Ma a lui quei nomi vanno bene, anche perché il momento cruciale della politica nazionale consiglia di mantenere saldi i rapporti con Fratelli d'Italia. E l'Abruzzo non può diventare un casus belli, con riflessi romani dove nel centrodestra si parla con insistenza di un nuovo governo a tre, Lega-Forza Italia e Fdi. Così il leader forzista ha detto no scatenando gli interventi decisi di tutta la pattuglia giunta in orario, alle 20, dall'Abruzzo con a capo il coordinatore regionale del partito, Nazario Pagano, a cui è toccato l'onore di sedersi a capotavola tra il suo vice, Antonio Martino, e Mauro Febbo, che era il nome da giocarsi come candidato di FI.A tavola, con venti posti, una tovaglia color rosso natalizio, posate d'argento, vasetti con eleganti piantine di Anturium, vino rosso e un quadro enorme sopra alla tv 60 pollici, con la scritta adatta all'occasione "From la Maddalena to L'Aquila, G8 del 2009", il padrone di casa si è seduto al centro di uno dei due lati lunghi. Dicono che abbia mangiato pochissimo. Assaggiando appena la prima portata, una semplice caprese, e limitandosi a guardare il secondo piatto, un timballino di verdure che persino un neonato poteva facilmente digerire. Ma le parole, pochissime, pronunciate da Berlusconi hanno mandato di traverso la cena agli ospiti che erano, oltre a Pagano, Martino e Febbo, i sindaci di Chieti, Umberto Di Primo, di San Salvo, Tiziana Magnacca e di Avezzano, Gabriele De Angelis, quindi Emilio Iampieri, Lorenzo Sospiri e Paolo Gatti. «La terna è quella», ha sentenziato Berlusconi. «No, cambiamo indicazione su un uomo di FI», gli hanno replicato compatti gli abruzzesi che, alla fine della cena, cominciata alle 20.30 e terminata poco dopo le 22, hanno strappato al leader solo un: «Vedrò che cosa si potrà fare», neppure tanto convinto. Come dire: rien ne va plus, les jeux sont faits. Nulla è più valido, i giochi (ormai) sono fatti.