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Data: 23/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo verso le regionali - La cena romana spacca il centrodestra. Dopo la serata con Berlusconi parte l'attacco di Pagano, Martino e gli altri ai tre nomi indicati da Giorgia Meloni

PESCARA La parola d'ordine è scalzare i candidati di Fratelli d'Italia. Criticarli fino a delegittimarli per accaparrarsi la poltrona del candidato presidente per il centrodestra alle elezioni regionali del 10 febbraio 2019. Non c'è altra spiegazione possibile dopo aver letto le dichiarazioni ufficiali rilasciate, per tutto il pomeriggio di ieri, da Forza Italia che ha deciso di andare a testa bassa verso la rottura con gli alleati. Rischiando di far saltare il tavolo della coalizione.Tutto è accaduto 12 ore dopo la cena a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi dove il leader degli azzurri ha riferito al coordinatore forzista dell'Abruzzo, Nazario Pagano e agli altri otto esponenti di spicco del partito, che per Giorgia Meloni non si cambia la terna di nomi proposta da Fratelli d'Italia, Giandonato Morra, Marco Marsilio e Massimiliano Foschi.È stata questa la miccia che ha acceso le polveri e fatto esplodere le reazioni di Pagano, Antonio Martino e Paolo Gatti. Ai quali però rispondono Giandonato Morra, Etel Sigismondi, di Fdi, e un alto dirigente della Lega Abruzzo, molto vicino a Giuseppe Bellachioma, che ha definito «irresponsabili» gli alleati di Forza Italia. Ma la spaccatura ormai è servita dopo la cena romana.INADEGUATI. «Gli azzurri sono gli unici della coalizione ad avere esperienza amministrativa in Consiglio regionale», premette Pagano. «Parlamentari, consiglieri regionali e sindaci hanno confermato a Berlusconi che Forza Italia, tra tutte le anime del centrodestra, è la sola ad avere una classe dirigente formata, attrezzata, competente ed esperta, e che quindi è l'unica a possedere tutti i requisiti per dare un valore aggiunto alla coalizione indicando un candidato forte sul quale far convergere il supporto».E da qui parte la critica agli alleati: «L'insoddisfazione degli esponenti di Forza Italia è legata alla scarsa rappresentatività sul territorio degli esponenti della terna fornita da Fratelli d'Italia, non certamente alle qualità personali dei tre candidati espressi. Di qui la richiesta corale a Berlusconi di un passo fattivo per rivedere l'impegno assunto su scala nazionale, proprio per le peculiarità dell'Abruzzo».Che farà Berlusconi? Ha chiesto tempo: «Alla luce delle risultanze», conferma Pagano, «Berlusconi ha chiesto una settimana di tempo per studiare i punti programmatici e i candidati di sintesi, per giungere a quella vasta condivisione che è alla base del preesistente accordo del centrodestra».LUI VA OLTRE. Ma per Antonio Martino, il vice di Pagano, Berlusconi ha già preso un impegno preciso: «Silvio Berlusconi», sostiene, «si impegnerà nel prossimo confronto con Matteo Salvini e Giorgia Meloni a chiedere di rinegoziare la decisione sulla scelta del candidato alla presidenza della Regione Abruzzo rivendicando la scelta per Forza Italia».L'ATTACCO PIÙ FORTE. In pieno clima di spaccatura, innescato da Forza Italia, il centrodestra si ritrova a scoprire il fianco, «Candidati inadeguati, trovati al mercato del sabato. Sono queste le parole con cui Paolo Gatti, uno dei massimi rappresentanti abruzzesi di Forza Italia, ha bollato la terna di nomi che Fratelli d'Italia ha dato per l'individuazione del candidato del centrodestra alla carica di governatore d'Abruzzo. Se queste sono le premesse, non credo che basterà qualche cena romana per ricompattare una coalizione che ormai si è ridotta a meno di un cartello elettorale». A dirlo è il segretario regionale del Pd, Renzo Di Sabatino, commentando le dichiarazioni rilasciate da Gatti ad una tv locale.MA CHE DICE IL CAPO? Berlusconi non chiede ai forzisti abruzzesi una crociata che porti alla spaccatura. Non gli conviene. Quindi invoca l'unità: «Abruzzo e Basilicata sono chiamate nei prossimi mesi al voto. Sono certo», sostiene, «che in entrambe il centrodestra unito abbia ottime probabilità di vittoria. Si tratta di Regioni che negli ultimi anni sono state malgovernate dalla sinistra e che ora potrebbero essere sottoposte al dilettantismo e all'incompetenza ideologica dei grillini. Ogni elezione regionale conferma, come è avvenuto nei mesi scorsi in Molise, in Friuli Venezia Giulia e in Trentino, due cose importanti: la vittoria della coalizione di centrodestra e il ruolo decisivo - per rendere possibile tale vittoria - di Forza Italia». Che però non significa scalzare Fratelli d'Italia, come vogliono i forzisti abruzzesi.VANNO ALLO SFASCIO. Per Giandonato Morra, chiamato pesantemente in causa, Forza Italia locale vuole quindi andare allo sfascio: «Il tavolo nazionale sta per riunirsi, così chiuderemo questa querelle», dice uno dei tre nomi di Fdi. «Ma qualche alleato sta giocando a tressette a perdere». E sentenzia: «La non convinzione sulla terna dei nomi parte solo da ambizioni personali». VADE RETRO. Ed Etel Sigismondi, coordinatore di Fdi, non ci sta a giocare al massacro. «Non è mio interesse entrare in polemica con gli amici di Forza Italia perché riteniamo un valore l'unità del centrodestra che Fratelli d'Italia vuole costruire e mantenere in tutti i modi. Ritengo che alcune dichiarazioni evidenziano delusione per l'esito del vertice alla cena da Berlusconi. Ma in politica la bontà delle scelte di un partito si dimostra solo con i voti e il 10 febbraio noi dimostreremo che il nostro candidato sarà stato capace di condurre il centrodestra alla vittoria dimostrando tutto il suo radicamento nel territorio. E, soprattutto, che non siamo il partito più piccolo del centrodestra».

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